La vita accade

Publié le 20-04-2021

de Cesare Falletti

Nel quarantesimo anniversario della morte di John Len­non ho ritrovato una frase di una canzone, scritta per il suo figlioletto, che in questi tem­pi così incerti e senza possibilità di progetti, ci aiuta a pensare: «La vita è quello che ti accade mentre sei occu­pato a fare altri progetti». Credo che sia l’esperienza di tutti, ma ne rimania­mo sempre sorpresi: talvolta lascian­doci trasportare nella sorpresa della vita, altre volte brontolando perché ci sembra che il progetto che covo nella mia testa è più importante della vita reale. Cedere a questa non è sempre una cosa facile, perché può sembra­re una diminuzione subita. In verità il reale è sempre più grande dell’im­maginario. Grande conversione ci è richiesta, grande apertura del cuore e libertà, perché la vita sembra accadere senza una logica, senza una risposta al tuo desiderio o al tuo progetto e, ap­parentemente, senza tener conto del “meglio”, o per lo meno ciò che sembra meglio. La vita è ciò che ti accade, non quello che ti organizzi! Quella è la vita vera, che ti fa respirare e muovere, agi­re e anche lottare.

La vita “accade”: essa può sembrarci un’accozzaglia di cose fortuite, tirate fuori da una ruota che gira mischian­do pene e gioie, successi e sconfitte e noi rimaniamo con gli occhi sbarrati a fissarla timorosi per il numero che può uscire per l’indomani come davanti alla tombola o all’Enalotto. Forse però non c’è nulla che non sia adatto a noi ed è proprio l’accadere che ci smuove e ci fa crescere verso dimensioni, prove di noi stessi e lotte che ci fanno dare il meglio di noi stessi. L’errore è lasciar vincere il pensiero che non esiste una strada che conduce a spazi di vita più larghi e di più ampio respiro. Senza ac­corgercene pensiamo di noi in modo piccolo, mentre ci lamentiamo che gli altri non si accorgono della nostra vera misura e ci sottostimano.

La dialettica è fra ciò che accade e ciò che progettiamo, fra ciò che è creato dalla Provvidenza e ciò che creiamo noi. Se la poniamo in questo modo, la questione sembra evidente, anche se non facile da accettare; ma purtrop­po non ci viene spontaneo guardare le cose sotto questa prospettiva. Il fatto che pensiamo che dobbiamo costru­irci il futuro con i doni e i mezzi che abbiamo è cosa più che giusta, direi che è doverosa; ma lo spazio della vita “che accade” è più vasto e più grande di essa, è un di più, un’aggiunta e un perfezionamento, non il nemico che distrugge. Mai siamo soli: c’è sempre una mano invisibile che perfeziona ciò che facciamo in modo bello e frena ciò che non va bene. E noi ci spazientiamo invece di accorgerci che Qualcuno ci aiuta, facendo accadere la vita, invece di lasciarla costruire unicamente con tecniche che non danno la vita.

Nella frase di John Lennon c’è una parola che non dobbiamo tralascia­re: “mentre”. Il nostro progetto e la vita che ci accade non sono messe in pa­rallelo, ma si intrecciano. Quello che ci accade non ci trova amorfi e passivi, ma attivi nella costruzione del futuro. Sembra sconvolgere le cose della no­stra vita o addirittura del mondo inte­ro, ma in verità collabora a rendere i sogni reali e a dare un colore di carne a cose che altrimenti sarebbero om­bre. Come ogni sorgente della vita, i parti, tutto ciò non avviene in modo indolore e senza rischio, ma è il moto­re della vita. Facile e senza contraddi­zioni questa non lo sarà mai, neanche per un bambino e se è così al di fuori della volontà umana possiamo pensa­re che è bene così, perché non siamo una pallina della roulette che gira ca­dendo a caso sul rosso o sul nero. Ogni contraddizione ci mette in cammino, mentre ciò che ci accarezza nel verso del nostro pelo tende a farci addor­mentare. Come per la vita biologica, anche tutto il resto della nostra vita ondeggia fra attività e sonno.

 

Cesare Falletti
NP gennaio 2021

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