Padre Giulio, l’amicizia continua in cielo

Publié le 14-12-2011

de Redazione Sermig

Il 12 dicembre, festa di Maria SS. di Guadalupe, è tornato alla casa del Padre fra’ Giulio Berrettoni, carissimo amico della nostra Fraternità. Padre Giulio è stato per molti anni custode del Sacro Convento di Assisi, ed è nella patria di San Francesco che abbiamo imparato a conoscerlo, a stimarlo, a volergli bene. Un bellissimo frutto dell’amicizia con lui è il Gemellaggio di intenti fra il Sacro Convento di Assisi e il Sermig. Dal 27 ottobre 1997 la grande famiglia francescana e la piccola comunità di Torino sono unite nel nome della fraternità e della pace.

“La Basilica di San Francesco dona al Sermig il Crocifisso che veniva custodito nel refettorio del Sacro Convento: esso porta sul costato i segni del terremoto che ha sconvolto la terra umbra ed Assisi.
Il Crocifisso è costante richiamo per dire che la chiave della pace è l’amore. Il Sermig dona alla Basilica di San Francesco il Tabernacolo: un forno, nel quale passavano componenti delle armi costruite nell’Arsenale della guerra. Ora custodisce il Corpo del Signore che dona la Pace. Dall’Arsenale della Pace e dalla Tomba di S. Francesco nasce la Bandiera della Pace, nello Spirito di Assisi, che raggiungerà ogni angolo della terra per unire tutti gli uomini e le donne nella ricerca della pace, alle soglie del Terzo Millennio…”.

Il Gemellaggio è stato siglato davanti a Giovanni Paolo II il 10 dicembre 1997: “Ora siete gemelli di Francesco” disse il papa in quell’occasione. L’amicizia con padre Giulio è continuata anche ad Osimo, presso il Santuario di San Giuseppe da Copertino, ultima tappa della sua attività pastorale. Incontri, telefonate, scritti ci hanno confermato il suo appoggio spirituale nell’impegno quotidiano. L’ultima lettera è di pochi giorni fa: gli auguri di Natale. Conclusi come sempre con un “Duc in Altum! Pace e bene, pace e gioia, pace e speranza”. Pace a te, padre Giulio.



IL RICORDO DI ERNESTO OLIVERO
“Padre Giulio è morto ieri. È volato in alto. E, per ironia della sorte, il suo santo protettore, San Giuseppe da Copertino, è chiamato “il santo dei voli”, a motivo dei suoi rapimenti in Dio. Lui ed io eravamo veramente amici, già da quando era Custode del Sacro Convento di Assisi. Ricordo il tremore dei giorni del terremoto in Umbria, quando a causa del crollo delle vele nella volta della Basilica Superiore morirono quattro persone, tra tecnici e frati. Andai immediatamente là provando una tristezza enorme nel vedere che Assisi, di solito piena di gente, era come abbandonata. Padre Giulio tremava nell’abbracciarmi, aveva ancora paura. Da questa amicizia nacque il Gemellaggio tra il Sacro Convento e l’Arsenale della Pace, poi siglato davanti a Giovanni Paolo II. Era un uomo buono, questo Francesco d’Assisi di nome Giulio. È un uomo buono, e i buoni portano amicizia. E cos’è l’amicizia? È veramente volere il bene dell’altro. E se c’è amicizia c’è fraternità, se c’è amicizia c’è comunione.

La vera amicizia è far piacere all’altro, è far emergere l’altro. L’amicizia non divide, l’amicizia aiuta l’amico a restare ancora più attaccato a Dio, lo spinge e lo protegge perché si possa realizzare in tutta la sua pienezza. L’amico va fiero del proprio amico. Parlo dell’amicizia pensando a padre Giulio, perché ci ha voluto bene, perché ci vogliamo bene. Ogni volta che leggeva sui giornali qualcosa a nostro riguardo mi scriveva, oppure mi telefonava. E adesso continuiamo a godercela, quest’amicizia. E padre Giulio, che è volato in alto, continui a portarci quella sicurezza che l’amicizia dà e che nessuna distanza può annullare”.

a cura della Redazione

L’ULTIMA LETTERA
Pochi giorni fa, padre Giulio mi aveva scritto un affettuoso messaggio con la sua ampia calligrafia:

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