Superga, le campane tornano a suonare

Publié le 01-07-2022

 

«Un anno fu siamo entrati a Superga in punta di piedi, oggi abbiamo pensato di donarvi il suono delle campane che v1 faranno compagnia e vi ricorderanno d1e qui compiamo qualcosa di bello».

Con queste parole Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, ha introdotto la cerimonia di inaugurazione ae1 restauro delle campane del santuario di Superga d1e si è svolta nella mattinata di domenica 26 giugno sul sagrato della basilica. Un complesso campanario dalle vicende storiche alquanto curiose se si considera che la campana piccola, datata 1777, era 01iginariamente collocata sul campanile della chiesa di Sant'Uberto della Reggia di Venaria e venne trasferita a Superga per volontà di Carlo Felice la notte del 6 ottobre 1821. li campanone, nota Fa, originario del 1766 venne 1ifuso su iniziativa di Vittorio Emanuele TT nel 1863 dalla Regia fonderia Vallino di Bra mentre la seconda campana, nota Sol, dedicata proprio alla Madonna di Superga, venne rifusa nel 1865 dal medesimo fonditore.

l tre bronzi erano muti da circa trent'anni e versavano in uno stato di avanzato degrado che ne aveva compromesso la stabilità e il conseguente utilizzo. Tra i mesi di ottobre e novembre del 2021 il Sermig, in collaborazione con la sovrintendenza, ha avviato il progetto di ristrutturazione del concerto e nelle prime settimane di giugno la ditta 1ì-ebino di Uscio (Ce) ha effettuato i lavori di messa in sicurezza del complesso, sostituzione dei supporti lignei delle campane con ceppi in ghisa, installazione dei motori per il suono a distesa, dei martelli per il suono a festa e della centralina di automazione per i segni ordinari. Piena soddisfazione per la rinascita del campanile di Superga è stata espressa da parte della Fraternità del Sermig nelle persone di Ernesto Olivero e Daniele Ballarin durante l'evento inaugurale di domenica 26 a cui hanno partecipato la sovrintendente Cristina Lucca e il consigliere comunale Vincenzo Camarda.

Subito dopo la solenne benedizione impartita da don Paolo Miotti le campane hanno iniziato a diffondere la loro voce argentina sul piazzale della basilica grazie ai campanari del gruppo CampaneTO che, appostati in cella campanaria, hanno allietato i presentato con le tradizionali suonate a festa chiamate «baudette» eseguite manualmente tramite corde e ganci collegati a1 battacchi dei bronzi. Un'intera comunità cristiana e civile che si riappropria di un eloquente simbolo liturgico che da due secoli ha accompagnato le vicende tristi e liete di quanti vivono ali ombra della cupola dello Juvarra. E da oggi quelle campane costituiranno nuovamente un potente monito a volgere lo sguardo verso quel «monte grande e alto» su cui è costruita la Basilica per impetrare dalla Regina delle Grazie, come fece il duca Vittorio Amedeo TI nel 1706 in vista dell'attacco franco-spagnolo, aiuto e protezione dai nemici che circondano l'esistenza terrena.

Marco di Gennaro
La voce e il tempo



Foto: Max ferrero

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