Biancaneve e i settenari

Publié le 09-06-2013

de Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - La letteratura deve essere per forza noiosa ?  (NP Novembre 2009)

Il sabato mattina, dalle 11 alle 13, ultime due ore di lezione della settimana al Liceo "A. Monti" di Chieri (TO) avevo due ore di fila di Italiano, durante le quali la nostra anziana insegnante leggeva e spiegava con soporifera enfasi la Divina Commedia. Tolti i primi banchi, il resto della classe prestava all’esposizione la stessa attenzione che oggi riserviamo alla lettura del bugiardino della Citrosodina granulare… Non che questo ci faccia o ci facDanteesse onore, per carità… Però anche la nostra tutor quanto a mancanza di entusiasmo, a volte ci metteva un impegno addirittura agonistico.
Lo so, è difficile fare gli insegnanti. Anch’io sono passato più volte al di qua della barricata, ma memore del ricordo che serbo delle lezioni sul Divin Poeta, mi sono sempre sforzato ti trovare metodi nuovi per insegnare, nuove strade che servissero prima di tutto a me, per vedere lo stesso argomento da nuove prospettive, e poi anche alle mie “vittime”, affinché trovassero interessante un argomento di cui magari a loro non fregava un gran che, nella speranza che non solo potessero ricordare, ma (utopia) magari anche amare un briciolino la materia.
Oggi, a Reggio Emilia, c’è un giovane professore di Liceo, che di questo mio (e non solo) paradigma didattico ha fatto un vero e proprio metodo di insegnamento. E sapete di quale materie va docendo il Prof. Matteo De Benedittis ? Ve lo dico sillabandolo: i-ta-lia-no !
De Benedittis, già noto come il Professore Rap, autore di un libro intitolato "Cantami o dj… Lezioni parecchio alternative di italiano" (Ed. Kowalski), è salito alla ribalta dei media circa un anno fa, quando molti giornali hanno parlato delle sue singolari lezioni. Cito direttamente dalla presentazione che del libro fanno i molti siti che lo commerciano: “…L'autore non cela le proprie ambizioni: insegnare il piacere della letteratura, far ammutolire gli studenti di fronte a un ossimoro, sbalordirli davanti a gomitoli di metafore, fulminarli con la bellezza di una sinestesia o di un endecasillabo ben temperato... e questo grazie alle canzoni…
Chiasmi, novenari, rime alternate: sono il pane quotidiano di J-Ax e Max Pezzali… Iperboli, allitterazioni, metafore…  "parafrasi & commento", due bestie nere ora domate a ritmo di rap. Libro aperto e cuffie in testa (il libro è corredato di cd n.d.r.).
Come se foste a una lezione parecchio alternativa la parola scritta a un certo punto uscirà dal libro e 'sentirete' la voce del prof portarvi, un esempio dopo l'altro, nel cuore vivo e pulsante della lingua italiana…”.
Notevole, non trovate ? De Benedittis, 26 anni o giù di lì, mi pare abbia capito molto più di didattica (e di lingua italiana) che tutti i miei professori del liceo messi assieme. Non è il solo, ovviamente, ad aver sfruttato  un terreno più ludico e diretto per edocere. Pensate alla collana Magic English (dvd a cartoni animati in inglese per bambini), o a un progetto simile di cui ora mi sfugge il nome, che si occupa (con lo stesso linguaggio animato) di educazione alimentare.
Fabrizio De AndrèMa torniamo alla musica. Quanti di noi/voi scrivono canzoni e non sanno, forse, di essere anche un po’ poeti, un pochino letterati ? Adesso non montatevi la testa, ché non è proprio il caso. Ma quando io dico (da sempre) e sostengo che la musica accultura, intendo anche questo. Provate a leggere un testo di Fabrizio De Andrè. Vi accorgerete che oltre che di musica, si tratta di poesia allo stato puro. E, paradossalmente, pensate ora allo strano modo di Max Pezzali di incastrare il testo nella musica spostando gli accenti tonici dei versi: è curioso, e a suo modo genera un ritmo. Conosco persone che si esprimono meglio scrivendo versi piuttosto che parlando.
Altre che si esprimono meglio stando zitte, ma anche il silenzio ha un suo linguaggio. Troviamo il nostro ed esprimiamoci senza paura, poi, se ne avete voglia, vi consiglio il libro di cui sopra. Magari scoprirete (come me) di essere meno ignoranti di quel che pensavate. Magari non proprio dei Dotti (come il piccolo e occhialuto sette-nano) ma comunque più acuti, entusiasti e motivati sia della secchiona del primo banco (quella che non dormiva…) che della vostra (non me ne voglia) noiosa prof. del liceo (che Dio l’abbia in gloria, e lo dico sinceramente).

 
DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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