Chi la fa si ascolta

Publié le 31-08-2009

de Andrea Gotico


Negli ultimi mesi ci siamo trovati spesso, io e il fido Gianni (Giletti, curatore delle recensioni musicali di Nuovo Progetto) a tenere incontri, discussioni fatte a forma di seminario, sulla musica moderna in generale (da dove viene, dove va, e là dove andrà ci sarà posto, ecc. …), rivolti a ragazzi di età compresa tra i 12 e i 25 anni circa


...Mauro Tabasso


Abbiamo studiato e messo a punto la nostra brava scaletta, corredata di ricchi esempi (CD, video, ecc.) per tentare di rispondere a qualcuno dei "grandi" interrogativi sopra esposti e ad altre domande che puntualmente ci sono state rivolte. Non che noi siamo quei grossi saputoni, per carità, siamo solo musicofili appassionati (nel senso letterale, come cita lo Zingarelli: "…Animati da forte passione…") che, un po' per lavoro, un po' per necessità personale (oserei dire "dipendenza"), amano ascoltare, leggere, catalogare, collezionare tutto (o quasi) ciò che riguarda la musica. vedere,
Ma in verità il nostro scopo era quello di provocare, di sobillare. Non siamo sul libro paga di nessuna organizzazione terroristica, per carità; quando dico provocare, intendo dire "scuotere". Dagli incontri è infatti puntualmente emerso che tutti i partecipanti ascoltano musica, ma pochi sanno dire di chi e cosa. Qualcuno ascolta la radio, in machina (come automobilista o passeggero di amici, papà o mamma), ma pochi hanno saputo citare l'emittente o una canzone trasmessa il giorno prima. Qualcun altro ha dichiarato che non gli interessa la musica, alla quale preferisce la televisione o (in pochissimi) una lettura. Quasi tutti, però (musicofili e non), ricordano di aver sentito almeno una volta nei mesi passati "Asereje" delle spagnole Las Ketchup, o Kiss Kiss di "Holly Valance", o "Complicated" di Avril Lavigne… E questo dovrebbe bastare a farci riflettere su alcuni punti. Tanto per cominciare, la musica oggi ha invaso praticamente l'intero raggio d'azione di un individuo, a meno che lo stesso non vada a vivere da eremita (soluzione sempre meno da scartare…). Alessandro, 23 anni, è uno di quelli che durante il nostro incontro ha dichiarato di non amare la musica, ma la sera prima aveva visto in cassetta "La Tigre e il Dragone" di Ang Lee, sciroppandosi inconsapevolmente 2 ore di musica (peraltro davvero splendida) del premio Oscar Tan Dun (come dire che gli è pure andata bene…).
Notate bene che due ore sono l'equivalente, piú o meno, di due CD. Mia mamma, 70 anni, non ha mai acuistato un disco in vita sua, ma spesso guarda Superquark (altre due ore di sipari, commenti musicali ai filmati, siglette, stacchetti, ecc.). In questo caso, notate bene che lo stesso accade se invece che Alberto Angela seguite Paperissima o simili (con annesse interruzioni pubblicitarie zeppe di jingles). Chiara, 16 anni, ascolta in macchina, con amici o genitori. Per lo più stazioni che trasmettono musica commerciale, quella che piace loro (prima o poi parleremo anche di questa; cosa vuol dire per voi "commerciale" ?). In pochi, credetemi, ma molto pochi, hanno saputo citare un titolo, un autore. In un film la musica non catalizza l'attenzione, ma se la togliete capita un disastro.
In televisione si segue più facilmente il o i personaggi di turno, ma neanche Maurizio Costanzo riesce a fare a meno dell'orchestra di Demo Morselli. In macchina la radio serve a coprire il rumore del motore, a tenere occupata la mente così non ci si accorge che il tempo (e la strada) passano. Tutto questo mi porta a concludere che la musica somiglia molto alla vita: se non la scegli, è lei che sceglie te e sei tu a subìrla. Senti (ma non ascolti) quella che altri hanno messo lì per te (un dee jay, un regista o un amico), il più delle volte per fare in modo che tu non ti stufi e/o distragga (e non cambi programma, stazione, ecc.). Scegliere comporta spesso sforzo, consapevolezza, volontà e presenza di spirito, prerogative dell'individuo che la vita ci sta abituando a esercitare con fatica sempre crescente. E purtroppo vale per tutti, nessuno di noi è escluso. Il cervello consuma moltissime calorie per funzionare, anche se pare che queste non facciano dimagrire nessuno, perché sono in pochi ad invitarci a questo tipo di pratica, secondo me molto salutare.
Mauro Tabasso

 

 

 

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