COLOMBIA: tra miti e realtà

Publié le 31-08-2009

de sandro


Mentre continuano le trattative per il rilascio di Ingrid Betancourt, ministro colombiano sequestrato sei anni fa dalle FARC, c’è anche chi lavora per offrire alla popolazione possibilità di sviluppo alternative al narcotraffico.

di Sandro Calvani 


Per novantasei italiani su cento Colombia vuol dire narcotraffico, violenza, sequestri di persona. Ma è una percezione completamente falsa, forse dovuta alla grande fama dei potenti cartelli colombiani del narcotraffico, come quello di Pablo Escobar detto cartello di Medellin. La fiction di Hollywood ha fatto il resto per costruire un’immagine di un Paese fallito dove vale solo la legge del più forte. Ma la realtà è molto diversa e positiva. Medellin, una città ricca di arte, è oggi una capitale della moda per tutto il continente.
Secondo il “World Drug Report 2007” pubblicato dalle Nazioni Unite, il mercato mondiale di cocaina è stabile in termini di domanda e offerta. Ma la Colombia ne produce il 52% in meno dell’anno 2000. Gli 80.000 ettari di coca che rimangono sono meno dello 0,1% del territorio agricolo del Paese. Tutta la cocaina colombiana vale lo 0,7% del Prodotto Nazionale Lordo. Una cosa da nulla se si considera che la Colombia cresce al ritmo dell’8% per anno, uno dei Paesi a più forte crescita economica nelle Americhe e nel mondo.

Anche quello della violenza è un mito spettacolare ma falso. Con 26 omicidi ogni 100.000 abitanti la capitale colombiana Bogotà rimane sotto la metà del tasso di omicidi di Washington. Ma come molti Paesi latinoamericani anche la Colombia ha una pessima distribuzione del reddito e della proprietà della terra.

Le FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia), nate oltre quarant’anni fa come movimento armato di rivoluzione proletaria e di lotta armata contro l’ingiustizia, hanno perso qualunque parvenza di appoggio popolare. Gli sforzi del governo democratico per riportare la legge e l’ordine in ogni municipio hanno relegato le FARC in pochi villaggi isolati nelle foreste tropicali. Le FARC si finanziano ormai solo grazie al narcotraffico, sequestri di persone, e tasse sui campesinos poveri, dove riescono ancora a terrorizzarli con massacri efferati di innocenti.
librobeta.jpg
Ingrid Betancourt
Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli
Garzanti '08
Scritta il 24 ottobre 2007, la lettera, di una forza d’animo incredibile, è accompagnata dalla risposta dei figli di Ingrid, Mélanie e Lorenzo.

I gruppi mafiosi di autodifesa campesina ed urbana, chiamati “Autodefensas Unidas de Colombia”, hanno invece accettato le proposte di pace del Governo. Oltre 30.000 dei loro armati illegali hanno deposto le armi e partecipano a programmi di riconciliazione. Pochi gruppi di ex-autodefensas continuano attività di criminalità organizzata, rackets ed estorsioni da attività lecite del commercio e dell’industria.

Rimane alta e preoccupante la distruzione della foresta vergine per nuove coltivazioni di coca, causata soprattutto dal forte aumento del consumo in Europa. Oltre alla distruzione per scopi di coltivazione l’ambiente viene distrutto da milioni di precursori chimici scaricati nei fiumi e nelle falde acquifere dopo averli usati per distillare la cocaina. 2,2 milioni di ettari di foresta tropicale, un’area equivalente alla Slovenia, sono già stati distrutti per coltivare coca.
La relazione tra consumo di droga e conflitto colombiano è diretta: ogni consumatore che sniffa cocaina in Europa, in pratica elimina qualche metro di foresta vergine, distrugge l’ambiente e uccide qualche indigeno colombiano. Infatti per ogni Euro speso in cocaina circa venti cents finiscono in tasca ai gruppi armati colombiani. Inoltre ogni consumatore di cocaina contribuisce a finanziare un colossale crimine mondiale. Il valore di un chilo di cocaina in Europa è di circa 40.000 Euro. Ai narcotrafficanti costa circa 400 Euro.

UNA RADIO PER GLI OSTAGGI
Il Programma radiofonico settimanale “AS VOZES DO SEQUESTRO” (''Le voci del Sequestro'') nasce nel 1994 sulle frequenze della Radio colombiana Caracol. È un’iniziativa del giornalista colombiano Herbin Hoyos Medina che da 15 anni raccoglie, organizza e trasmette i messaggi che i familiari dei sequestrati lanciano in appoggio ai loro parenti fatti prigionieri. Forse tutti ricordano solo la più famosa: la ex senatrice franco-colombiana ed ex candidata alla Presidenza colombiana Ingrid Betancourt, prigioniera dalle FARC da quasi 6 anni; ma i sequestrati sono migliaia... Siccome anche per i sequestratori è importante mantenere alto il morale dei loro ostaggi, permettono a questi ultimi di rimanere sintonizzati. La speranza dei familiari di restare un po’ più vicini ai loro cari ha fatto sì che in 15 anni ca. 15mila familiari registrassero più di 320mila messaggi di conforto trasmessi nel programma di Herbin.
Nella lotta al narcotraffico ci sono segni incoraggianti che i progressi nella riduzione dell’offerta si possano ottenere anche attraverso delle percentuali più alte di confische di droga. Globalmente il tasso di confisca è cresciuto dal 24% nel 2000 al 42% nel 2006. Una maggiore cooperazione tra le polizie dei diversi Paesi ha permesso che aumentassero le confische nell’area di produzione e nelle zone circostanti. Infatti, nel 2005 il 58 % delle confische totali di cocaina sono avvenute in America meridionale, nei Caraibi e in America Centrale. Circa 300 laboratori di droga sono stati distrutti, la maggior parte in America Latina, ma circa l’8% sono stati trovati nei Paesi consumatori.

L’America settentrionale e l’Europa centro occidentale, le due aree a maggior consumo di cocaina, continuano a intercettare grandi quantitativi di droga (28% e 14% delle confische mondiali rispettivamente). Le maggiori confische di cocaina nel 2005 sono avvenute ancora in Colombia, seguite da Stati Uniti, Venezuela, Spagna, Ecuador e Messico.
Tali miglioramenti nell’applicazione della legge e dell’intelligence hanno permesso anche di dimostrare come le FARC ed i narcotrafficanti trovino facile asilo nelle aree al confine con l’Ecuador ed il Venezuela. Gli interventi delle forze armate e della polizia colombiana provocano periodicamente crisi di confine, cui seguono tensioni diplomatiche e rappacificazioni quando il governo colombiano esibisce le prove.

L’unico metodo finora dimostratosi efficace per sconfiggere le mafie, il narcotraffico ed i gruppi armati colombiani è il cosiddetto “sviluppo alternativo”, un metodo di incentivazione delle produzioni agricole lecite. Marketing garantito e micro-credito per le sementi e le attrezzature danno risultati sorprendenti, anche perché i colombiani sono stra-stufi di violenza ed impunità.
Circa 50.000 famiglie hanno già aderito al “Programa Familias Guardabosques”, realizzato dal Governo e sostenuto dalle Nazioni Unite. Attraverso tale programma le famiglie che rinunciano a coltivazioni illecite ottengono garanzie di mercato per i loro prodotti ed altri incentivi. Ma gli aiuti internazionali sono ancora scarsi nonostante i risultati ottenuti finora. Se si pensa che 10,5 miliardi di Euro – cioè lo 0,7% del Prodotto Nazionale Lordo - sono spesi in Italia nel trattamento dei tossicodipendenti, è facile capire che si potrebbe risparmiare parecchio denaro prestando un po’ più di attenzione alla riduzione della produzione di droga.

Sul piano politico il governo di Alvaro Uribe Velez è il primo ad ottenere la rielezione per un secondo mandato, con una larghissima maggioranza che dimostra la enorme voglia di sicurezza del popolo colombiano. Esiste una opposizione democratica di sinistra, ideologicamente più vicina al Presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva che ai vicini leaders populisti dell’Ecuador Rafael Correa e del Venezuela Hugo Chavez Frias. Ma è molto improbabile che un qualunque programma politico ottenga un forte mandato popolare per ridurre l’ingiustizia sociale ed economica, finché continua il conflitto armato con gruppi armati estremisti che impediscono di dare respiro a investimenti più pesanti e meglio mirati.
guardabosques.jpg
Programa Familias Guardabosques: la coltivazione di prodotti agricoli alternativi alla coca permette alla famiglia di questo campesino un reddito legale e dignitoso.
Nell’osservare la dinamica geostrategica della regione non va sottovalutato il fatto che tutti i recenti governi degli Stati Uniti sono stati molto vicini ai governi colombiani, dato che è chiaro che la lotta al narcotraffico costa molto meno alla fonte combattendo la produzione delle droghe in Colombia che non affrontando il consumo per le strade degli Stati Uniti.
di Sandro Calvani
Dirigente delle Nazioni Unite
da Nuovo Progetto aprile 2008
Le opinioni espresse dall’Autore non rappresentano necessariamente quelle delle Nazioni Unite.



Per approfondire:
unodc.org/colombia
sharedresponsibility.gov.co

 

 

 

 

Ce site utilise des cookies. Si tu continues ta navigation tu consens à leur utilisation. Clique ici pour plus de détails

Ok