E allora mambo!?!?

Publié le 31-08-2009

de Andrea Gotico


Come mai su tutte le emittenti girano sempre le stesse venti canzoni?


 

Dove sta andando la musica oggi ? Domanda vecchia come il mondo che è stata ripetuta in un eternità di "oggi". Ma la musica deve per forza andare da qualche parte, mi chiedo, mentre ascolto uno splendido disco di Eva Cassidy, divenuta famosa dopo la sua morte per cancro avvenuta nel 1998… E sulle note di questo disco penso di affermare che no, la musica non deve andare necessariamente da qualche parte, ma deve trovare, oggi come sempre, la via per toccare il cuore delle persone. E per fare ciò, ora si può contare su un numero di mezzi infinitamente più alto rispetto anche solo a trent'anni fa (pensiamo a quante radio, quanti Festival o concerti ci vengono proposti, pensiamo a Internet, all'mp3 , al walkman ecc.), ma a fronte dell’offerta cresciuta a dismisura, mi pare che l'entusiasmo e la passione segnino decisamente il passo, o peggio, tendano a retrocedere. Più si amplia l'offerta musicale e più mi sembra che scenda la "temperatura", il "sacro fuoco" che c'era qualche decennio fa quando si faceva musica o se ne parlava.

Oggi come dici “musica”, la prima parola che ti viene in mente subito è “business”,
mercato, come per l'artista che sto ascoltando, che da viva non era nessuno, mentre da morta ha conquistato un discreto "posto al sole". Un sistema un po' macabro, per toccare i cuore delle persone, isn't it ? Oppure come quell'artista sbandierato come "no global" e "alternativo" che dichiara di aver "autoprodotto" il suo disco, poi stampato e distribuito dalla Virgin, che, guarda caso, e' una delle cinque "globalizzatissime" major della musica. Certo, musica e affari sono sempre andati a braccetto, sin dai tempi di Bach e soci (e da molto prima ancora) che in fondo scrivevano pur sempre per mestiere, su commissione, ma oggi c'è in molti la sensazione che sopravviva esclusivamente questa prassi, in un campo come l'arte dove il talento e la preparazione dovrebbero fare la parte del leone. E allora, che fare ? Indignarsi ? Smettere di produrre, consumare, improvvisare, registrare, nutrirsi, respirare musica ?? Non se ne parla nemmeno! E allora MAMBO !! (Scusate, un piccolo eccesso di trasporto!).

La sola strada percorribile è continuare più di prima ad ASCOLTARE, prima di parlare o sparlare. L'ascolto è infatti per tutti (musicisti e non) il primo passo, la condizione senza la quale LA MUSICA STESSA NON POTREBBE ESISTERE. Ma per chiamarsi tale non può essere sempre un ascolto distratto, assente, come è spesso quello della televisione, che si accende e poi si lascia lì a far fracasso. Nè deve essere una maratona, come se per ascoltare un disco ci si debba mettere la tuta mimetica ed armarsi, per poi mettere masochisticamente sul piatto l’opera omnia (in fondo sono solo 76 volumi…) di questo o di quell’autore (altro che la palestra…). L'ascolto, secondo me, deve essere attento, critico, ma al tempo stesso piacevole, sereno, insomma deve essere un hobby. Ci vuole curiosità, voglia di pensare con la propria testa e di ascoltare con le proprie orecchie, un’apertura mentale sufficiente per non adeguarsi ai gusti di quelli che vogliono “crearli” per noi, ma farsene di propri. Per fare questo oggi purtoppo non basta la radio, che, anzi, come la televisione rischia di diventare diseducativa. E' triste dirlo, perchè dovrebbe essere un mezzo meraviglioso di ascolto e invece oggi come oggi anche questo e' ormai solo business.

Come mai su tutte le emittenti girano sempre le stesse 20 canzoni ? Che sia colpa della globalizzazione ? Perchè per trovare un programma che proponga musica scelta con del gusto - qualunque gusto - e non con il portafogli bisogna usare il lanternino ? Un sogno che abbiamo nel cassetto, tra musicisti e semplici appassionati qui all'Arsenale, è quello di avere uno spazio di due ore alla settimana su una radio di medio ascolto per poter proporre musica davvero in libertà, senza paraocchi e barriere. Ci piacerebbe insomma educarci e educare all'ascolto, divertendoci a scoprire la più bella musica del mondo. Solo un sogno ? Chissà !…

Gianni Giletti

 

 
 

 

 


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