MUSICA: polli d’allevamento

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


Non si vive di soli mangimi e antibiotici… Il monito del nostro compositore in occasione dell’apertura di scuole e Conservatori.

di Mauro Tabasso 


pollo.jpg Se è vero che il mio cervello non pesa un chilo (sinceramente non mi sono informato…) è certo che quello di un pollo pesa molto ma molto meno. Nonostante questo, anche se non brilla per scaltrezza, non è un animale così stupido come spesso lo si fa sembrare. Quando la vecchia prozia che mi ha cresciuto mi spediva nell’aia a prendere una gallina per farci il brodo, vi assicuro che non era poi così semplice accontentarla, e quando ci riuscivo, capitava che a volte tornavo con la preda sbagliata, la mitica ovaiola con la media produttiva più alta del pollaio, che dopo quello spavento… Ciao brodo e ciao anche frittata. Non mi restava che affidarmi alla misericordia della prozia, peraltro grande…

Ma dopo questo prologo campestre vengo al dunque: ottobre, più o meno l’apertura di tutti gli anni accademici, compresi quelli musicali (leggi Conservatori, scuole di musica civiche e private, lezioni individuali, ecc.). Perciò parliamo di scuola, in particolare dei Conservatori, e chiarisco immediatamente che io credo molto in questa istituzione centenaria dal nome forse un po’ triste. Ci credo, l’ho frequentata e continuo a frequentarla malgrado l’età, per molte ragioni che ritengo ancora valide; una su tutte, insegna un metodo e giusto o sbagliato che sia, un metodo è basilare per una formazione di qualunque tipo.

C’è però una cosa che non mi è mai andata a genio, un’usanza, una consuetudine, un modus operandi che nel tempo ha sicuramente danneggiato tantissimi talenti, anche gravemente. Molto spesso le classi (di strumento, di teoria, di canto, ecc.) hanno assunto le sembianze di vere e proprie corti, dove gli studenti non sono più allievi ma si trasformano in cortigiani e il docente è o diventa il Re Sole, il “Barone”, per usare un termine universitario (anche lì mi risulta…). Il “Signore” gestisce la sua Signoria e i cortigiani fanno del loro meglio per compiacerlo, o, quanto meno, per non inimicarselo troppo, e crescono, anche artisticamente, non guardando mai oltre i confini del loro piccolo regno, pensando che quello è il modo migliore, se non l’unico, di suonare un flauto, un pianoforte, di fare musica in genere.

Che dite, sono un po’ troppo drastico? Non credo proprio, e, a onor del vero, questo non capita dappertutto. In molti Conservatori d’Italia insegnano infatti uomini (donne) e musicisti illuminati, soprattutto negli ultimi anni, quando anche un ricambio generazionale ha contribuito e sta contribuendo a risanare situazioni per molto tempo tanto malsane quanto intoccabili. Il danno di cui sopra sta nel fatto che l’allievo diventato cortigiano si illude, e, terminati gli studi (se è fortunato anche prima) si accorge che la realtà è un po’ diversa. Inoltre il baronato crea invidia tra una classe e l’altra, come più o meno succede in tutte le scuole, perfino ad Hogwarts, e là fanno i maghi…

Durante l’estate, come sapete, l’Arsenale della Pace diventa punto di incontro per migliaia di giovani e alcuni partecipano ai campi musicali animati dal Laboratorio del Suono. Negli ultimi anni, è capitato frequentemente (e continua a succedere) che arrivassero ragazzi (per lo più pianisti) con studi alle spalle, anche con diplomi di Conservatorio, che poi manifestavano problemi serissimi ad inserirsi (musicalmente parlando) nel gruppo, fatto di persone assai più grezze (per lo più chitarristi e percussionisti) e meno preparate. Perché? Per tanti motivi, certamente.

Io comunque credo che non si può allevare un animale in una sorta di cattività e poi pretendere che se la cavi quando viene liberato. Ad un pollo a cui per tutta la sua breve e grama vita dai una mangiatoia, un abbeveratoio, un allevamento più o meno stretto e qualche siringata a settimana non puoi chiedere altro… Se sei un allevatore illuminato e vuoi che il tuo pollastro se la cavi, devi anche insegnargli a razzolare da solo, a trovarsi i vermetti e i semini in mezzo all’erba e a difenderli dagli altri polli con la cresta più alta, anche a costo di qualche piuma. Diversamente la dura legge di Darwin farà il suo corso, anche quello musicale.

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