Questione di Feeling

Publié le 14-08-2012

de chiara

di Chiara M. - L’autrice di “Crudele dolcissimo amore” edizioni San Paolo, Risponde alle domande dei lettori della rivista del Sermig Nuovo Progetto

Chiara, conoscendoti un po’, leggendo la tua storia, spesso mi sorge la domanda: questa voglia di vivere che, malgrado anni e anni di acuta sofferenza, non si affievolisce, certo la trovi nel tuo rapporto con Gesù, ma questo stesso rapporto non va in profonda crisi qualche volta? Non ti viene la voglia di “sbattere la porta”, di dirgli “basta”, di lasciarti andare all’inedia o alla disperazione, o di imbottirti di morfina e antidolorifici? Cos’è che ti trattiene da questo?

Certo che il rapporto con Gesù va in crisi! Certo che ho voglia di sbattere la porta, di dirgli: “BASTA!”. Anzi, certe volte “Gliene canto quattro”, come si dice in gergo. E sbuffo, e brontolo, e mi incavolo e faccio l’asino recalcitrante. Mi ribello e gli dico: “Aspetta, che vengo su... e poi me lo spieghi com’è che questa mia vita va così”. I dolori alle volte sono davvero forti, intensi, da togliermi anche la capacità di fare un solo pensiero. Mi annientano, mi svuotano, mi demoliscono ma, nonostante da parecchio mi sia stata suggerita la morfina, ancora non ho ceduto. Fino a quando potrò, mi dico sempre, per quel che mi riguarda, voglio conservare la lucidità mentale. Avendo provato la morfina qualche volta, la sensazione che ho sperimentato non è stata per nulla piacevole! Ho provato anche a lasciarmi andare nel senso di pensare “butto tutto alle ortiche (ospedali, medici, terapie…) e vada come vada”. Ma è durato pochi minuti. La mia insopprimibile voglia di vita ha sempre la meglio. Già, la vita. Per alcuni sembra che sia una passeggiata, per altri una condanna. A qualcuno apparentemente è stato dato tutto, ad altri nulla o solo dolore e fatica. Non mi tornano i conti…

Eppure io sento che c’è Uno che questa vita me l’ha donata, Uno che, non l’ha voluta così, per me, ma ha permesso che la mia storia fosse scritta proprio così. È il capitolo riservato a me, con il mio nome come titolo, nel grande libro degli Uomini che appartiene a Lui e che costantemente sfoglia da sempre. È una “questione di feeling”, così diceva una canzone anni fa. È questo che mi trattiene, come mi chiedi tu: il rapporto che negli anni ho costruito con Lui, che confidenzialmente chiamo “il mio Socio”. Un rapporto che cresce nel tempo, che ha alti e bassi come succede fra coloro che si amano. È tutto nel conto. Lui lo sa, ma mi aspetta sempre. Lui c’è, lo sento profondamente, intensamente dentro di me. Non ho le visioni e non sono suggestionabile; ho i piedi ben piantati in terra ma quando ti entra dentro l’Infinito non puoi più farne senza. È questione di feeling.

CHIARA M. RISPONDE – Rubrica di Nuovo Progetto

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