Vacanze per (o… come) tutti?
Publié le 11-08-2012

“Ma allora, vieni a mangiare, sì o no? Ti ho già messo il risotto alla milanese, che a te piace tanto, nel piatto! (Speriamo che non si accorga che è quello delle buste, cotto in 10’. Ma poi perché dovrebbe lamentarsi? Anch’io lavoro tutto il giorno e, arrivata a casa, mica mi spaparanzo a leggere il giornale, io! E allora per la cena, faccio come posso)” grida la mamma che, per essere più convincentemente… sincera, aggiunge: “Dai, che si raffredda tutto!”. Papà chiama la moglie perché veda anche lei la notizia che lo aveva svegliato, sì, perché di solito, appena iniziato un articolo, specie di politica, piombava in un torpore molto vicino al sonno.

Il motivo vero non era questo: due anni fa, tornando al lavoro, l’avevano accolta con sufficienza perché non aveva un’abbronzatura doc! Quest’anno saranno le sue colleghe a schiattare di gelosia! Ha già adocchiato in un negozio del centro un due pezzi fantastico! Ma perché più sono ridotti, più costano? Ma è ovvio! Sono firmati! “Effettivamente, mi sembrano proposte un po’ esagerate!”. E intanto si erano avvicinati anche i ragazzi. Il figlio dice, indicando una foto sul giornale: “Guarda! Quel ragazzo con il mitra e la cartucciera a tracolla, sembra non molto più grande di me!”. “È vero!” conferma papà che però non ci aveva pensato… Poi, davvero indignato, aggiunge che gli sembra davvero uno schiaffo ai poveri trattare le sofferenze degli altri come uno spettacolo per gente ricca ed annoiata in cerca di emozioni forti!
Poi cambia discorso e quanto sta per dire, lui lo sa bene, è una vera miccia accesa. “Per quanto riguarda la mia vacanza di quest’anno, un’altra come le due ultime, no, proprio non c’è storia!”. “Come sarebbe a dire? Cosa c’era che non andava?” scatta mamma. “Ma come puoi chiamare vacanza quella vita di spiaggia, schiacciati come acciughe, asfissiati dall’odore delle creme abbronzanti, con il mare inquinato che non si poteva fare neanche il bagno. E poi, sempre lì, tutti i giorni, senza vedere null’altro, se non la strada dall’albergo al mare!”. “Ma se era così comodo l’albergo a 50 metri dalla spiaggia!”. La discussione viene interrotta dalla ragazzina che, dopo aver guardato negli occhi il fratello maggiore, dice sicura la sua sull’argomento vacanze, perché ne avevano parlato molto tra di loro: “Uffa! Noi non vogliamo più tornare al mare: soprattutto l’anno scorso, ci siamo annoiati a morte. Il bagno no, come ha detto papà! Andare in giro da soli, no, questo lo diceva mamma che ci ha consigliato di leggere un libro! Ma non siamo mica a scuola! Per fortuna abbiamo trovato, vicino alle vostre sdraio, un piccolo angolo dove giocare con la sabbia, ma alla fine eravamo stufi! E poi non ci lasciavate neanche stare con altri ragazzi o ragazze perché avevate paura. Che barba!”.

Quello che segue è prevedibile: mamma proprio non vuole sentir ragioni. Non avrebbe più osato presentarsi in ufficio non abbronzata a puntino. E poi tutti vanno al mare e perché loro no? Le viene il dubbio che papà abbia fatto apposta a non telefonare. Un po’ era vero ed aveva già tentato di farlo capire timidamente prima. Ma non aveva mai osato affrontare il problema con la mamma, conoscendola nelle sue reazioni. Infatti anche stasera stava parlando (gridando…) solo lei! Quando, senza voce, si siede e quasi le viene da piangere, papà precisa il suo punto di vista. Oltre a voler fare… qualcosa nelle vacanze, effettivamente la spesa era sproporzionata. E poi chi l’ha detto che bisogna comportarsi sempre come gli altri? Si potrebbe provare in altri posti, però è effettivamente tardi prenotare adesso. E farlo via Internet? Ma due suoi colleghi di lavoro hanno anche trovato sul Web due belle fregature! Quando si era trattato di pagare il saldo, l’agenzia online era sparita assieme ai loro anticipi! Fidarsi dei pacchetti low cost? E se poi sono solo…. pacchi o, all’ultimo minuto, non si trova nulla di decente? Riconosce però la sua colpa di non averne parlato prima: adesso si rischia di passare le vacanze gratis ma… a casa!

“È fatta! Quest’anno sì che faremo delle vacanze belle!” dicono, battendo cinque, i due ragazzi. E finalmente si siedono a tavola. Il risotto alla milanese non è più mangiabile, però nessuno si lamenta di quello che mamma recupera nel frigo. I figli sono proprio contenti, anche perché coi loro amici hanno già organizzato quasi tutto per i giorni in cui saranno insieme. Ai genitori incominciano a venire tanti dubbi, cominciando dal fatto che non hanno mai sperimentato le ferie in società. E la privacy?... Dovranno poi farsi da mangiare… Certo divideranno le spese….Poi quella coppia sarà contenta di stare con loro? Ai raduni dei consigli di classe sembravano gente per bene e anche simpatica, però non si sa mai… Ma tant’è! Anche di questo si parlerà domani!
Vivere un anno per due settimane di ferie? Sono in molti – giovani e adulti – a farlo. E dubbi ed interrogativi rimangono, anche se vai via un mese intero, perché il più delle volte ti trovi a scegliere mete obbligate tipo se ci va lui, non posso essere da meno anch’io. I risultati? Il conto in banca alleggerito e non poco… Ritmi così serrati tra il giorno con la fatica della spiaggia e la notte al pub o in discoteca, tanto che torni a casa più stanco di prima. La discoteca… dove ti trovi anche a fare delle cose di cui poi ti vergognerai, e questo per divertirti ad ogni costo. Tracannare cocktail coloratissimi e costosissimi di superalcolici è certo fare qualcosa di diverso, ma che senso ha? Come saranno le inedite ferie in società dei nostri amici. Lasciamogliele intanto fare!
di Giorgio Chatrian