Liberi dallo spreco
Publié le 19-01-2025
Lo spreco e la povertà alimentare: due facce della stessa medaglia, uno dei paradossi della nostra epoca che mina alla base l’idea stessa di libertà. È stato questo il tema dell’incontro dell’Università del Dialogo del Sermig sabato 18 gennaio negli spazi dell’Arsenale della Pace di Torino.
Ospiti, l’economista Andrea Segrè e la fitopatologa Ilaria Pertot, autori de “La spesa nel carrello degli altri”, un’indagine dettagliata sull’impoverimento alimentare in Italia.
Nonostante che nel nostro Paese l’alimentazione occupi una parte importante della narrazione collettiva e dell’economia, paradossalmente il cibo sta perdendo progressivamente il suo valore. Tanto che viene sprecato in grande quantità. Uno stato di cose che invita all’azione e alla mobilitazione di tutti, dalle istituzioni nazionali ai comuni, dalle famiglie alle scuole.
Andrea Segrè insegna all’Università di Bologna, è consigliere speciale del Sindaco di Bologna per le Politiche alimentari urbane e metropolitane e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero.
Ilaria Pertot insegna all’Università di Trento. Grazie all’approccio interdisciplinare che unisce tecnologie innovative, sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare, è figura di riferimento internazionale nella ricerca avanzata agroalimentare.
Ecco alcuni spunti della serata. Molti altri saranno contenuti nel numero di febbraio del mensile del Sermig NP Nuovo Progetto.
“Che cosa ci dicono i dati della povertà? Sono dati inquietanti che ci hanno colpito. Da molti anni studiamo lo spreco alimentare, quello che una volta chiamavamo “invenduti”. Abbiamo visto crescere la platea di coloro che non hanno risorse necessarie. Ma non solo: oltre ai numeri abbiamo voluto capire chi c’è dentro. Non è solo una questione di statistiche o numeri, sono persone. Abbiamo conosciuto persone e famiglie reali, abbiamo visitato periferie e mercati per conoscere chi sono le persone che riempiono il loro carrello. Abbiamo visto tante forme di povertà, chi non riesce a mangiare ma anche chi mangia male. Abbiamo voluto raccontare delle storie con personaggi protagonisti che stanno vivendo un processo di vero e proprio impoverimento alimentare”.
“Lo spreco vale circa 100kg di cibo all’anno per famiglia per un totale di 13miliardi di euro, ma che cosa vuol dire lo spreco e chi spreca? Si può sprecare cibo, ma anche energia. Sprecare vuole dire non solo rifiuto ma anche perdita. Un prodotto alimentare che potrebbe essere ancora utilizzato ma che viene buttato via divenendo rifiuto alimentare. Quindi c’è anche un costo economico ed ecologico perché il rifiuto alimentare bisogna smaltirlo”.
“I motivi dello spreco sono molti: prima di tutto, non diamo importanza al cibo. Per molte persone ci sono voci più importanti nel budget famigliare. Se si devono tagliare dei costi, per tanti la prima voce da tagliare è il cibo, non l’abbigliamento perché lo riteniamo più significativo per segnalare il nostro status. Poi è un fatto di mentalità, quando mangiamo abbiamo sempre paura di non averne abbastanza. Infine, ricordiamoci che psicologicamente comprare è un’azione gratificante. Il vero elemento su cui investire invece sono le relazioni. Curare le relazioni è ciò che ci impedisce di impedire la nascita di falsi bisogni che spingono a comprare cose che alla fine vanno sprecate”.
Redazione UDD
Incontro integrale
Foto: R. Bussio