Servitori del Regno

Publié le 15-02-2012

de dom Luciano Mendes de Almeida

Un dinamismo che opera sempre cose nuove.

 


Il popolo di Dio è spesso stato considerato come un insieme di poveracci incapaci di pregare, bisognosi di essere consigliati e guidati, e di vescovi, sacerdoti, diaconi, Fedeli nella tendopoli di San Gabrielepersonaggi importanti e privilegiati perché scelti da Dio per essergli più vicini e per dirigere. Insomma, esclusi e privilegiati. Questa idea permane anche oggi, ma non è mai stata la visione del Vangelo. Siamo tutti in movimento per il Regno di Dio e tutti abbiamo la responsabilità di realizzarlo.

Il termine Regno, come inteso da Gesù, forse è poco comprensibile, perché il peso delle culture ha lasciato un po’ il segno. Nell'Antico Testamento il popolo di Dio non aveva un regno e, non essendosi abituato a pensare che gli bastava Dio, voleva un re che lo guidasse, lo difendesse, come avevano gli altri popoli. Oggi parlando di re si immagina una situazione di agiatezza, di separazione dalla vita reale e dalla gente.
La regalità di Gesù era diversa da quella che noi nella storia abbiamo associato al titolo di re. Gesù lavorava, si stancava, non disdegnava dormire su una barca di pescatori, aveva fame, era considerato un ignorante perché non aveva studiato.
Nel vangelo Gesù predica il Regno di Dio, non un regno terreno. Già in questa vita, ci sono delle realtà e delle situazioni che rendono presente il Regno di Dio. Il segno del Regno di Dio è la vita piena per gli abbandonati e gli esclusi. È dove si costruisce unità, pace, giustizia.

Gesù ci ha insegnato che il Regno di Dio non è riservato al popolo dei battezzati e che, nello stesso tempo, non raccoglie ancora tutta l’umanità. Ci chiede di fare discepoli e battezzare, fino alla fine dei tempi, e ci assicura la sua presenza. La spiritualità, la preghiera, la testimonianza, il servizio aiutano a rispondere a questo compito. E ognuno si realizza nel compierlo. Mi ricordo di una suora, Anna, che alla fine degli esercizi spirituali disse: "Io sono così contenta perché mi hanno inviato a servire i lebbrosi in Amazzonia". Il messaggio del Vangelo ci invita a liberarci completamente di tutto il superfluo per essere al servizio di quelli che sono amati da Dio.
Eric Gill, Pescatori di uomini
Nel costruire il Regno, nel fare la volontà del Signore, c’è un elemento forte di azione, di operosità, di realizzazione. È come una costruzione che non è mai finita, c’è sempre qualche cosa da fare, da abbellire, da finire, da perfezionare. Questo da una parte è una specie di peso, è il non poter riposare sugli effetti ottenuti, ma dall’altra è il darsi sempre da fare: si innesca un dinamismo che opera sempre cose nuove. È l’azione dello Spirito Santo che guida al servizio del Regno di Dio.

Essere al servizio del Regno implica ricercare sempre la volontà di Dio, che può essere misteriosamente diversa dalla nostra, ed accettare che ostacoli, fragilità, incomprensioni, malattie possano bloccare l’operosità. Ma chi ama il Signore sa conformarsi alla sua volontà e accettare con affetto quello che il Signore desidera, senza mai perdere la pace del cuore. Non siamo santi, lo dobbiamo diventare, ma abbiamo questa ragione di vita: essere qui per aiutare gli altri a far sì che arrivino il più vicino possibile al progetto di Dio attraverso la nostra collaborazione.
 

dom Luciano Mendes de Almeida
da Nuovo Progetto agosto/settembre 2009

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