Non c’è più religione

Publié le 23-09-2017

de Flaminia Morandi

Flaminia Morandi - MINIMAdi Flaminia Morandi - Scrive Alexander Schmemann che nella Chiesa primitiva nessuno faceva tour religiosi nei luoghi dove aveva vissuto Gesù, come se solo in Terra Santa si riuscissero a vivere sentimenti forti nei confronti di Cristo. Nella Chiesa primitiva nessuno faceva pellegrinaggi verso mete che, a raggiungerle, conferiscono patenti di santità e regalano esperienze strabilianti. Nella Chiesa primitiva non c’erano neanche templi e i cristiani si riunivano una volta la settimana per la Cena, semplicemente, nella casa di uno di loro. Erano le religioni del tempo antico che avevano bisogno di queste “droghe mistiche”, non i cristiani, ben consapevoli di essere loro, il nuovo popolo raccolto da Cristo, ad essere tempio e luogo santo; loro, ad essere meta di pellegrinaggio verso il Regno: la loro vita vissuta in Cristo, vero Dio e vero uomo, ad ogni eucaristia li trasportava con Cristo seduti accanto al Padre. Proprio loro, con tutte le loro fatiche, con i pesanti limiti, con il loro dolore e la loro gioia.

Cristo viene lì, in mezzo a loro, perché cercarlo dove aveva vissuto? Certo che la sua storia umana è importante, ma la sua presenza in mezzo a loro, lì dove vivono, patiscono e gioiscono, è la vera novità della loro fede: una fede che ha messo la parola “fine” ad ogni religione, ad ogni modo umano di cercare Dio. La religione serve quando c’è un muro divisorio e invalicabile tra Dio e l’uomo: ma Cristo, vero Dio e vero uomo, questo muro l’ha abbattuto. Con lui la religione è diventata un reperto del passato: la divinoumanità di Cristo ha aperto a tutti la porta della Vita Nuova. Non c’è più bisogno del surrogatoreligione.
Ecco perché i primi cristiani erano accusati di ateismo: perché erano liberi dalla religione che lega e sottomette. Loro, da Cristo, ricevevano la Vita in tutta la sua pienezza, come perenne eucaristia, cioè rendimento di grazie di ogni istante di vita: della terra che calpestano, dell’aria che respirano, del cibo che mangiano, del vino che bevono, dell’amore che si scambiano, della gioia e del dolore che provano, del creato che li avvolge. Tutto è sacramento, tutto è eucaristia.

Non c’è un sacro e un profano, perché tutto è sacro, tutto può diventarlo. Non c’è nessuna spiritualità “separata” dal mondo né nessuna azione “mondana”: tutto è di Cristo, e Cristo è di Dio. Tutti figli e fratelli, tutti seduti alla destra del Padre. Questo i cristiani hanno da dire al mondo, e non lo fanno. Forse perché non hanno più inciso nelle viscere il senso trasformante dell’eucaristia. Forse perché la storia li ha imbrogliati.

Flaminia Morandi
MINIMA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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