Tre mesi all'Arsenal da Esperança...

Publié le 15-03-2014

 

clicca per ingrandireNel 2010, quasi per caso, passando nelle vicinanze del Memorial da Imigração di San Paolo, storico museo dell'immigrazione nella capitale paulista, ho scoperto l'edificio dell'Arsenal da Esperança.
Non avendo riferimenti in proposito mi sono premurato di approfondire per avere qualche informazione come avevo fatto per altre istituzioni brasiliane.
Sono venuto così a conoscenza del Sermig di Torino, degli Arsenali nel mondo e dell'avventura di Ernesto Olivero.

clicca per ingrandireSiamo al 2013, mi reco ancora una volta a San Paolo per incontrare Cyntia, la mia fidanzata. Nel programmare questo ennesimo viaggio, desidero anche valorizzare il mio tempo in funzione degli altri, dedicando un po' delle mie energie agli ultimi. A dire il vero, poiché le cose non nascono dal nulla, da mesi stavo riflettendo su quel: “...Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare... ho avuto sete, ecc.” Per capire bisogna vivere le parole.

Dopo i primi contatti dall'Italia con Simone, missionario del Sermig a San Paolo, a dicembre dello stesso anno ho varcato il portone dell'Arsenal da Esperança nello storico quartiere della Mooca.

clicca per ingrandireA dire il vero, pensavo di imbattermi solo nei problemi dovuti alla situazione di disagio vissuta dagli ospiti quale conseguenza della droga, alcool, degli abusi subiti, delle ingiustizie, le discriminazioni e le sofferenze di ogni genere.

Al contrario invece ho conosciuto una casa che accoglie per davvero senza distinzioni, che spesso riesce a riconciliare con se stessi e con il prossimo. Qui chi entra è benvenuto a patto che impari a rispettare gli altri. Questo è uno dei fondamenti: il rispetto altrui che passa in molti casi attraverso il rifiuto netto delle droghe e del vizio in genere. Ma ancor più a rendere il luogo speciale è la presenza di un gruppo di missionari del Sermig che vivono l'ideale evangelico nella assoluta semplicità e totale dedizione al prossimo.

clicca per ingrandireCon Gianfranco, Simone, Lorenzo, Marco, tutti gli amici della Fraternidade da Esperança e i volontari abbiamo condiviso dei momenti significativi tra il lavoro, la preghiera e le numerose iniziative ed eventi.

Per il Natale, ad esempio, gli accolti hanno realizzato un enorme presepe di cartone che riproduceva il quartiere in miniatura con l'intento di trasmettere a tutti il messaggio che il quartiere può cambiare in meglio attraverso l'impegno e la solidarietà di tutti coloro che vi partecipano: persone ed istituzioni. Tale iniziativa ha avuto il suo apice di pienezza nell'Eucaristia celebrata a Natale da Dom Odilo Scherer vescovo di San Paolo alla presenza di numerosi ospiti e amici.

clicca per ingrandireIn concomitanza dell'ultimo carnevale, l'Arsenale ha organizzato il Batuca-Bresser, una sfilata allegorica con tamburi di latta e strumenti ritmici costruiti dai numerosi amici e volontari. L'idea è nata dal bisogno di aggregare quante più persone possibili per diffondere l'immagine di un quartiere in cui nessuno si senta escluso.

L'impegno dell'Arsenale va quindi ben oltre l'attività “interna” e la sfida è decisamente quella di instaurare una rete di solidarietà con istituzioni e personalità comprese le altre realtà religiose. Il traguardo di un'inclusione sociale piena, alla luce della parola di Dio, è uno degli obiettivi da raggiungere.

Oltre a tutto questo, L'Arsenale vive la propria quotidianità fatta di azioni solo apparentemente banali, in realtà preziose e di significativa importanza. Da volontario ci si può ritrovare a svolgere una qualche attività nel bazar interno, dove vengono raccolti e venduti i capi di vestiario frutto delle donazioni. In tale ipotesi può capitare anche solo di dover separare i capi di vestiario maschili e femminili. Questo ad uno sguardo superficiale potrebbe risultare poco utile; rappresenta invece un atto di amore e di profonda dedizione verso coloro che grazie al contribuito offerto avranno un vestito o un paio di scarpe. Si potrà anche aiutare in qualche compito di pulizia degli ambienti, dei dormitori o nel carico e scarico merci. Vi sono compiti legati alla biblioteca interna e, per chi ne ha i requisiti, di insegnamento nei corsi di formazione e alfabetizzazione. Non importa ciò che si fa. Credo che importi il come lo si fa e per chi.

clicca per ingrandireChi entra nell'Arsenale che sia volontario o accolto sa che il suo contributo non è fine a se stesso o per il proprio tornaconto. Tutti senza esclusione imparano una lezione fondamentale: l'impegno di ciascuno e rivolto al bene di tutti. Ecco quindi che dedicare il proprio tempo si trasforma nel dono di se stessi e del proprio tempo e nel più ampio disegno di amore provvidenziale.

Per quanto mi riguarda, ho vissuto tre mesi straordinari e di certo lo rifarei. Potrei dilungarmi, raccontare ancora molto ma ciò non renderebbe appieno le sensazioni vissute in prima persona. Bisogna sperimentare per comprendere. Per questo devi viverlo l'Arsenale. Ti verrà offerta la grande occasione di fare del bene senza pretendere nulla in cambio. Conoscerai persone meravigliose e forse, questo dipende da te, troverai anche la tua strada. Che altro desiderare?

Livio

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