La Morenita

Publié le 10-08-2012

de bruno

di Bruno Baioli - Il 12 dicembre è la festa della Madonna di Guadalupe. Nel 1531, dieci anni dopo l’arrivo di Cortes a Città del Messico, la Madonna appare su un colle della città, il Tepeyac, per dire agli spagnoli: “Basta! Sterminando gli indios, assassinate me”.

Mosaico raffigurante la Madonna di Guadalupe e Juan DiegoJuan Diego abita a Tolpetlac, presso lo zio Juan Bernardino, diventato pure lui cristiano. Il 9 dicembre 1531, come sempre il sabato, egli parte per assistere alla messa presso i frati francescani, vicino a Città del Messico. Ai piedi della collina di Tepeyac si sente chiamare nella sua lingua il nahuatl. Si inerpica sul colle e si trova davanti una donna india. Si qualifica come la Vergine Maria e gli chiede di recarsi dal vescovo di Città del Messico perché costruisca un tempio in cui la Madonna possa manifestare il suo amore, la sua compassione, la sua protezione. Il vescovo non gli crede. Al ritorno un nuovo incontro e la ripetizione della richiesta. La domenica mattina, dopo messa, Juan Diego si reca nuovamente dal vescovo, mons. Zumárraga, religioso francescano, che gli chiede un segno tangibile. Una nuova apparizione, sempre nello stesso luogo. Juan Diego riferisce che il vescovo reclama un segno e la Madonna gli dice che il giorno dopo gli consegnerà il segno.

Tornato a casa, trova lo zio malato e il lunedì rimane accanto a lui per curarlo. Lo zio si aggrava. All’alba del martedì Juan Diego si avvia verso la città per cercare un sacerdote.
Il martedì, mentre era ancora buio, Juan Diego uscì di corsa e si mise in cammino verso Tlatilolco per chiamare un sacerdote. Giunto proprio al viottolo che fiancheggia il Tepeyac, verso ponente, strada che percorreva di solito quando si recava in città, disse tra sé: «Se vado avanti per questa via probabilmente incontrerò di nuovo la Signora, la quale mi tratterrà sicuramente perché io porti il segno al vescovo, come mi ha ordinato. È necessario invece che per il momento ci lasci risolvere il nostro problema. Bisogna che per prima cosa io chiami in fretta un sacerdote poiché mio zio lo aspetta con ansia». Aggirò perciò la collina, la risalì e passò sul fianco opposto, sul lato orientale, in modo da raggiungere rapidamente Tlatilolco senza essere trattenuto dalla Regina del Cielo. Pensava ingenuamente che facendo quel giro non avrebbe potuto scorgerlo Colei che invece vede perfettamente in ogni parte.
Infatti, come prese a scendere dal colle, la vide. Ella lo stava guardando. Gli venne incontro sul fianco del colle, tagliandogli la strada e gli disse: «Che cosa è accaduto, mio piccolo figlio amatissimo? Dove sei diretto?».

Madonna di GuadalupeEgli si sentì smarrito o forse si vergognò, si spaventò e si fece timoroso. Si prostrò alla sua presenza e la salutò dicendole: «Mia amabilissima Signora, spero che ti vada tutto bene. Hai riposato bene? Sto per darti un dispiacere. Ti faccio sapere, o mia Signora, che un povero tuo servitore, cioè mio zio, è molto malato. Una grave infermità lo ha colpito e certamente presto morirà. Io mi sto recando in gran fretta presso la tua casa di México per chiamare qualcuno degli amati da nostro Signore, uno dei nostri sacerdoti, perché venga al suo capezzale per confessarlo e prepararlo ad una buona morte. E in verità siamo nati per questo, noi che viviamo aspettando il travaglio della nostra morte. Ma appena compiuto questo incarico, tornerò subito qui un'altra volta per portare, o mia Signora, il tuo messaggio. Ti prego di perdonarmi. Abbi con me ancora un po' di pazienza, perché così facendo non voglio ingannarti, mia piccola Figlia amatissima. Domani senz'altro verrò qui in tutta fretta».

Dopo aver ascoltato le ragioni di Juan Diego, la Vergine gli rispose: «Ascolta, figlio mio, riponilo nel tuo cuore. Non temere e non affliggerti. Non si turbi il tuo cuore e non preoccuparti né di questa né di qualsiasi altra infermità. Non sto forse qui io, che sono tua Madre? Non stai forse sotto la mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non sei forse nel cavo del mio manto, nella croce delle mie braccia? Cosa vuoi di più? Niente deve affliggerti e turbarti. Non angustiarti per l'infermità di tuo zio, perché per ora non morirà. Sappi anzi con certezza che è già perfettamente guarito».
Nello stesso istante, come si poté constatare in seguito lo zio di Juan Diego guarì. Appena Juan Diego ebbe udite le amorevoli parole della Regina del Cielo, provò un grande sollievo e si senti confortato. La supplicò allora che lo mandasse immediatamente dal vescovo per portargli il segno che lo avrebbe indotto a credere al messaggio.
La celeste Signora lo invitò quindi a salire sulla sommità del colle, dove gli era apparsa precedentemente. Gli disse: «Sali, mio piccolo figlio amatissimo, sulla cima del colle, dove mi hai visto e dove ti ho affidato la missione. Lì troverai una grande varietà di fiori. Tagliali e raccoglili, facendone dei mazzetti. Poi scendi e portali alla mia presenza».

Arazzo raffigurante la Vergine di GuadalupeEra il 12 dicembre 1531. Juan Diego salì subito sul colle, e quando giunse in cima si stupì per la gran quantità di fiori di Castiglia appena sbocciati, graziosi e belli, che vi aveva trovato nonostante si fosse fuori stagione, nel periodo invernale. I fiori diffondevano un odore soavissimo; sembravano gioielli preziosi imperlati di rugiada notturna. Cominciò dunque a tagliarli, ne fece dei mazzetti e li avvolse nella sua tilma. Scese poi di corsa e portò alla celeste Si¬gnora i diversi fiori che aveva raccolto. Quando li vide, lei li prese nelle sue mani venerabili e li ripose tutti insieme nell'ayate di Juan Diego dicendogli: «Mio piccolo figlio amatissimo, questi diversi fiori co¬stituiscono la prova, il segno, che tu devi portare al vescovo. Da parte mia gli dirai che essi sono la prova che il mio messaggio è l'espressione della mia volontà. Sono anche la prova che tu sei il mio messaggero, meritevole della massima fiducia. Ti comando tuttavia con molto rigore di aprire il tuo ayate unicamente alla presenza del vescovo al quale mostrerai ciò che porti. Gli racconterai tutto puntualmente. Gli dirai che io ti ho ordinato di salire sulla sommità del colle per tagliare fiori e gli riferirai tutto ciò che hai visto e ammirato, in modo che tu possa vincere il vescovo e lui si decida ad edificare il tempio che gli ho chiesto, in conformità alla mia volontà».

Appena la celeste Signora ebbe finito di parlare, Juan Diego si mise in cammino sulla strada che porta a Mé¬xico. Procedeva contento.
Camminava con il cuore pieno di gioia perché era sicu¬ro che questa volta ogni cosa sarebbe andata bene e tutto sarebbe stato portato a termine perfettamente. Quando raggiunse il palazzo del vescovo, gli andarono incontro il maggiordomo e gli altri servitori. Egli dovette attendere molto a lungo prima di avere una risposta. Alla fine i servitori andarono dal vescovo e gli dissero che l'indio, che già altre volte era venuto e che ora già da tanto tempo attendeva di essere ricevu¬to, desiderava vederlo. Il vescovo, udito ciò, subito dette ordine che fosse introdotto. Entrato, Juan Diego si prostrò alla sua presenza, come già aveva fatto le altre volte. Di nuovo raccontò quanto aveva visto, udito e ammi-rato. Gli disse: «Mio Signore, ho eseguito quanto mi hai or¬dinato. Sono andato a dire alla celeste Signora, alla mia Pa¬drona, Santa Maria, l'amata Madre di Dio, che chie¬devi una prova per potermi credere e dare il via alla co¬struzione della sua santa casa nel luogo da lei indicato. E le ho detto anche, come tu mi hai incaricato, che ti avevo dato la mia parola di venirti a portare un qual¬che segno concreto della sua volontà. Ella ha accolto benevolmente il tuo desiderio e la tua richiesta, purché sia rispettata e realizzata anche la sua amata volontà. Ed oggi, di buon mattino, mi ha nuovamente inviato presso di te. Poiché aveva promesso di fornirmi il segno che le ave¬vo chiesto, subito mi ha accontentato. Mi ha mandato sulla cima del colle, dove io l'avevo vi¬sta precedentemente, affinché vi raccogliessi diverse rose di Castiglia. E io le ho tagliate e gliele ho portate. Lei le ha prese con le sue sante mani e le ha avvolte nuovamente nel mio ayate perché venissi a portartele e le consegnassi unicamente a te solo. Ecco ora qui i fiori. Fammi il favore di accettarli».

Juan Diego mostra le rose al VescovoQuindi aprì il suo ayate, in cui erano deposti i fiori raccolti e non appena questi si sparsero per terra subito sul mantello si disegnò e si manifestò alla vista di tutti l'amata Immagine della perfetta Vergine Santa Maria, Madre di Dio, nella forma e figura in cui la vediamo oggi, così come è conservata nella sua amata casa, nel tempio eretto ai piedi del Tepeyac e che noi invochiamo con il titolo di Guadalupe. Visto ciò, il vescovo e tutti coloro che erano presenti, caddero in ginocchio profondamente stupiti e ammirati. Poi si alzarono per vederla meglio e il loro volto si riempi di tristezza e di afflizione. La guardavano non con curiosità, ma con cuore sincero.
Il vescovo con le lacrime agli occhi, rattristato, la pregò e le chiese perdono per non essere stato sollecito ad accogliere il suo messaggio e ad eseguire la sua volontà. Rimanendo in piedi, si accostò a Juan Diego, ne sfilò dal collo la tilma, su cui si era impressa l'Immagine della celeste Signora.
Juan Diego trascorse ancora una giornata nella casa del vescovo, trattenuto come ospite.

Notiamo alcune cose di questa icona: non tanto il volto - abbiamo già detto che è di una donna india - quanto i capelli, neri, raccolti come quelli di una regina india, e poi l’abito: sul collo c’è un fermaglio, con inciso il segno della croce: esso indica la relazione stretta di questa regina india con Maria e con Gesù. Ella non è una regina india qualsiasi, quindi. Altro dettaglio molto importante, la cintura: è di color viola scuro. La cultura azteca dice che il colore violetto indica, senza possibilità di equivoci, che la donna è incinta. Questa donna in attesa di un bimbo è la “donna vestita di sole” dell’Apocalisse “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto” (Ap. 12, 1-2).
Nell’immagine della Madonna impressa sulla tilma 100 raggi di sole incorniciano la figura femminile.
“Sul capo una corona di 12 stelle”: sono evidenti, nel manto azzurro, di un broccato che riprende i colori e l’arte azteca, il cielo con le stelle e le costellazioni.
Nella parte inferiore dell’icona ci sono due mezzelune che sembrano corni: in realtà sono le falci della luna a mezzo: “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi”.
Ai piedi della Morenita si intravede l’angelo, colui che porta la luna e, sopra di essa, la Madonna. È un angelo che non sembra per nulla affaticato, pur portando sulle spalle una persona.
Da ultimo, ecco un segno biblico molto importante: al di là del sole c’è una nube, una grande nube: è la nube dell’inconoscenza di Dio, è la nube che nell’Esodo accompagna sempre le teofanie. Questa è una teofania, tramite Maria è Dio che si presenta. Juan Diego riceve una gioia immensa e una consolazione che gli darà un’allegria straordinaria.

Celebrazione nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme nella festa di Nostra Signora di GuadalupeAffidiamo noi stessi e tutti i giovani del mondo a Maria, perché dia a noi la forza, la spinta dello Spirito per impegnarci sempre di più in questa lotta contro il male, per ribaltare le situazioni negative strutturali di ingiustizia, di oppressione, di cattiveria del mondo, cambiando prima di tutto noi stessi; è per questo che siamo qui, in questo convegno.
Chiediamo aiuto alla Madonna di Guadalupe, che è la Madonna dei poveri. Ella dice loro: “Io vi tengo nel palmo della mano”. Affidiamo a lei tutti i poveri del mondo.
La Madonna ha detto a Guadalupe: “Ascolterò il vostro pianto, ascolterò i vostri lamenti, mi prenderò a cuore e curerò tutte le vostre numerose pene, le vostre miserie, i vostri dolori, per porvi rimedio”.

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