PALESTINA: “Sport sotto l’assedio”

Publié le 31-08-2009

de sandro


Dal 15 al 22 aprile si affrontano, in un torneo che si svolge in città e campi profughi palestinesi, 15 squadre: dodici palestinesi e tre europee. Una testimonianza da Gaza.

a cura di Altropallone e Jalla

La campagna di cooperazione sportiva SPORT SOTTO L’ASSEDIO promossa dalle associazioni italiane Jalla Onlus e Salah Onlus organizza dal 15 al 22 aprile la seconda edizione del torneo calcistico non competitivo in Palestina, che vede affrontarsi, in 6 mini tornei, 15 squadre (dodici palestinesi e tre europee). L’evento conclusivo è previsto nella città di Gerusalemme dove una rappresentativa europea giocherà contro una selezione palestinese.

Le città di Gerusalemme, Gerico, Jenin e Tubas ed i campi profughi di Deheishe, Aroub, Farah, Khan Younis e Jabalia sono pronte ad accogliere i circa 50 partecipanti alla manifestazione.
Accanto ai momenti dedicati al torneo sono previsti incontri ed iniziative, in particolare con le comunità ospitanti, per una migliore comprensione della difficile situazione palestinese. Gli effetti devastanti di questa occupazione militare sono sotto gli occhi di tutti. Il muro dell’apartheid, i checkpoints e gli insediamenti ne sono gli esempi più lampanti. A questo senso di ingiustizia, ogni giorno centinaia di migliaia di persone oppongono la più efficace forma di resistenza. Continuano a vivere. E vivere significa anche trovare il coraggio e la volontà di giocare, e di praticare uno sport in uno stato d’assedio. Questo intendiamo testimoniare con la nostra presenza.

Sono i positivi riscontri a questo tipo di iniziative, sia in Palestina che in Europa, che hanno permesso alle due associazioni proponenti di aumentare i loro sforzi per la valorizzazione degli interventi di cooperazione sportiva. Oggi SPORT SOTTO L’ASSEDIO è un patrimonio condiviso, da realtà molto differenti tra loro; tifoserie organizzate, associazioni, società sportive, collettivi politici, enti locali. Ognuna con le sue specificità, ma tutte indistintamente pronte a confrontarsi per dare efficacia ai diversi progetti realizzati fin qui.

Pubblichiamo una testimonianza pervenuta dai partecipanti alla “Carovana sportiva”.

 

Gaza - Palestina 17/18 Aprile 2006

2° edizione della carovana sportiva, sport per la pace, sport per il dialogo, ... sport sotto l'assedio che purtroppo continua a caratterizzare questo territorio.
Sono le ore 12 di lunedì 17 aprile, giorno di pasquetta... purtroppo da Tel Aviv arriva la notizia di un attentato dopo tanto tempo di tregua... perché?
Un giovane di 18 anni, proclamatosi della Jihad islamica, si dice essere stato preso con una borsa... e poi l'esplosione, ancora morti e feriti.

Siamo tutti insieme qui a Gaza, le associazioni sportive, gli atleti, la sicurezza, la televisione, pronti con il nostro bus ad andare a prendere al chek point di Erez i ragazzi e le ragazze che arrivano dall'Italia per giocare questa seconda edizione di "Sport sotto l'assedio". Ci guardiamo, increduli e dispiaciuti, immediatamente le forti esplosioni ci tolgono il sorriso per l'attesa di questo evento... ancora una volta purtroppo la violenza vince sulla volontà di vivere in pace.
Ritorniamo indietro, verso la sede dell'associazione sportiva del campo profughi di Jabalia... ci hanno avvisato che ci sono difficoltà all'entrata di Erez per la nostra squadra italiana.

Non possiamo rimanere sotto le bombe ad aspettare, dobbiamo risolvere la situazione altrove. Solo verso le ore 18 la situazione viene sbloccata, e la squadra riesce ad entrare a Gaza. L'entrata purtroppo avviene con i forti frastuoni delle esplosioni, che si intensificano proprio in quei momenti. I palestinesi però non vogliono rovinare questo arrivo, e l'accoglienza si fa subito calorosa. Seguono i saluti e la presentazione del programma. E' fitto il calendario degli incontri, non ci sono solo le partite del girone previste, ma anche gli incontri con la popolazione, la comunità locale, università, sindaci e governatori.

Le partite si dovevano svolgere nello stadio "Palestine" di Gaza City, un bombardamento precedente lo ha reso inagibile proprio in questi giorni!!! Veniamo quindi ospitati nel piccolo campo dell'Università di Al Aqsa.
Giocheremo contro le due squadre: Jabalia Sporting Club, Al Aqsa Team. La partecipazione è grandiosa, la tifoseria di Gaza arriva al campo, applausi, canti, l'accoglienza è forte. Fischio di inizio, il primo gol è per l'Italia, poi il declino… perdiamo tutte e due le partite.

Nella finale tra le due squadre palestinesi ci sarà il pareggio… come può un torneo finire in pareggio???!!! Ma è chiaro: questa carovana non è qui per una competizione atletica, è la solidarietà che conta, riuscire ad incontrarsi in posti così lontani e difficili, la felicità di un attimo, una mano tesa verso una chiusura troppo forte nei confronti di questo popolo... la difficoltà per i governanti di trovare un dialogo che invece è possibile e necessario per la gente. Dovranno ancora morire in tanti purtroppo prima di arrivare a capire... Così come anche ieri è morto un altro giovane mentre giocava a pallone: una scheggia volante sotto quelle maledette bombe, Abed Mamduah, è a lui che dedichiamo questo torneo qui a Gaza.

Alla prossima
Meri Calvelli - Cric sede di Gaza

Altropallone
altropallone@altropallone.it
www.altropallone.it

Associazione Jalla Onlus
jalla@ecn.org
www.jalla03.org

Inoltre: www.sportcontroilrazzismo.it

 

 

 

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