Pena di morte: Appello per una vita

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


Accusato di un omicidio che non ha compiuto, rinchiuso in isolamento a “Polunsky Unit – Texas”, Tony è in attesa della sua esecuzione, fissata per il 7 dicembre prossimo.

di Tony Egbuna Ford

Tony Egbuna Ford era autista di due fratelli che nel 1991 in Texas, per riscuotere un debito di droga, fecero irruzione in una casa uccidendo uno dei figli del debitore, ferendo le altre figlie e rendendo disabile la moglie. Ingiustamente accusato di aver preso parte all’omicidio, Tony è stato condannato a morte.

Dal 1993, quando è arrivato nel “braccio della morte”, il famigerato “Polunsky Unit” di South Livingston, Texas, Tony si è dedicato alla lotta per i prigionieri ed è ora in isolamento (al livello 2) a causa della protesta pacifica con la quale lui e altri detenuti stanno cercando di attirare l'attenzione dei media sulla situazione nel carcere e sulla pena di morte. L'amministrazione carceraria sta mettendo in atto vessazioni e minacce, e anche pestaggi. Un ragazzo è stato "gasato" e a un'altro hanno rotto un braccio e si sono poi rifiutati di curarlo. A Tony è stata tolta la macchina per scrivere, le penne e la carta, cancellate tutte le visite, anche quelle dei media. È stato inoltre minacciato in vari modi.

La data della sua esecuzione è ora fissata per il 7 dicembre prossimo.
Gli amici del Comitato “Paul Rougeau” ci hanno girato il suo appello.

UN PUNTO SU CUI OCCORRE PRENDERE POSIZIONE!

Mi sono sempre proposto, nel caso fosse stata fissata per me la data dell’esecuzione, di protestare in qualche modo contro la mia uccisione voluta dallo Stato.
Nel corso degli anni, ho visto numerosi fratelli mettere in atto vari tipi di protesta contro la loro esecuzione. Le proteste più rilevanti sono state quella di Ponchai Wilkerson, che lottò fisicamente fino alla fine e che sputò dalla bocca una chiave da manette mentre era già legato al lettino dell'esecuzione; quella di Shaka Sankofa (Gary Graham), che lottò fisicamente e chiamò i fratelli, le sorelle e tutti i progressisti alle armi per impedire la sua uccisione da parte dello Stato, lottando tutto il tempo fisicamente per respingere l’attacco brutale da parte delle guardie carcerarie, che cercavano di estrarlo dalla sua cella e infine quella di Emerson “Giovane Leone” Rudd, che rifiutò pacificamente di essere portato al suo omicidio pacificamente, e così fu colpito con il gas, picchiato fino a perdere quasi conoscenza e trasportato a forza dalla Polunsky Unit alla Casa della morte.

Tutti questi sforzi furono compiuti con grande coraggio, e realizzati dopo una lunga preparazione e profonde meditazioni. Purtroppo questi comportamenti sono citati raramente dai media, che sono la via di comunicazione con la maggior parte della gente e plasmano l’opinione pubblica di questo Paese. Invece le azioni di questi fratelli devono essere conosciute ed esse devono essere ricordate per quello che realmente furono – un rifiuto completo e totale del sistema che si impegnò ad ucciderli nel nome della giustizia.
Come loro, anch’io rifiuto totalmente e completamente la condanna a morte che mi è stata inflitta!

Il giorno della sentenza fui condotto in tribunale incatenato mani e piedi davanti ai familiari delle vittime, ai media e in mezzo a molte guardie. Questa era chiaramente una scena ad effetto costruita a fini politici. Dopo la condanna pensai sempre più alle circostanze in cui mi ero trovato e al modo in cui l’accusa e tanti altri avevano voluto far credere che io ero un criminale molto violento che meritava la morte. Ho così cercato di dimostrare loro che sono il contrario di ciò che credono. Non sono come loro pensano. Se mi conoscessero, lo capirebbero facilmente.

Nella vita arriverà un momento in cui dovremo prendere una posizione, per dimostrare alla gente chi siamo e come difendiamo ciò in cui crediamo. Questa posizione non dovrà sempre essere drammatica, ma il punto rimane lo stesso. La posizione che assumeremo richiederà una lotta da parte nostra.
I leader del passato ci hanno dimostrato che si può prendere posizione con un’azione passiva, oppure con un’azione aggressiva. Ognuna di queste scelte ha effetto in specifiche situazioni.

Dal momento che si pensa che si trovino nel braccio della morte gli individui più violenti, credo che se io opponessi una resistenza violenta alla mia esecuzione, non solo mi danneggerei, ma danneggerei anche il movimento abolizionista del quale faccio parte attivamente. Inoltre, poiché molte persone che fanno parte del movimento abolizionista hanno avversione per la violenza, io credo che costituirebbe un tradimento nei loro confronti se mi comportassi in modo violento. Tuttavia, scartare la violenza non significa che non si debba dimostrare attivamente l’opposizione alla pena di morte. Non agire VISIBILMENTE contro la pena di morte, credo aiuti solo ad incrementare la percezione che le persone qui nel braccio della morte, e quelle che si battono fuori di qui, alla fine accettano il risultato finale.

Pertanto, la posizione che io prenderò contro l’omicidio voluto dallo Stato del Texas, sarà di RESISTERE PASSIVAMENTE. Il fratello Kevin Cooper, che si trova nel braccio della morte in California, ha detto ad un giornalista: “E’ una consuetudine distorta e marcia che la gente che vuole ucciderti ritenga che tu – noi - si partecipi volentieri alle azioni che porteranno al tuo – nostro – assassinio”. E questa è esattamente la mia opinione.

Perciò non collaborerò volontariamente ad alcun atto che dia l'impressione che io accetti l’azione ingiusta che viene perpetrata, il cui unico scopo è di togliermi la vita. Credo che per la mia vita valga la pena combattere. Resisterò passivamente non soltanto per dimostrare questo, ma anche per aggiungere la mia voce alle molte voci che ritengono che l’omicidio sanzionato dallo stato non sia soltanto sbagliato ma debba essere abolito. Vi ringrazio per aver letto le mie parole.
Per sempre unito a voi con forza nello spirito,

Tony Egbuna “al-Husain” Ford

 

COME AIUTARE IN EXTREMIS TONY FORD

Potete scrivere delle cartoline a Tony e chiedere ad altri di scriverle, con una frase del tipo "We support your struggle", "we are with you". Il suo indirizzo è:
Tony Egbuna Ford
999-075 Polunsky Unit
3872 FM 350 South Livingston, Texas
77351 U.S.A.

Potete inoltre versare un contributo di qualsiasi entità, per le investigazioni a discarico condotte sotto la supervisione del noto ed affidabile avvocato Richard Burr, sul Conto corrente 112829 presso la Banca Popolare Etica - Sede di Padova - Intestato: "Associazione Nazim Hikmet" - ABI 05018 - CAB 12100 – Causale: “pro Tony Ford”

Su Internet è possibile sottoscrivere la petizione in favore di Tony che si trova all’indirizzo: petitiononline.com

Per avere informazioni aggiornate sul caso di Tony Egbuna Ford e conoscere altre forme di mobilitazione: tonyford.de

Altri articoli sulla pena di morte:
Contro la pena di morte
Dale Recinella all’Arsenale della Pace
Muoio assassinato questa notte

Ce site utilise des cookies. Si tu continues ta navigation tu consens à leur utilisation. Clique ici pour plus de détails

Ok