VALENCIA: messaggi e colori

Publié le 31-08-2009

de andrea


8 giorni per ridare fiducia alla famiglia, 8 giorni per confrontarsi con le sfide del nostro tempo. Non ultima, quella della violenza che ha segnato l’inizio della kermesse.

di Javier Rubio (di Ciudad Nueva – Madrid)

L’abituale spiegamento di bandiere ed altri distintivi in bianco-giallo adorna le vie della città che riceve la visita del Papa. Quelle di Valencia, però, sono a mezz’asta, segno inequivocabile di lutto. L'incidente della metropolitana il 3 luglio, che si è preso 42 vite, ha listato a lutto il V Incontro Mondiale delle Famiglie. Le attività più festose sono state sospese e il primo gesto di Benedetto XVI al suo arrivo a Valencia, il giorno 8, è stata la visita alla stazione danneggiata (foto a lato); un gesto che accredita il messaggio di condoglianza inviato cinque giorni prima all'arcivescovo di Valencia: "…offro suffragi per l'eterno riposo dei morti e chiedo al Signore che conceda consolazione e serenità a quelli che piangono la perdita dei loro cari...".

Il 1º luglio si era inaugurata la Fiera Internazionale delle Famiglie. 120 stand occupati da entità che hanno tra i loro obiettivi la famiglia. Un vero campionario della pluralità di forme con cui si può cercare lo stesso obiettivo, i locali della Fiera di Valencia che l'accoglie non lascia dubbi a riguardo: università, case editrici, istituzioni, movimenti, congregazioni, entità bancarie, enti pubblici, parrocchie ec... fanno conoscere le loro attività, progetti ed esperienze nell'ambito della famiglia.

In varie sale, inoltre, si realizzano presentazioni di libri, come le raccolte degli scritti e discorsi di Giovanni Paolo II ai quattro precedenti EMF (Encuentro Mundial de las Familias – n.d.r.): "Incontri mondiali di Giovanni Paolo II con le famiglie", edito dalla Conferenza Episcopale Spagnola, o "Un solo cuore ", edito da Ciudad Nueva, che presenta il primo matrimonio della storia beatificato come tale, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la cui festività si celebra il giorno del loro matrimonio. E visto che di famiglia si tratta, per i piccoli si è abilitata un’ala del padiglione per giocare, imparare e divertirsi.


Il Papa con le vittime dell'attentato al metro
Domenica 2 luglio l'arcivescovo di Valencia, mons. Agustín García Gasco, dava il benvenuto ai quasi 10.000 volontari. Un esercito di persone reclutate prima del 30 aprile, qualificate ad occuparsi dell’assistenza ai partecipanti, nonché dell'organizzazione delle attività, ufficio stampa, traduzioni e perfino protocollo. Il giorno dopo, quello dell'incidente della metro, i primi a ritrovarsi spontaneamente per omaggiare le persone scomparse sono stati proprio i volontari. "Ieri ci siamo riuniti in un momento di gioia per darvi il benvenuto (...) oggi ci riuniamo per un motivo di profonda tristezza ", dirà mons. Benavent, vescovo ausiliare di Valencia. "Essere cristiano - aggiunge - è questo: condividere i momenti di gioia, ma anche di tristezza attorno all'eucaristia, che è una fonte di fede e di speranza ". Tutto ciò è avvenuto nella “Basilica de los Desamparados”.
di Javier Rubio
Altri contributi:
Laboratorio famiglia 

Per approfondire:
I “DESAMPARADOS”
Valencia: una designazione profetica
La devozione mariana, nel corso dei secoli, ha attribuito alla Madonna migliaia di titoli. Nel 1894, il multiforme Pascual Madoz arrivò a censire

OGNI TRE ANNI
“L’amore si impara”
Questi appuntamenti hanno una cadenza triennale e sono iniziati a Roma (1994, anno della famiglia), poi Rio di Janeiro (1997) e ancora Roma

PREGARE SULLA SPIAGGIA
"La famiglia unita mai sarà vinta"
In altri tempi Valencia aveva un fiume, il Turia. Man mano che la città crebbe, il fiume rimase al centro

IN MEZZO AL PONTE
Fiducia nella vita
In questi giorni a Valencia le cose si contano per migliaia: volontari, giornalisti, sacerdoti, poliziotti, calici, bandiere, fiori, luci, altoparlanti


 



I “DESAMPARADOS”
Valencia: una designazione profetica

La devozione mariana, nel corso dei secoli, ha attribuito alla Madonna migliaia di titoli. Nel 1894, il multiforme Pascual Madoz arrivò a censire nel suo "Dizionario geografico statistico storico di Spagna" fino a 4.300 luoghi dedicati alla Madonna. Molte invocazioni si riferiscono ad un'apparizione, o denominano un luogo, o mettono in luce un'attribuzione della Madonna… il difficile è trovarne documentazione. Nel caso della patrona di Valencia si tratta di una devozione sufficientemente documentata che attira l'attenzione poiché non è una definizione in positivo, ma in negativo, ovvero non sottolinea un'attribuzione della Vergine (che altrimenti sarebbe la Madonna della Protezione), ma segnala i destinatari della sua protezione.

Marcelino Olaechea, arcivescovo di Valencia tra il1946 e il 1966, ha lasciato un breve studio su questa devozione mariana. Racconta che la mattina di 24 febbraio 1409, frate Juan Gilabert Jofré attraversava il quartiere artigiano che circondava la cattedrale, quando vide alcuni ragazzi maltrattare un povero squilibrato. Il religioso rimase così impressionato che spontaneamente cambiò il finale del suo sermone quaresimale: "ci sono molte opere pie e di grande carità e sostegno; ma ancora ne manca una che è di grande necessità, come un ospedale o una casa dove i poveri innocenti e pazzi siano accolti" (Memorie dell'Ospedale degli Innocenti).

Due mesi dopo cominciarono le opere di costruzione e Benedetto XIII concesse la licenza per erigere la cappellania del nascente Ospedale dei Santi Innocenti. La devozione popolare modificò la denominazione per quella di "Ospedale di Nostra Signora Santa Maria degli Innocenti ", secondo quanto appare in documenti posteriori, e nel 1413 fu fondata una confraternita i cui obiettivi si ampliarono col tempo: indigenti, orfani, giustiziati, donne del bordello... dare cristiana sepoltura ai cadaveri che il mare restituisce ed ai “desamparados”, cioè i non identificati che morivano in periferia.

Nel 1493, il re Fernando il Cattolico concede alla confraternita il titolo di Sacra Vergine Maria degli Innocenti e “Desamparados”, rimanendo così definitivamente stabilita la devozione. Sono poi due congregazioni del finale del secolo XIX che diffondono questa devozione in tutto il mondo, ma si dovrà aspettare fino a 1885 affinché un sigillo pontificio nomini patrona di Valencia la “Virgen de los desamparados”, e fino al 1921 per la sua incoronazione canonica, privilegio concesso da Benedetto XV.

Difficile determinare oggi tutte le categorie di indifesi (abbandonati), ma anche nella famiglia ci sono. Cosicché non è casuale che il V Incontro Mondiale delle Famiglie sia venuto a celebrarsi sotto il manto di questa devozione. Quando il 25 gennaio 2003 si designò Valencia per accogliere quest’evento, non si conoscevano ancora i cambiamenti che la legislazione spagnola avrebbe introdotto in tema di matrimonio e famiglia, fino a ridefinirli totalmente. L'annuncio della designazione lo fece Giovanni Paolo II nella sala Clementina del Vaticano, da dove diffuse via satellite il suo messaggio all'Incontro che stava concludendo a Manila.

Si disse allora che la designazione si doveva al fatto che la diocesi di Valencia aveva promosso durante l'ultimo decennio varie iniziative in favore della famiglia, come la messa in funzione di una delle sedi del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, dedicato a studi sul matrimonio e la famiglia, ma nessuno poteva vedere allora il carattere profetico che oggi è risultato evidente: la famiglia stessa é entrata nella categoria degli indifesi (abbandonati)… In tal senso si esprime in questi giorni l'arcivescovo di Toledo, mons. Antonio Cañizares, davanti ai giornalisti, quando gli viene chiesto se vede una relazione tra la realizzazione dell'Incontro a Valencia e l'attuale situazione della famiglia in Spagna: "È stata la provvidenza ad avere eletto Valencia".

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OGNI TRE ANNI

“L’amore si impara”

Questi appuntamenti hanno una cadenza triennale e sono iniziati a Roma (1994, anno della famiglia), poi Rio di Janeiro (1997) e ancora Roma (2000, anno del grande Giubileo), infine Manila (2003) ed ora Valencia. Questo percorso viene ricordato il giorno 8 pomeriggio, davanti al papa Ratzinger e ad una moltitudine di pellegrini, quando i promotori di ogni EMF ne riassumono il significato.

A Valencia, in questi mesi, fa un caldo da morire, l’oggetto più indovinato che i partecipanti hanno trovato nello zainetto consegnato ad ognuno è un ventaglio. Meno male che il Congresso Internazionale Teologico - pastorale, del 4 al 7, celebra le sue sessioni in un larghissimo e refrigerato padiglione seminterrato della Fiera di Valencia. Il cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, inaugura questo congresso davanti a 3.500 partecipanti dei quasi 9.000 che assisteranno ad alcune delle sessioni. Ricorda le vittime dell'incidente e promuove un gesto di adesione sospendendo la sua relazione per facilitare la partecipazione ai funerali.

L'organizzazione dell’EMF è un'operazione congiunta della diocesi designata e del Pontificio Consiglio per la Famiglia, uno degli undici dicasteri della curia romana, le cui competenze comprendono lo sviluppo della pastorale e dell'apostolato nell'ambito familiare, con il fine di aiutare le famiglie cristiane nella loro missione educativa ed apostolica. Perciò gli EMF vanno preceduti da un congresso che affronta la realtà familiare da diverse ottiche, ma sempre quale "chiesa domestica" e " santuario della vita ", secondo la visione cristiana.


Il Papa con i Re di Spagna al Palau de la Generalitat
A Valencia, lungo quattro giornate, in sessioni mattutine e pomeridiane, si sono succeduti più di sessanta relatori di tutto il mondo: cardinali e vescovi, professori e ricercatori, fondatori di movimenti ed associazioni, presidenti di organismi familiari, politici e legislatori... Di nuovo un vero campionario della pluralità con cui si può avvicinare uno stesso tema. In questo caso: "la trasmissione della fede nella famiglia", che è il denominatore comune del congresso.

Una delle sessioni è un dibattito presieduto dal card. López Trujillo, nel quale intervengono fondatori e rappresentanti di vari movimenti: Salvatore Martínez (Rinnovamento nello Spirito), Kiko Argüello (Camino Neocatecumenale), Andrea Riccardi (Comunità di Sant’Egidio), Graziella De Luca (Focolari) e Alberto Marxuach (Crescendo). Si tratta di comunicare la traiettoria che questi movimenti seguono nel processo di trasmissione della fede. Impressiona lo stile agguerrito di Kiko Argüello, che presenta la soluzione rievangelizzatrice dei movimenti di fronte di un’Europa che "va sulla via dell'apostasia", non rimane altro che aprire strade per l’iniziazione cristiana e la famiglia è un'alternativa adeguata. Riccardi mette l'accento sulla "malattia più antica" che patisce l'umanità, la solitudine, per sostenere che "da soli non ci si salva", intendendo salvezza in senso non solo soprannaturale, e riepilogando che la medicina dell'amore si acquista nella famiglia, perché "l'amore si impara".

La novità a Valencia sono stati i congressi paralleli, quello dei figli e quello dei nonni. Certamente le relazioni in questi casi non sono così dense, sebbene i temi sono molto interessanti: inserimento lavorativo, la sfida del matrimonio, la vocazione, la cultura dell'ozio, l’immigrazione... In definitiva, un complemento necessario per contemplare tutta la problematica familiare.

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PREGARE SULLA SPIAGGIA
"La famiglia unita mai sarà vinta"

In altri tempi Valencia aveva un fiume, il Turia. Man mano che la città crebbe, il fiume rimase al centro ed il suo alveo fu sistemato per contenere le piene che periodicamente si producono nel versante levantino. Oggi il fiume ha un nuovo alveo, ancora più largo ed a sud della città, mentre il vecchio è stato trasformato in un lungo parco che attraversa la città: giardini, boschetti, campi sportivi.... Lì dove finisce il suo tracciato si alza il monumentale complesso della Città delle Arti e delle Scienze, un insieme di edifici di originalissima fattura dell'architetto spagnolo attualmente più noto, Santiago Calatrava, un figlio di questa terra che ha cambiato radicalmente l'immagine della capitale regionale.

Di passaggio, Calatrava ha manifestato poco tempo fa la sua soddisfazione perché gli atti principali dell'EMF si sarebbero realizzati qui: "Dopo quattordici anni di lavoro è un riconoscimento per tutti che la Chiesa cattolica abbia voluto incorniciare qui un avvenimento di tale grandezza".

Presso lo sbocco di questo vecchio alveo sta la spiaggia della Malvarrosa. Cinque scenari si alzano sulla sabbia, a 100 metri uno d’altro, e su ognuno si rappresenta un mistero del rosario la notte del 7 luglio. I misteri rappresentati sono quelli che più si avvicinano alle tematiche familiari: l'annunciazione, la nascita di Gesú, Gesú perduto e trovato nel tempio, le nozze di Cana e Maria ai piedi della croce. Si tratta di un'iniziativa diocesana che portano a termine quaranta bambini tra 8 e 14 anni. Migliaia di candele distribuite al pubblico colorano la spiaggia di giallo, verde, azzurro e rosso, i colori del logo dell'EMF.

Rosario sulla spiaggia della Malvarrosa

La notte del giorno 8, con Benedetto XVI già presente a Valencia dal mattino, ha luogo nello scenario avanguardista della Città delle Arti e delle Scienze l'Incontro vero e proprio. È una “dimostrazione” di carattere festoso che propone, mediante testimonianze di famiglie di tutto il mondo, come si affrontano in modo cristiano determinate situazioni lungo le stazioni che percorrono la vita familiare.


L'incontro festoso dell'8 luglio
La caratteristica di “dimostrazione” era stata indicata al mattino dal Santo Padre che, arrivando all'aeroporto, dava rilievo al fatto che la sua presenza a Valencia obbedisce al desiderio di "implorare benedizioni per le famiglie di Spagna e il mondo", perché la famiglia è una "istituzione insostituibile". Il pubblico che lo accoglie all'aeroporto fa coro col motto: "La famiglia unita mai sarà vinta", e non si sa bene se lo fa per adesione al Papa o come rimprovero ai membri del governo lì presenti. E il "festoso" è dato dai numeri artistici e l'esplosione di colori con cui i pirotecnici valenciani, di fama mondiale, chiudono l'atto.
Secondo alcuni commentatori, questo EMF ha superato le previsioni, e mettono in rilievo la quarantina di cubani che per la prima volta assistono ad un EMF, o la partecipazione per la prima volta di esponenti ortodossi ed evangelici. Senz’altro una serata indimenticabile per il milione e più di pellegrini, per i quali il Santo Padre ha parole che sono principi di vita: "l'uomo è stato creato per amare e solo si realizza quando si dà agli altri", "la famiglia è un bene necessario per i popoli", "i nonni sono un tesoro di cui non possiamo privare i giovani", "fraternità fondamentale universale tra tutti gli esseri umani"... e le dice con la certezza impressa dalla sua autorità morale, che gli consente di invitare "i governanti a riflettere sul bene evidente che i focolari domestici assicurano alla società".
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IN MEZZO AL PONTE

Fiducia nella vita

In questi giorni a Valencia le cose si contano per migliaia: volontari, giornalisti, sacerdoti, poliziotti, calici, bandiere, fiori, luci, altoparlanti, rubinetti... Le preoccupazioni fondamentali dell'organizzazione sono due: la sicurezza e il caldo; perciò vediamo misure di sicurezza senza precedenti qui, e mai erano state installate tante fontane pubbliche per combattere la disidratazione.

All'altezza della Città delle Arti e delle Scienze, il ponte Monteolivete attraversa il vecchio fiume. In mezzo a questo largo ponte si è innalzata una piattaforma di 2.900 metri quadrati che ospita l'altare per la messa conclusiva di domenica 9. La costruzione, con la sua torre di 35 metri, cominciò nel mese di aprile ed é finita il giorno prima dell'impiego. Tutto si armonizza con gli edifici circostanti, anzi tutto sembra scena. Un’ingente moltitudine, che in buona parte ha passato la notte sul posto, colma adesso l'alveo e le vie laterali.

L'altare sul ponte

L'ultimo saluto
Ieri, Benedetto XVI, quale capo di Stato, ha dovuto seguire gli impegni che detta il protocollo. Sebbene brevi, sono ugualmente faticose la decina di ricevimenti, discorsi, saluti, preghiere... in meno di sei ore. Poi l’incontro festoso della notte. Domenica, con una messa conclusiva nella quale alcuni sposi che hanno compiuto 50 anni di matrimonio rinnovano le promesse matrimoniali, si conclude tutta una settimana che ha avuto la famiglia cristiana come protagonista, proponendo al mondo uno stile di vita.
Le conclusioni del congresso avevano reso evidente una situazione paradossale che annuncia una nuova tappa della civilizzazione, ed insiste sulla pressione ideologica di radice consumista e laicista alla quale la famiglia è sottoposta. Adesso le parole di papa Ratzinger, col suo peculiare accento didattico che sottolinea l’evidenza, vogliono dare sollievo e speranza. L’aveva già annunciato nel mese di maggio nell'ultima assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la famiglia: “Ampie aree del mondo stanno soffrendo il così detto “inverno demografico”, col conseguente invecchiamento progressivo della popolazione. In molte occasioni, le famiglie si vedono minacciate dalla paura per la vita, la paternità e la maternità... Bisogna ridonare loro fiducia affinché possano continuare a compiere la loro nobile missione di procreare nell'amore”. Ecco il significato dell’EMF di Valencia.
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