Jeffrey Martin - Galveston

Publié le 14-05-2020

de Gianni Giletti

E ricadi sempre nello stesso errore. 
Basta una voce un po’ roca, spoglia come una tempesta di vento nel deserto, accompagnata dalla chitarrina d’ordinanza, magari anche da qualche coretto piccolo piccolo, che tu già hai l’occhio fisso e lo sguardo lontano. 
Beh però a mia discolpa, devo dire che per notarti, caro il mio Jeffrey, hai dovuto produrre una melodia non banale, soprattutto nel ritornello e spremere il massimo della tua arte nei silenzi che questa canzone offre. Occorre essere un po’ maramao per notarli, sono quasi paranormali.
Ma ci sono, tra una nota e l’altra.
Dolente.

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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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