Ci seiii, sei connesso?

Publié le 11-08-2012

de Antonio Manzalini

di Antonio Manzalini - La rete Internet e le comunicazioni digitali stanno modificando i parametri spazio temporali della nostra vita, del nostro modo di comunicare e di apprendere. Una fitta atmosfera di dati e frammenti digitali circonda il nostro pianeta, ma ci siamo mai chiesti quali siano i limiti e le potenzialità di questo nuovo modo di comunicare?
 
 
Lo sapevate che, grazie ad Internet ed alle comunicazioni digitali, la quantità di dati digitali in circolazione cresce di un fattore 10 ogni cinque anni? Entro il 2025 il numero di bit memorizzati nel mondo supererà il cosiddetto numero di Avogadro, ovvero l'immenso numero di atomi in poco più di 10 grammi di carbonio (un numero pari a circa 6 seguito da 23 zeri). Inoltre, ci sono ragioni per credere che tale tendenza si mantenga, se non addirittura si incrementi, nei successivi decenni.

Ma cosa sono tutti questi dati? Sono contenuti digitali, quali video, foto, musica, testi, pagine web, ecc. ma non solo. Ogni giorno, forse senza neppure rendercene conto, lasciamo negli spazi in cui viviamo una notevole mole di dati: ad esempio quando facciamo acquisti con il bancomat o con la carta di credito, quando utilizziamo le tessere raccolta-punti nei supermercati, quando paghiamo il pedaggio automatico in autostrada, quando navighiamo in Internet, chattiamo, partecipiamo ad un social network, mandiamo e-mail, SMS, quando semplicemente parliamo al telefono.

Questi dati, appena generati, sono ancora grezzi, non esprimono direttamente informazione o conoscenza. Infatti, esiste un rapporto gerarchico di elaborazione che lega dati, informazione e conoscenza che può essere schematizzato con la forma di una piramide.

Figura: La piramide dati-informazioni-conoscenza

Alla base ci sono i dati, il materiale grezzo, appena estratto dalla miniera. I dati selezionati e organizzati sono quindi trasformati in informazione; un ulteriore livello di elaborazione genera poi la conoscenza, cioè l'informazione analizzata e applicata alla pratica.

Grazie a sofisticatissimi strumenti matematici e di elaborazioni numerica, infatti, i dati relativi al mio ed al vostro comportamento quotidiano sono rielaborati e trasformati in conoscenza. Con il termine tecnico Data Mining si intende un insieme di metodi e processi per l'estrazione di conoscenza da grandi quantità di dati immagazzinati, volto a scoprire correlazioni e tendenze significative attraverso l'analisi delle associazioni nascoste tra le informazioni. In generale, le strategie di Data Mining hanno importanti utilizzi in diversi campi: dall'economia alla genetica, dall'astronomia alla medicina, dalla sociologia alla psicologia.

Il paradosso è che tanti più dati produciamo tanto più il nostro modo di comunicare è diventato frammentario e superficiale. Confinati, ad esempio, nei 160 caratteri previsti per l'invio di un SMS o nelle e-mail, che offrono uno spazio di comunicazione più ampio, comunichiamo in modo veloce, superficiale e talvolta addirittura anonimo o mascherato. Si pensi alla chat, ovvero al chiacchiericcio on-line fra utenti che si incontrano in stanze virtuali per dialogare sui temi più disparati: nella chat spesso mascherati dietro degli pseudonimi (i cosiddetti nickname) gli utenti si esprimono con brevi messaggi ricchi di emoticon (inventate nel 1981, permettono di esprimere emozioni quali sorridere, essere tristi, arrabbiati, tramite alcuni caratteri della tastiera) e di abbreviazioni in stile SMS, esagerando spesso con infiniti puntini di sospensione o abusando di punti esclamativi. Il tutto in tempi brevissimi. Siamo poi raggiunti in ogni istante da brevi frammenti di informazione: si pensi al sistema RSS che permette la distribuzione di contenuti (ad es. ultime notizie) in tempo reale sul computer.

I nostri parametri spazio temporali, dunque, stanno progressivamente mutando in relazione alla progressiva evoluzione di queste nuove tecnologie. In passato scrivere una lettera, una cartolina richiedeva un po' di tempo, oggi preferiamo comunicare in modo veloce e diretto, smaterializzato. Scrivere lettere, cartoline, cercare francobolli o la buca delle lettere sono cose da cavernicolo! Meglio un sms , una chat, un' e-mail : si risparmia tempo.

L'influenza dell'uso di Internet è evidente anche nei contenuti espressivi. Sempre più terminiamo le nostre frasi in tono crescente e lievemente dubitativo, come per suggerire che tutto quanto diciamo sia una domanda più che unaffermazione (questo fenomeno, ben noto agli psicologi, è chiamato upspeak). La natura condizionale e aperta di questo nuovo modo di parlare sembra suggerire che i pensieri di ciascuno di noi, per avere un senso ed essere convalidati, debbano essere sempre collegati alle relazioni altrui. Ci influenziamo reciprocamente e siamo influenzati dalla tempesta di informazioni a cui siamo sottoposti in ogni momento della nostra giornata.

Questa frammentazione ed interdipendenza determina il nascere di una molteplicità di pseudo-relazioni, superficiali, spesso incoerenti e fra loro sconnesse. Queste relazioni spingono la nostra personalità ad evolvere verso una miriade di ruoli, spesso incerti, tale da far sfumare il concetto stesso di sé autentico, dotato di caratteristiche radicate. Viviamo in un mondo sempre più piccolo, circondato da un'atmosfera di dati; comunichiamo con un linguaggio sicuramente più diretto, ma al tempo stesso più superficiale e frammentario. Siamo sempre meno pronti ad ascoltare, riflettere e stare in silenzio. Pensiamoci. Come diceva Gandhi: Se avessimo orecchi per ascoltare, Dio ci parlerebbe nella nostra stessa lingua, qualunque essa sia.
Antonio Manzalini
 
 
 
 
 
 

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