GREENPEACE: salvate le foreste in Congo

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


Pubblicato l’11 aprile scorso un rapporto di Greenpeace sul saccheggio delle foreste congolesi da parte di alcune aziende europee ed asiatiche. Ogni due secondi un'area di foresta grande quanto un campo da calcio viene distrutta per sempre. Un'area di foresta africana grande una volta e mezzo l'Italia è stata già data alle aziende del legno. L’appello di Greenpeace alla Banca Mondiale di Parigi.

A cura di M. A. Mahele



12 aprile 07: Attivisti di Greenpeace in azione davanti alla sede della Banca d'Italia per denunciare la svendita delle foreste primarie della R.D. Congo.
In occasione della pubblicazione di un rapporto sul "saccheggio delle foreste del Congo", il 12 aprile scorso militanti di Greenpeace hanno dispiegato un'immensa bandiera sulla sede europea della Banca Mondiale a Parigi (oltre che in altre città europee, tra cui Roma – n.d.r.) sulla quale era scritto: "No al saccheggio delle foreste del Congo". Greenpeace chiede a questa istituzione finanziaria internazionale di smettere di garantire il saccheggio della seconda foresta tropicale del pianeta.

In questo rapporto, reso pubblico l’11 aprile scorso, Greenpeace rivela direttamente l'ampiezza dei problemi sociali ed ambientali imputabili alle grandi aziende forestali presenti in Repubblica Democratica del Congo (RDC): "Irresponsabilità, corruzione ed impunità compromettono a breve termine l'esistenza di questo ambiente fondamentale per il futuro del pianeta. Le foreste tropicali del bacino del fiume Congo sono le più vaste al mondo dopo quelle dell'Amazzonia e sono di un'importanza capitale nella lotta contro i cambiamenti climatici. Decine di milioni di abitanti ed una straordinaria biodiversità sono anche minacciati".

Qualche giorno prima della riunione della Banca Mondiale, il 14 e il 15 aprile a Washington, Greenpeace ha chiesto all'istituzione finanziaria di mettere un termine alla "dinamica di saccheggio in atto". Secondo l'associazione ecologista, i tentativi condotti in Repubblica Democratica del Congo (RDC) dalla Banca Mondiale, dal 2002, "per controllare e sanare il settore forestale hanno dato prova della loro drammatica inefficienza".

Infatti, a dispetto della moratoria sull'attribuzione dei nuovi titoli che risale al 2002,107 concessioni che coprono 15 milioni di ettari (una superficie uguale alla metà dell'Italia) sono state attribuite, scambiate o rinnovate. I gestori agiscono fuori di ogni controllo." Le notizie raccolte da Greenpeace mettono direttamente in causa grandi gruppi europei, libanesi o asiatici come Danzer, Sodefor, ITB, Safbois, Trans M od Olam.

Lo sfruttamento industriale del legno non porta nessun beneficio ai 40 milioni di persone che dipendono da queste foreste per vivere. In tre anni, come riconosce la Banca Mondiale, la quota di tasse che doveva essere versata alle autorità locali non è mai giunta loro. Le investigazioni di Greenpeace in Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno inoltre rivelato che le comunità locali ricevevano dalle aziende solamente "regali" di un valore di meno di un centinaio di dollari, come compenso per lo sfruttamento sul loro territorio di legno per un valore di parecchie centinaia di migliaia di dollari.

Greenpeace ha ottenuto delle copie di scandalosi "contratti" conclusi tra alcune aziende forestali e le comunità: "I gestori scambiano la loro tranquillità e la loro totale impunità con sacchi di sale e casse di birra". "Questi contratti non sono nemmeno rispettati: alcune briciole sono date in cambio di migliaia di metri cubi di legno! Le comunità locali non hanno i mezzi per conoscere e per fare rispettare i loro diritti", precisa Grégoire Lejonc, della Greenpeace Francia. Dei contadini a cui viene fatta la promessa di costruire ospedali o scuole sono in seguito vittima di intimidazioni quando si lamentano dei danni inflitti dalle aziende.

Greenpeace chiede alla Banca Mondiale ed agli altri finanziatori di aiutare il governo congolese ad agire a favore della protezione delle foreste e dei loro abitanti.
Greenpeace chiede l'annullamento di tutte le concessioni illegalmente attribuite, scambiate o rinnovate dal maggio 2002 e l'estensione ed il rafforzamento della moratoria sull'attribuzione di nuovi titoli forestali finché un piano equo d'utilizzo della foresta ed una migliore gestione non saranno garantiti.

A cura di M. A. Mahele
Associazione Alfa e Omega
Vedi il Rapporto “Il saccheggio delle foreste del Congo”

 

 

 

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