La semina di Giorgia

Publié le 06-11-2018

de Renzo Agasso

di Renzo Agasso - Una vita spesa per dire no alla droga.
Da qualche parte, in giro per l’Italia – scuole, parrocchie, oratori, teatri, palestre, discoteche – c’è una seminatrice in azione.
Sempre, senza soste, da anni. Si chiama Giorgia Benusiglio, giovane donna di 36 anni, milanese, laureata in Scienze della formazione primaria alla Cattolica. Ciò che semina in giro è la sua storia personale. Racconta ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, ai papà e alle mamme che vogliono ascoltarla di quando diciassettenne – nel 1999 – buttò giù in discoteca una mezza pasticca di ecstasy.

Finendo in punto di morte, salvata in extremis da un trapianto di fegato, perché il suo era stato distrutto da quella minuscola e unica quantità di droga.
È viva grazie a una ragazza di nome Alessandra, morta in quelle ore per incidente d’auto ad Ancona.

Il suo fegato, per un disegno misterioso, ha preso il posto di quello bruciato di Giorgia. Giorgia vive grazie ad Alessandra. Giorgia vive grazie all’amore di suo padre e di sua madre, di sua sorella, del suo Giuseppe. Vive grazie alla straordinaria dedizione di medici e infermieri del Niguarda di Milano. Giorgia vive.
Si sarebbe potuta accontentare di vivere. Invece ha deciso di seminare. Raccontare la sua storia a più persone possibile, perché qualcuno comprenda, apra gli occhi e rifiuti la droga.

Dapprima col papà Mario, poi da sola, infine con Giuseppe, Giorgia ha macinato – e ancora macina – chilometri e strade, per dire ai giovani soprattutto, ma pure agli adulti: guardate che cosa ho fatto, che cosa mi è accaduto, ero una ragazza normale, di buona famiglia, con sani principi. Eppure è accaduto. La droga è così. La droga tradisce, la droga uccide. Vale la pena rischiare la vita? Io che ho veduto in faccia la morte, vi dico no, non vale la pena. La vita va vissuta, non buttata.

Oggi Mario Benusiglio non c’è più; non c’è più Carlotta, la sorella tanto amata. Solo la mamma è rimasta con Giorgia. Ma lei continua, non si ferma nemmeno adesso: sembra che il dolore ne moltiplichi le forze. Dovrebbe pensare a se stessa. Invece no. Quella mezza pasticca non smette di spingerla a seminare, a correre, a viaggiare ovunque la chiamino. È stata in televisione, ha girato un film, ha scritto un libro e presto ne uscirà un secondo, dialoga sui social. Nulla di ciò che è utile alla semina le è estraneo.
È bello sapere che da qualche parte, Giorgia non smette di seminare. Lei che ha veduto in faccia la morte vuole che non accada mai più, a nessuno.

Renzo Agasso
PEOPLE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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