Quaresima: un tempo da vivere insieme

Publié le 07-02-2016

de dom Luciano Mendes

Alessandra Cimatoribus, Mercoledì delle ceneri Durante la quaresima la Chiesa ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina, tre esercizi della pietà cristiana.

La preghiera apre il nostro cuore alla fiducia verso il Signore e ci dà forza per la conversione personale e per il servizio a lui.
Il digiuno non è solo privarsi di un po’ di cibo, ma è controllo di se stessi per essere sempre disposti a compiere la volontà del Signore, a fare il bene.
Elemosina significa misericordia. Il Signore è pieno di misericordia verso di noi, e anche noi dobbiamo essere misericordiosi verso gli altri, aprire il cuore per accogliere chi è escluso e vive nel bisogno. Nella tradizione della Chiesa la quaresima è un tempo di misericordia, di riconciliazione: tra marito e moglie, tra figli e genitori, tra amici, nella società, tra persone che non si sopportano e che non sono capaci di parlarsi. Il tempo quaresimale ci chiama alla preghiera, all’autocontrollo e ci apre il cuore ad un atteggiamento di misericordia.

Il rito penitenziale delle ceneri invita alla conversione del cuore. Convertirci vuol dire guardare non in basso ma in alto e trovare così la gioia della misericordia del Signore.
Riflettere sulle situazioni di ingiustizia ci aiuta ad entrare in un giusto clima quaresimale. Una situazione di ingiustizia riguarda l’immigrazione. Un numero così grande di persone che vengono da tanti posti del mondo induce a domandarci perché emigrano. Che cosa vive oggi l’umanità? Una specie di ingiustizia generalizzata. Sarebbe così bello che uno potesse vivere nella sua casa, con la sua famiglia, condividere la vita con amici e familiari, avere un lavoro, uno stipendio, una cultura propria, un futuro! Invece migliaia e migliaia di persone si spostano, spesso con dei rischi enormi: sono situazioni molto difficili!

Tempo fa mi trovavo in una riunione a Dallas con vescovi dell’America Latina e degli Stati Uniti per riflettere sul come accogliere i migranti sudamericani in modo dignitoso e cristiano. I vescovi statunitensi si domandavano se erano capaci di accoglierli dato che le leggi degli Stati Uniti non favoriscono l’entrata di nuovi immigrati sudamericani. Noi vescovi allora notavamo che è proprio il mondo a generare queste mobilità dell’umanità. C’è una mobilità che è frutto dell’abbondanza, quella del turismo. Ma c’è anche quella che è frutto della miseria, della sofferenza. Nel mondo tantissimi sono obbligati a spostarsi a causa della loro religione, della nazionalità, della miseria, della fame, della guerra. Tutto questo è il nostro mondo!

Celebrare il mercoledì delle ceneri è mettersi davanti all’ingiustizia e capire anche che la mobilità umana è frutto della miseria e dell’ingiustizia che è proprio nel cuore delle persone. Nella Sacra Scrittura non essere giusto è la situazione di chi entra nel vortice del peccato.
Conversione significa far sì che l’ingiustizia sia superata dalla giustizia sociale, dalla giustizia che è frutto della fraternità cristiana. Come mai noi cristiani non siamo stati capaci di creare una società cristiana, almeno ispirata dai principi cristiani? C’è qui il senso missionario di trasformazione della società alla luce del Vangelo.
Convertire il cuore è lottare per la giustizia e per la pace, impegnarsi veramente perché il mondo sia più giusto, dove ognuno rispetta la dignità dell’altro ed è capace con il perdono di superare la violenza per aprirsi alla pace.


Dom Luciano Mendes de Almeida
da NP
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