VENEZIA 2007

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


Non sono solo i film a gareggiare alla 64a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia... Impressioni in diretta dal nostro corrispondente.

di Davide Bracco 


Andare a un festival di cinema è un’esperienza irreale capace di immergere il visitatore in un mondo separato da tutto e formato soltanto da film, sale cinematografiche e orari di proiezione da rispettare in un continuo vai-e-vieni.

Questa sensazione si amplifica ancor di più durante la Mostra Internazionale di Venezia in quanto la kermesse si svolge al Lido di Venezia, un isolotto in laguna già di per sé piccolo ma ancor più minuscolo in quanto le proiezioni e tutti i luoghi del festival sono concentrati in uno spazio lungo non più di 500 metri.

La prima impressione è quindi claustrofobica e si immagina che se un attacco alieno conquistasse il pianeta terra noi saremmo gli ultimi a saperlo persi tra film e riunioni di lavoro.

Esistono diverse tipologie di abitanti del Lido che si incrociano nei pochi metri delimitati tra l’Hotel Excelsior (l’albergo delle star) e il Palazzo del Casinò (sede di sale cinematografiche). Ecco il catalogo:

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1. Le star. Sfilano sui tappeti rossi (ma bisogna dire “red carpet” altrimenti sei out) prima di entrare nelle sale al riparo da transenne capaci di proteggerle dagli sguardi dei fan adoranti. Questa è l’unica occasione durante la quale attori e registi si mostrano al pubblico sguardo.

2. I predatori. Durante il giorno cacciatori di autografi e fotografi improvvisati stazionano davanti alle sale come predatori di immagini da mostrare al ritorno sulla terraferma agli amici invidiosi. Mi riesce davvero difficile capire come possano stare seduti per ore in attesa, ma forse sono pescatori o birdwatchers che si allenano per la stagione invernale. Brad Pitt come una trota bella grossa.

3. I giornalisti. Si dividono a loro volta in sottocategorie a seconda delle differenti testate e dei loro differenti compiti. Ogni quotidiano ha infatti i coloristi incaricati di scrivere articoli leggeri sull’atmosfera/gossip del giorno, i critici che valutano ogni film in maniera più dettagliata, a seconda dell’interesse del giornale per il quale lavorano. Ormai i quotidiani sono interessati maggiormente al “colore”, solo le riviste di cinema recensiscono decentemente i film. Una delle ragioni per le quali gli spettatori vanno in massa a vedere solo pochi titoli all’anno è anche legata al fatto che ormai i lettori dei giornali non riescono a leggere suggerimenti su film da festival che non hanno i mezzi per contare su grandi battage pubblicitari.

4. I produttori. Per loro la Mostra è una catena di riunioni e cocktail durante i quali si intrecciano contatti per i film futuri. Si riconoscono dall’abbigliamento (solo loro hanno vestiti e cravatte sotto il sole di fine agosto) e dall’inconfondibile parlata romana (“famo” vuole dire “facciamo”, “annamo” “andiamo”).

5. Gli altri professionali del cinema. Organizzatori di festival che cacciano i film da proiettare nelle altre manifestazioni, dirigenti delle “film commission” che rincorrono i produttori per convincerli a girare i loro prossimi film nelle loro rispettive regioni. Sempre in movimento tra stand, ristoranti per organizzazione di cene “in onore di”. Al Lido si noleggiano delle bici per muoversi ancor più velocemente. La Mostra come un Giro d’Italia.

Questa la fauna dello zoo. In tutti o quasi la consapevolezza di stare operando per la salvezza del mondo. In pochi il ricordo della battuta di Leo Longanesi “è sempre meglio che lavorare”.

Davide Bracco

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