Presenza accanto ai malati di AIDS
Paesi: R.D.Congo
Partner: Associazione “Alfa e Omega, Insieme per il Congo”; Centre de la Solidarité Sociale et de Promotion des Droits de l’Homme AGAPAO; Suore di San Giuseppe di Torino
Località: Kinshasa, Bukavu
Periodo: 2003 - 2008
Contesto: Ormai in secondo piano nei media, la diffusione del virus HIV e la contrazione dell’AIDS, restano nel mondo una grande emergenza, che colpisce soprattutto dove arretratezza, miseria e ingiustizia già creano difficoltà e problemi. In queste situazioni, la malattia lascia poca speranza e miete molte vittime, mentre nel mondo sviluppato è le terapie assicurano in molti casi risposta efficace e l’aspettativa di una vita difficile, ma dignitosa. All’ancora molto insufficiente accesso alle terapie, altrettanto letali si associano malnutrizione, condizioni inumane di vita ancora peggiorate dalla minore capacità di lavoro causata dalla malattia, ed emarginazione sociale.
E’ necessario ogni sforzo per invertire una tendenza: dalla disponibilità di terapie di cura e prevenzione, alla promozione di una crescente e più matura consapevolezza personale di situazioni e valori, all’assunzione di scelte responsabili nei comportamenti nel rispetto del valore infinito di ogni vita.
Il tasso di prevalenza dell'infezione da HIV in Africa ha il suo apice colpendo in media circa il 6% della popolazione adulta, sia pure con ampie diversità tra i vari Paesi, con un’incidenza maggiore nelle città, rispetto alle campagne.
In questo quadro desolante, il punto di speranza è tuttavia che finalmente in questi anni, in diversi Paesi c’è evidenza di come maggiori sforzi e meglio concertati hanno ridotto la crescita dell’epidemia, in alcuni giungendo ad arrestare la crescita stessa.
È dunque necessario un impegno tenace, sempre più costante e capillare, di vicinanza alla gente, ascolto e coinvolgimento in ogni forma. Accanto alla terapia per l’AIDS, per restituire prospettive e qualità alla vita, occorre alle persone un sostegno articolato: terapie per le eventuali infezioni, sostegno alimentare, reinserimento sociale e possibilità di lavoro. Ciò che da diverse esperienze, piccole quanto grandi, emerge con ovvia evidenza, è la necessità che ad essere preso in carico sia il nucleo familiare, specie quando si è ridotto a una madre rimasta sola coi suoi bambini: per potergli restituire e mantenere tutta la sua forza vitale.
Finalità: Proporre a persone HIV positive, o che si trovano colpite dall’AIDS, un percorso di recupero del proprio essere. Offrire cure efficaci che diano la prospettiva di una vita dignitosa e migliori opportunità.
Prevenire la trasmissione materno-fetale dell’HIV, promuovere azioni volte ad evitare la diffusione della malattia.
Attraverso una presenza diretta accanto chi soffre, che sostiene nel tempo lo sforzo di ricostruire una vita.
Realizzazioni:
- Assistenza sanitaria: esecuzione di analisi di laboratorio mirate a individuare un protocollo di terapia antiretrovirale specifico per la situazione individuale di sieropositività o malattia conclamata (i farmaci utilizzati in loco sono di buona qualità) e poi proseguite con periodicità trimestrale; sostegno alimentare, indispensabile per l’efficacia delle cure, e somministrazione della terapia ARV; trattamento delle eventuali malattie opportunistiche; inserimento scolastico del bambino e lavorativo per la madre; accompagnamento, orientamento e sostegno psicologico
- Reinserimento scolastico: è iniziato nell’anno scolastico 2006/07 per 19 bambini e ragazzi orfani a causa dell’AIDS (dalla scuola materna alla scuola superiore/scuole professionali) e/o essi stessi sieropositivi: per i quali si provvede al pagamento delle tasse scolastiche, al corredo scolastico e al sostegno per le altre necessità che di volta in volta si presentino.
- informazione e accompagnamento alla madre, test riservato di sieropositività, intervento farmacologico (somministrazione di Nevirapina alla madre ad inizio travaglio, e al neonato entro 72 ore dalla nascita); l’intervento prosegue durante i primi due anni di vita del bambino con il controllo dietetico-alimentare e la fornitura di latte in polvere, al fine di evitare il possibile contagio attraverso l’allattamento al seno.
- Nel corso del 2007, di concerto col Ministero della Sanità congolese, è stata aperta a Kinshasa, nel quartiere periferico di Ngaba, una piccola struttura sanitaria con locali allestiti e attrezzati; che va anche a servizio di tutto l’insieme degli interventi socio-sanitari svolti.
- Accanto a questi interventi, si avviano e svolgono piccole attività produttive generatrici di reddito, che coinvolgono donne sieropositive per offrire un’opportunità di mantenimento per loro e i loro bambini. In particolare è stato aperto un laboratorio di sartoria, un progetto di microcredito e una cooperativa di pescatori.
Erogazioni
: Euro 25.640
Valore complessivo degli invii di materiali e tecnologie:
2.059.600
Beneficiari: Assistenza Socio-Sanitaria: terapia e sostegno nel tempo per tredici nuclei madre-bambino/i; reinserimento scolastico per qualche decina di bambini. Centro Medico: la gente di Bandalungwa, uno dei quartieri della grande periferia di Kinshasa. Attività produttive: oltre un centinaio di persone.
Per saperne di più
Associazione “Alfa e Omega, Insieme per il Congo”:
costituita nel 2002 da italiani e da immigrati congolesi a Torino, uniti dalla volontà di offrire risposte efficaci ai problemi della gente del Paese, per favorire l’unione tra gente e culture nel desiderio di “aiutare le persone ad aiutarsi”. Nata da percorsi diversi di ricerca spirituale, è anche un segno e un’opportunità per il coinvolgimento attivo di persone che nel tempo si sono trovate a dover lasciare il loro Paese.
Centre de la Solidarité Sociale et de Promotion des Droits de l’Homme AGAPAO – Kinshasa Associazione di riferimento locale costituita nel 2003 per curare lo svolgimento dei progetti e la collaborazione con autorità locali e altre entità che operano nel medesimo ambito.
Suore di San Giuseppe di Torino:
sono presenti da più di 50 anni in Africa centrale, con 14 missioni aperte nella R.D.Congo. Oltre alle attività di animazione religiosa, i cui frutti sono ampi nella Chiesa locale, gestiscono scuole, dispensari, orfanotrofi e molteplici attività. La loro testimonianza semplice e serena di presenza in mezzo ai poveri è vitale, specie per le donne e la loro promozione. Da tempo per il SERMIG l’amicizia e la collaborazione con loro sono un grande dono.
Dopo una fase finalizzata a definirne e ottimizzarne le azioni e i metodi di intervento, assicurando l’uso efficace delle risorse a disposizione, il modello di lavoro si è consolidato, ed evoluto nel tipo di presenza che si intende garantire stabilmente nel tempo.
I risultati conseguiti sono molto incoraggianti sotto tutti gli aspetti, così come la collaborazione con entità sanitarie e Diocesi.
E’ oggi aperta la possibilità di far crescere il numero dei beneficiari, in funzione di una stabilità nel disporre delle risorse necessarie a sostenerne e via via ampliare ancora il programma di attività.
Il progetto si articola in un insieme di interventi, complementari tra loro.
Nati sulla base delle necessità rilevate via via agendo sul campo accanto alle persone:
ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA
Obiettivo: presa in carico globale di mamme ammalate e dei loro bambini per ripristinare una buona qualità della vita personale e sociale (attività terapeutica, reinserimento scolastico dei bambini e lavorativo per i familiari).
Si attua attraverso:
- esecuzione di analisi di laboratorio mirate a individuare un protocollo di terapia antiretrovirale specifico per la situazione individuale di sieropositività o malattia conclamata (i farmaci utilizzati in loco sono di buona qualità) e poi proseguite con periodicità trimestrale;
- sostegno alimentare, indispensabile per l’efficacia delle cure, e somministrazione della terapia ARV;
- trattamento delle eventuali malattie opportunistiche;
- inserimento scolastico del bambino e lavorativo per la madre;
- accompagnamento, orientamento e sostegno psicologico.
Il lavoro direttamente svolto da Alfa e Omega, dai 4 beneficiari iniziali del 2003, è cresciuto ora a 13 nuclei madre-bambino, organizzati in gruppi di auto-aiuto. L’obiettivo è di poter inserire nuovi nuclei ogni anno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità partecipa parzialmente all’intervento con la fornitura di farmaci ARV.
PROGETTO DI REINSERIMENTO SCOLASTICO
È iniziato nell’anno scolastico 2006/07 per 19 bambini e ragazzi orfani a causa dell’AIDS (dalla scuola materna alla scuola superiore/scuole professionali) e/o essi stessi sieropositivi: per i quali si provvede al pagamento delle tasse scolastiche, al corredo scolastico e al sostegno per le altre necessità che di volta in volta si presentino.
Nell’anno 2008/09 il numero dei partecipanti è salito a 23, con buoni risultati, che li allontanano da un destino da ‘ragazzi di strada’. Essenziale garantirne una continuità lungo il percorso di studi; è dunque ripartito anche per il nuovo anno 2009/10. Sono molte ovviamente le richieste di potervisi aggiungere.
"PTME" - PREVENZIONE TRASMISSIONE MAMMA-BAMBINO"
Obiettivo: prevenzione dell’infezione da HIV nella trasmissione materno-fetale, e nell’allattamento al seno.
Si attua attraverso informazione e accompagnamento alla madre, test riservato di sieropositività, intervento farmacologico (somministrazione di Nevirapina alla madre ad inizio travaglio, e al neonato entro 72 ore dalla nascita); le possibilità di successo della prevenzione sono assai elevate: la probabilità di infezione per il bambino si riduce dell’85% rispetto a un parto non assistito. Tutte le donne sieropositive che Alfa e Omega ha preso in carico e che si sono sottoposte al trattamento hanno bimbi sani.
L’intervento prosegue durante i primi due anni di vita del bambino con il controllo dietetico-alimentare e la fornitura di latte in polvere, al fine di evitare il possibile contagio attraverso l’allattamento al seno.
E’ stata svolta una ampia attività a Kinshasa dal 2003, e a Bukavu (Kiwu) dal 2005
Per rendere possibile l’esecuzione del progetto, si è provveduto preventivamente a formare a Kinshasa il personale di cinque maternità – 80 operatori - sulla conoscenza di tutti gli aspetti della malattia, e la corretta gestione del rapporto con ammalati e famiglie in tutte le sue implicazioni.
Si è quindi operato negli scorsi anni in base ad una convenzione triennale col BDOM – Bureau Diocesain des Oeuvres Medicales - per garantire la fornitura del test HIV per alcune migliaia di madri nella area di Kinshasa e quella del farmaco NVP (ottenuta in questo caso una fornitura gratuita dal produttore) alle madri risultate sieropositive (alcune centinaia) e ai loro bambini. All’Hopital Général di Bukavu sono stati garantiti alcune centinaia di test HIV e,per le donne risultate sieropositive, tutti gli esami preliminari di laboratorio per il trattamento con farmaci ARV.
Il PTME è ora divulgato, promosso, e svolto direttamente dal Centro Medico.
CENTRO MEDICO
Nel corso del 2007, di concerto col Ministero della Sanità congolese, è stata aperta a Kinshasa, nel quartiere periferico di Ngaba, una piccola struttura sanitaria con locali allestiti e attrezzati; che va anche a servizio di tutto l’insieme degli interventi socio-sanitari svolti.
E’ un passaggio molto importante: aprirsi a una diretta offerta di servizi di base alla gente di una specifica area, accessibili anche per chi non può contribuire alle spese. Con particolare attenzione alla prevenzione e sensibilizzazione sul problema HIV-AIDS.
L’avvio del centro nel corso del 2008 è stato assai positivo, con una affluenza rapidamente crescente, in quella che si è rapidamente qualificata come la migliore struttura sanitaria di un quartiere molto povero di 150.000 persone. A fine anno tuttavia si è resa necessaria una rilocalizzazione nel vicino quartiere di Bandalungwa, a causa della sopravvenuta indisponibilità dei locali in affitto. Si è così rapidamente riorganizzata l’attività nel nuovo Centro, composto da 7 locali: ambulatorio, maternità con sala parto, centro per prestazioni di day hospital, laboratorio analisi, sala d’attesa, segreteria e magazzino. Il personale che lo gestisce è attualmente di 11 unità: 2 medici, 4 infermiere – una con compito di assistente sociale, 2 amministrativi, tecnico di laboratorio, pulizia e guardiano. Riavviata l’attività nella nuova struttura, si sta anche qui rapidamente guadagnando la fiducia della gente; un bacino di utenza che supera le 100.000 persone.
La maternità cura anche l’esecuzione, in via riservata, di test di sieroposività per le donne in gravidanza; cui segue, nel caso in cui venga riscontrata, la terapia PTME di prevenzione della trasmissione materno-fetale del virus. Secondo un metodo ormai ben testato, si cura una capillare sensibilizzazione e informazione su questi temi in tutto il quartiere.
L’Autorità Sanitaria Zonale ha ora delegato il Centro Medico all’importante incarico della somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie ai bambini.Nel contempo, a fronte delle molte richieste, si è ampliata l’offerta di servizi con un primo apparecchio portatile di ecografia; servizio finora del tutto mancante nell’area servita.
Obiettivi per il prossimo futuro, sono di potenziare l’apparecchiatura di laboratorio e di ginecologia, e acquisire un apparecchio per ecografia di maggiore capacità.
Accanto a questi interventi, si avviano e svolgono piccole ATTIVITÀ PRODUTTIVE GENERATRICI DI REDDITO, che coinvolgono donne sieropositive per offrire una opportunità di mantenimento per loro e i loro bambini.
Sartoria: il laboratorio ha conquistato stabilmente la propria autonomia operativa e finanziaria. Vi hanno lavorato 4 donne, e fatto apprendistato alcune delle mamme inserite nel progetto di cura.
Centro Servizi per l’Ufficio: ha offerto servizi di copisteria e di formazione alla “office automation”, dando lavoro stabilmente a 3 persone.
Entrambe le attività sono ora in fase di rilocalizzazione in locali attigui al nuovo Centro.
Microcredito: è stato costituito un piccolo fondo rotativo, per avviare piccole attività commerciali e produttive; le donne sono ammesse al programma previo completamento di una indispensabile fase di formazione per costruire capacità di autogestione responsabile, con risultati soddisfacenti.
Cooperativa di pescatori: ad Uvira (Kiwu), sul lago Tanganyka, si sostiene l’organizzazione e messa in opera di unità da pesca artigianale, insieme ad una associazione di pescatori locali, la SEFI. L’obiettivo è offrire sicurezza alimentare al maggior numero possibile di persone, tra cui profughi della guerra rientrati in Congo; a oggi l’obiettivo è stato raggiunto per le 14 famiglie dei pescatori della SEFI, oltre 100 persone in totale.
Repubblica Democratica del Congo
Paese immenso e dalle immense risorse naturali: agricole, minerarie, idroelettriche, forestali. Come per diversi altri Paesi del continente africano, paradossalmente questa immensa ricchezza è stata finora una rovina per la gente.
Schiacciata nel duro tempo della colonizzazione, è rimasta oppressa dopo l’indipendenza da dittature e guerre mosse soprattutto da interessi esterni rivolti ad accaparrarsi ad ogni costo quelle ricchezze.
Ultima in ordine di tempo la guerra nata nel 1998 come “guerra civile” nella provincia orientale del Kiwu – terra ricca di miniere, e tra di esse i maggiori giacimenti al mondo di coltan, elemento prezioso per i suoi impieghi nei congegni elettronici miniaturizzati, compresi i telefoni cellulari. La mole degli interessi in gioco, e l’ampiezza dello scontro tra potenze esterne per rimettere in gioco gli equilibri neocoloniali, l’ha fatta diventare una guerra a dimensione continentale.
Nonostante questo conflitto si dica oggi concluso e nel Paese si siano svolte lo scorso anno elezioni democratiche, nella zona del sud Kiwu tensioni e violenze, in particolar modo a danno delle donne, sono ancora all’ordine del giorno.