Come le prime comunità

Publié le 11-12-2020

de Maria Claudia Brunello

Un tavolo da pranzo diventa altare e una camera da letto si trasforma in chiesa dove Samuele si prepara alla ripresa della scuola seguendo con il dito la liturgia e intona con noi le lodi mentre la sua sorellina balla a tempo. Se arriva un ospite nuovo Derby abbaia, altrimenti si accuccia sotto il letto attorno al quale tutti ci raduniamo per la preghiera.
Sembra di vivere al tempo dei primi cristiani quando i luoghi di preghiera erano le case.

Quest’estate all’eremo ci siamo condivisi bambini e adulti, famiglie e consacrate, persone diverse per carattere ma unite.
Non capita spesso di vivere insieme la quotidianità più spicciola, c’è la possibilità di conoscersi così come siamo e di sapere che ognuno a suo modo stiamo camminando in questa storia. Massi in carrozzina sgomma più veloce di tutti e macina chilometri, mentre Elia ha sempre il quad in carica per gareggiare con lui; dall’alto dei suoi tre anni taglia l’erba con il trattore e dall’entusiasmo che ci mette sembra che sia il papà ad aiutare lui e non viceversa.
Serena anche nel marasma dei bambini che giocano riesce a concentrarsi ascoltando la Bibbia e finisce due icone.
Al pomeriggio c’è la spedizione nell’orto.

Si parte con la ciurma di bambini, con i cani, ci sono i giovani venuti ad aiutarci e il Capitano Teo che ogni giorno ci affida una missione. Per trovare tutti i fagioli anche quelli più alti, Leo vuole salire sulle spalle e arrampicarsi.
Quando arriva il momento di raccogliere le patate, alla fine del lavoro c’è la soddisfazione di tantissime cassette piene, ma la cosa più bella è vedere i bimbi spronare gli adulti nel trovare più “pepite” possibile. Si scava ancora e ancora per non tralasciare neanche una patata e ogni giorno si trova un tesoro, scoprendo il valore di lavorare insieme. Quando i ragazzi tornano dall’orto ci sono Cami e Aichurok già pronte con cuffia e grembiule per servire il gelato più buono del mondo. Ha un ingrediente speciale, si chiama amicizia.

Quest’estate all’eremo abbiamo vissuto la fraternità che si allarga ai giovani, agli ospiti, abbiamo visto con i nostri occhi che volersi bene non solo è possibile ma è persino semplice.

Mariaclaudia Brunello
NP ottobre 2020

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