Con Maria Madre dei Giovani abbiamo trovato un pezzetto di cielo

Publié le 06-08-2015

de Redazione Sermig

Quest’anno la festa di Maria Madre dei Giovani in Giordania è stata celebrata domenica 2 e lunedì 3 agosto.
Nel pomeriggio di domenica abbiamo visitato tutte le chiese di Madaba portando con noi l’icona di Maria Madre dei Giovani e abbiamo concluso la marcia partecipando alla Celebrazione Eucaristica nella nostra parrocchia.
Lunedi’ 3 agosto, invece, il Vescovo Maroun Lahham ha celebrato la Messa all’Arsenale dell’Incontro, seguita da una piccola veglia di riflessione con video, musica e animazioni preparate dai giovani per condividere il cammino che stiamo facendo con Maria Madre dei Giovani per imparare a costruire il bene e la pace a partire dalle nostre vite, per vivere sempre di più da “mandati a dare speranza al mondo”.

La festa quest’anno ha avuto due ospiti un po’ particolari: il caldo molto forte e la sabbia, che si è sollevata dal deserto creando vortici e ricoprendo di una coltre giallo ocra tutto e tutti. Sabato sera -mentre ci chiedevamo con un po` di timore come fare - abbiamo ricevuto la risposta dal Buona Giornata di Ernesto, che ci invitava ad accogliere l’imprevisto e farlo diventare l’atteso... e così siamo partiti, con fiducia e determinazione, e alla fine - come già abbiamo sperimentato tante altre volte - le difficoltà sono state l’occasione per dire e testimoniare con ancora più decisione il nostro impegno per la pace, al di là di ogni intemperia o fatica.

Sabato mattina il caldo ha cominciato a farsi sentire molto mentre con i giovani preparavamo l’Arsenale per la celebrazione: ci guardavamo tutti con gli occhi un po’ stanchi, ma ognuno andava avanti col suo lavoro, senza lamentarsi della fatica supplementare. I giorni successivi sono stati un susseguirsi di scene come queste, che ci hanno commosse e ci hanno fatto toccare con mano ancora una volta quanto siano grandi il desiderio e le potenzialità di bene dei più giovani, a cominciare dai più piccoli, i bambini. Domenica all’ora di pranzo c’erano circa 42 gradi e, siccome sapevamo che c’erano diversi bambini che sarebbero venuti con noi a fare la marcia, abbiamo telefonato alle loro mamme per consigliare loro di far venire i più piccoli solo per l’ultimo tratto del percorso a causa del gran caldo. La risposta di tutte loro però è stata ferma: “ i bambini sono pronti da stamattina, non possiamo dirgli di non venire per il caldo, ci tengono troppo, si arrabbierebbero! Portateli con voi, e se vedete che si stancano troppo chiamateci in qualsiasi momento e veniamo a prenderli”. Con questo stupore ed emozione abbiamo cominciato la marcia.

La prima tappa è stata a Main, al monastero della Piccola Famiglia dell’Annunziata, poi siamo andati ad Hanina (un quartiere di Madaba) prima alla chiesa latina dove sono ospitate le famiglie irachene con cui facciamo attività anche qui all’Arsenale, poi alla nuova chiesa greco-ortodossa che si trova lì vicino. Ci siamo infine spostati nel centro di Madaba, visitando la chiesa cattolica di rito orientale, che ospita un altro gruppo di famgilie irachene, e poi concludendo la marcia nella nostra parrocchia. Ad ogni tappa la scena è stata la stessa: fuori vento, carico di sabbia, un cielo tra il grigio e il giallo che non lascia presagire niente di buono, tanto caldo... ma appena scendevamo dall’autobus con l’icona della Madre dei Giovani ed entravamo nelle varie chiese il fuori spariva e restavano solo i volti sorridenti di bambini e giovani, contenti di condividere con tutte queste comunità il nostro cammino e la nostra preghiera a Maria. Abbiamo raccolto le intenzioni particolari di ogni persona che abbiamo incontrato: nomi, preghiere, situazioni scritte su un piccolo foglio e consegnateci per essere portate in marcia fino all’Arsenale e ricordate nella Messa con il Vescovo. Siamo tornati a casa pieni di sabbia, un po’ cotti dal caldo, ma felici e commossi.

Speravamo che la notte rinfrescasse un po’ l’ambiente, ma lunedì fin dalle prime ore del mattino il caldo era già più forte del giorno prima. Nuovo imprevisto da accogliere come l’atteso: la veglia che avevamo pensato di fare sul grande palco all’esterno andava spostata dentro in salone, cercando di trovare il modo farci stare comunque tutte le persone e di riadattare le animazioni per essere fatte in uno spazio molto più piccolo. Lo abbiamo spiegato ai ragazzi che subito hanno capito la situazione e così ci siamo dati da fare per riaggiustare tutto. I nostri giovani sentono davvero che la festa di Maria Madre dei Giovani è la loro festa, e la normalità con cui ognuno ha fatto quello che normalmente si fa per il proprio compleanno o per quello di un amico molto caro ci ha commosso: c’è chi ha preso ferie per poterci essere, chi è arrivato direttamente dall’università senza mangiare, chi ha portato i fiori per l’altare e chi qualcosa da bere o da mangiare, chi ha suonato e cantato senza che si notasse troppo che aveva caldissimo...abbiamo visto negli occhi di tanti dei ragazzi e nei loro atteggiamenti la responsabilità di chi sa e sente sempre più che sta facendo qualcosa di bello per Dio e per gli altri e che questo lo rende felice. Sicuramente questa è stata la più bella accoglienza per tutte quelle persone che, nonostante il caldo, sono venute a pregare con noi.

Dopo la messa i bambini e i giovani hanno condiviso le riflessioni che abbiamo fatto insieme durante l’estate su quello che ci può aiutare ad andare oltre le apparenze, per imparare a prenderci veramente cura degli altri e del bene che ci è affidato e imparare a vivere da persone libere, capaci di ascoltare la voce del cuore e della coscienza e di non lasciarsi imprigionare da potere, denaro, cose, persone... In tutto questo percorso di siamo fatti guidare dalla Parola di Dio, per provare a leggere alla sua luce la nostra vita. Abbiamo concluso chiedendo a tutti gli amici presenti di prendersi con noi l’impegno di camminare ogni giorno con Maria Madre dei Giovani, per portare speranza al mondo.

Mentre tutti andavano via una persona si è avvicinata per salutarci e ci ha detto: “Grazie, perchè questa sera mi sono sentito proprio come se avessi trovato un pezzetto di cielo”. Noi ci siamo guardati sorridendo e abbiamo subito pensato che forse proprio l’insieme tra il caldo, il nostro impegno, le facce felici nonostante tutto, hanno fatto sì che quel pezzetto di cielo l’abbiamo trovato anche noi.

Fraternità dell'Arsenale dell'Incontro - Madaba - Giordania


 

 

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