La comunione degli apostoli

Publié le 27-08-2021

de Chiara Dal Corso

L’iconografia della comunione degli apostoli è molto comune.
Si trova inserita come icona nei pannelli che compongono la deesis delle chiese ortodosse, appena sopra le porte regali che chiudono il luogo dell’altare, il cuore del santuario, dove avviene il mistero eucaristico.
Ma non solo, la troviamo spesso anche affrescata, sulle pareti dei monasteri del periodo bizantino.
Notevoli sono gli esempi degli affreschi serbi, kosovari e macedoni.

Qui riportiamo un’immagine molto antica, del 1260 circa, che si trova affrescata nel monastero dei santi apostoli del patriarcato di Pek, in Kosovo, il quale di recente è stato inserito nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO e fa parte delle chiese ortodosse di quelle zone, che vengono difese dalla KFOR (dall’inglese Kosovo Force), l’esercito internazionale della NATO impegnato da diversi anni in Kosovo per mantenere la pace.
Non è esattamente un’icona dell’ultima cena, ma la sua versione liturgica: rappresenta la distribuzione dell’eucarestia che avviene nella celebrazione eucaristica.

Lo si può capire da diversi elementi: gli apostoli (ai quali sovente è aggiunto san Paolo, e talvolta gli evangelisti), sono disposti in due file ai lati di un vero e proprio altare, coperto di una tovaglia come nel rito, e sovrastato da un ciborio. Presso l’altare si trova Gesù stesso, di solito duplicato, che distribuisce da un lato il pane eucaristico e dall’altro il vino, secondo la tradizione ortodossa che prevede l’obbligo della comunione sempre sotto le due specie. In questo modello iconografico Gesù è al posto del sacerdote, ad indicare il suo unico e sommo sacerdozio, di cui i presbiteri sono ministri e rappresentanti.

Ci dice anche che nella celebrazione eucaristica, nel sacerdote c’è Gesù stesso, che ci dà il suo corpo e il suo sangue.
Un altro esempio molto raffinato lo troviamo negli affreschi della chiesa di santa Sofia ad Ohrid (Macedonia) del 1054 dove arricchiscono la scena gli angeli che come nella liturgia celeste hanno le funzioni che svolgono i diaconi. Qui sostengono gli esapterigi, dei pregiati “ventagli liturgici” che venivano utilizzati anticamente durante la comunione per evitare che insetti si avvicinassero all’eucarestia. Qui gli apostoli hanno le mani velate in segno di venerazione.


Chiara Dal Corso
NP aprile 2021

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