GEORGIA: la popolazione si prepara all’inverno

Publié le 31-08-2009

de stefano


Pubblichiamo un resoconto di padre Witold, direttore, su quanto Caritas Georgia sta realizzando in questi ultimi mesi. L’aiuto è diretto: ai profughi, che stanno lentamente rientrando verso i villaggi devastati dal conflitto; agli sfollati, che non possono ritornare ai propri paesi di origine, ancora sotto il controllo dei separatisti.

di Witold Szulczynski

Tbilisi, 19 agosto 2008

Carissimi Amici,

Buongiorno. Vi inviamo le informazioni che abbiamo scritto su richiesta del giornale “Avvenire”.. Sono una sorta di riassunto del lavoro svolto dalla nostra Caritas in questi tre mesi, per la popolazione colpita dal conflitto in Georgia. Vi ringraziamo per l’attenzione e buona lettura!
La situazione umanitaria dei profughi in Georgia rimane tuttora drammatica. Il numero degli sfollati è diminuito notevolmente, perché molti profughi hanno fatto ritorno ai propri villaggi intorno a Gori e Tskhinvali. Siamo stati più volte a visitare questi villaggi, abbiamo visto la situazione, case distrutte, derubate, incendiate, ecc. Gli abitanti di questi villaggi, hanno bisogno di tutto: prodotti alimentari, mezzi per poter rinnovare le proprie abitazioni, ma soprattutto, di legname per affrontare il rigido inverno e riscaldare con le stufe le proprie case. Prima del conflitto, gli abitanti di queste zone, si rifornivano di legname nei boschi vicini che però ora sono inaccessibili perché sotto il controllo dei separatisti. Per questo motivo, la nostra Caritas ha presentato alla Conferenza Episcopale Italiana, una richiesta di aiuto per l’acquisto e la distribuzione del legname. I Vescovi Italiani hanno accolto positivamente la nostra richiesta di aiuto, erogando un notevole contributo per questa iniziativa e ora ci stiamo attivando in questa direzione. case di Gori
punto di distribuzione caritas Le persone sfollate, che probabilmente non potranno più ritornare alle proprie abitazioni, rimangono a Tbilisi, a Gori e in diverse città georgiane, alloggiate in vari Centri collettivi. Le condizioni in cui versano sono davvero molto gravi. I profughi hanno bisogno di tutto. Il Governo georgiano sta attualmente costruendo nuove zone residenziali, con casette di circa 50 mq, in villaggi tra Tbilisi e Gori (Tserovani, Shavshvebi ecc.) per gli sfollati che non potranno ritornare ai propri paesi di origine, che rimangono ancora sotto il controllo dei separatisti. Abbiamo visitato il villaggio Ergneti, che è il più vicino alla città di Tskhinvali, capoluogo del Sud Ossezia. In questo paesino, durante la guerra, sono state incendiate tutte le case, eccetto una scuola e un’abitazione. Purtroppo, non siamo in grado di dire il numero esatto dei profughi, e forse non lo potrebbe dire neanche il Ministero per i profughi. Gli sfollati provengono dai villaggi georgiani che si trovano nell’Ossezia del Sud e dove ora passa la frontiera.
La nostra Caritas, si è attivata sin dal primo giorno dell’arrivo dei profughi a Tbilisi (il 10 agosto scorso). Abbiamo cominciato col distribuire diversi prodotti alimentari (pane, pomodori, formaggio, uova, frutta ecc.) e portare diversi prodotti dal forno dal nostro Panificio. Col tempo, il nostro intervento è diventato più sistematico. Ci siamo impegnati ad aprire una Mensa Umanitaria in un Centro Sportivo del quartiere di Gldani di Tbilisi, che ha accolto 400 profughi, servendo a queste persone i pasti caldi tre volte al giorno. Attualmente il numero dei profughi in questo campo è sceso a 220 persone ed offriamo i pasti due volte al giorno. Le spese del consumo di acqua, del gas e dell’elettricità di questo Centro sono a carico del Governo, mentre tutto il resto viene coperto dalla nostra Caritas. Agli sfollati dei campi profughi del quartiere di Mukhiani abbiamo assicurato per la durata di tre mesi il pane la mattina e un pasto cucinato dalla Mensa Poveri della nostra Caritas il pomeriggio. Un altro campo profughi, che stiamo aiutando tuttora, è l’ex ospedale militare del quartiere di Isani, che accoglie circa 1.400 sfollati. Per queste persone portiamo ogni giorno il pane la mattina e vari prodotti da forno del nostro Panificio di pomeriggio. Stiamo lavorando per aprirvi una Mensa Umanitaria (abbiamo portato dall’Italia due pentole professionali) per poter offrire ai profughi i pasti caldi (la mattina magari il latte e un panino per i bambini). Purtroppo abbiamo alcuni problemi legati all’allacciamento del gas e speriamo che il Ministero per i profughi, ci aiuti a risolvere questo problema e che dalla settimana prossima la Mensa cominci a funzionare.
distribuzione sacchi a pelo Abbiamo inoltre distribuito migliaia di coperte, sacchi a pelo, lenzuola, asciugamani, saponette, detersivi, pannoloni, farmaci. Il nostro personale medico ha effettuato migliaia di visite mediche e consultazioni. Da alcune settimane si è avviato anche il nostro programma “Servizio domiciliare”. Per poter avviare questo servizio, abbiamo visitato diversi villaggi, in cui hanno fatto ritorno i profughi, e abbiamo individuato le persone che necessitano di questo tipo di intervento. Il suddetto programma prevede l’assistenza medica alle persone costrette a letto, che non sono in grado di muoversi. Con l’aiuto della Repubblica Ceca, attraverso la Caritas Ceca, abbiamo acquistato e distribuito mille piccole bombole del gas con fornello, e stiamo acquistando mille pentole e bollitori dell’acqua da distribuire alle famiglie sfollate affinché siano in un certo senso autonome. Inoltre, abbiamo ordinato migliaia di scarpe per i profughi
Presso i centri profughi che assistiamo, abbiamo aperto Centri giovanili, allestendo diversi laboratori professionali: laboratorio per la lavorazione del feltro, laboratorio di ceramica, pittura, circolo di danza, corso di lingua inglese. In questo modo, offriamo ai giovani profughi la possibilità di apprendere un mestiere per un loro futuro inserimento sociale. Nell’ex ospedale militare di Isani, il Patriarcato ha aperto una scuola materna per i bambini fino a 6 anni. Collaboriamo attivamente con la suora ortodossa, responsabile di questa scuola materna. ufficio della caritas di gori con volontari al lavoro
Quando è scoppiata la guerra e quando i militari russi erano ancora tra Tbilisi e Gori, ci siamo recati diverse volte a Gori. Siamo andati a parlare con il Vescovo ortodosso (era presente anche il nostro Nunzio Apostolico), abbiamo visitato il piccolo panificio e una piccola Mensa gestita dai monaci e dalle monache, che sfamavano gli abitanti rimasti nella città di Gori durante la guerra (circa il 10 % della popolazione). Di seguito, abbiamo inviato a Gori sedici tonnellate di viveri, destinando la metà degli aiuti alla Mensa gestita dai monaci ortodossi, il resto al Municipio di Gori. Questi sono stati i primi aiuti umanitari arrivati mentre la città era ancora bloccata ed occupata dai militari russi. Portando questi aiuti, abbiamo spiegato all’enorme folla che era in attesa di ricevere qualche soccorso, che i nostri aiuti erano offerti dalla Chiesa Cattolica, dal Santo Padre. Le persone ci ringraziavano con le lacrime agli occhi, dicendo che non avrebbero mai dimenticato l’aiuto offerto dalla Chiesa Cattolica in un momento così difficile. Inoltre, abbiamo collaborato con l’Arcivescovo ortodosso, Serghei di Nekresi, per aiutare i profughi arrivati in quella zona, aiutando con vari prodotti alimentari. Vogliamo sottolineare che con Sono anni che collaboriamo con la Chiesa Ortodossa e il Suo Arcivescovo. Ogni mercoledì, nel nostro Centro Giovanile, viene un sacerdote ortodosso, che insegna il catechismo ai bambini e li prepara al battesimo. Inoltre, nel cortile della nostra “Casa per i bambini di Tbilisi” costruiamo la Chiesa Ortodossa. La nostra Caritas aiuta tutti i poveri, nonostante la loro appartenenza religiosa, etnica o altro. Oggi molti parlano di ecumenismo; noi cerchiamo di agire e fare del bene al prossimo, che vale più dei discorsi e delle conferenze che si tengono al riguardo.
volontario distribuisce alimenti
La maggior parte del nostro intervento, è stato realizzato grazie ai generosi contributi donati dalle diverse Organizzazioni, Associazioni, Parrocchie, persone private, molte volte anche sconosciute. Vogliamo cogliere l’occasione per far giungere a tutte queste persone il nostro vivo ringraziamento per l’importante aiuto prestato. Ringraziamo anche quelle persone che ci hanno fatto visita in questo periodo di emergenza. Con l’aiuto di un nostro amico di Parma, ho partecipato alle iniziative organizzate in favore delle persone colpite dal conflitto e ringrazio il Sindaco di Parma, tutti i partecipanti e soprattutto l’organizzatore di questi eventi. In questi giorni, ci siamo rivolti con la richiesta di aiuto alla Fondazione Banco Alimentare Onlus e speriamo che saranno disposti ad aiutare i profughi.
Con l’arrivo dell’inverno, la tendopoli allestita nella città di Gori, è stata smantellata. Vogliamo sottolineare il grande lavoro svolto dalla Croce Rossa Italiana, servendo migliaia di pasti al giorno. Certamente l’inverno per questi profughi sarà molto duro, anche per quelli che sono ritornati alle proprie case distrutte, perché non hanno il raccolto agricolo nè il bestiame, la loro unica fonte di reddito, e hanno bisogno di tutto. Rimane grave anche la situazione di quelli che sono alloggiati in vari centri collettivi di Tbilisi. volontari della caritas gerogia
Questa mattina sono arrivati a Tbilisi ospiti dalla Caritas Italiana, per vedere sul posto la situazione dei profughi, i programmi e le varie iniziative che realizza il Governo e la nostra Caritas, per le persone sfollate. E’ ritornato dall’Italia anche il nostro carissimo Nunzio Apostolico!

Vi ringraziamo per l’attenzione e per la vicinanza che ci dimostrate.

Cordialmente
Padre Witold Szulczynski
Vedi anche:
GEORGIA: situazione profughi (3 settembre 2008)
GEORGIA: in diretta da Gori (22 agosto 2008)
GEORGIA: l’ora della solidarietà (19 agosto 2008)
GEORGIA: attivata Mensa umanitaria (13 agosto 2008)
GEORGIA: 40.000 profughi (11 agosto 2008)
 

Ce site utilise des cookies. Si tu continues ta navigation tu consens à leur utilisation. Clique ici pour plus de détails

Ok