La cosmesi di Dio: la musica!

Publié le 07-10-2018

de Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Mesi fa vi ho parlato dei Workshop che ci stanno portando in giro per l’Italia da circa un anno e mezzo. Oggi, vorrei condividere ciò che ha scritto Nicoletta Bettini, violoncellista e direttrice di coro, all’indomani del nostro evento di Cesena (17-20 marzo 2017).

«La musica è incontro e relazione. La musica aiuta a creare legami, aprendoci all’ascolto. Questo l’ho sperimentato sin da ragazzina in tante situazioni e durante gli studi in conservatorio. Ho scoperto che suonare insieme è proprio come fare un pezzo di strada a piedi: ci si incontra, ci si conosce, ci si racconta.

Dopo il diploma, avvicinandomi alla musicoterapia, ho compreso che la ragione di tutto questo risiede nella natura vibratoria e relazionale del suono: un’onda di pressione, di energia che mette in relazione chi produce e chi ascolta. Il nostro corpo si comporta come una cassa di risonanza: co-vibra al passaggio delle onde. È sufficiente essere vicino a qualcuno che suona per sentirsi attraversati e coinvolti, anche emotivamente.

Allora mi sono resa conto di quale potenziale avessi tra le mani, che dono fosse stato imparare a suonare e poterlo spendere per se stessi, per gli altri, e per chi vive realtà di disagio. Questa consapevolezza mi guida ora in tutte le esperienze musicali.

Tra le più recenti, l’incontro a Cesena con Mauro Tabasso e Marco Maccarelli nel Workshop La musica dall’uomo a Dio a cui hanno partecipato il coro diocesano Alma Canta (che dirigo con Andrea Ugolini) e un centinaio di persone, tra musicisti e coristi.

Marco e Mauro sono venuti a portarci la loro esperienza da musicisti in dialogo con Dio.

Ci si è chiesti se esista una differenza tra la musica liturgica e l’altra musica. La conclusione è che esiste una sola musica, che è bellezza. Per produrre buona musica è richiesta certo la tecnica, la competenza, ma anche capacità di ascolto, di entrare in contatto con le proprie emozioni. Un musicista è chiamato a dare quel che sa fare in tutte le circostanze, anche quando suona o canta in chiesa. E cosa ti dice se stai dando il meglio di te? Te ne accorgi ascoltandoti: se quello che fai ti fa divertire, ti fa sentire vivo. La bellezza è il fine della musica, perché la bellezza è Dio. “La musica non sono le note scritte… La musica è ciò che non è scritto; la musica siamo noi e ciò che raccontiamo di noi stessi attraverso le note” ha detto Mauro.

La musica parte dal corpo, ancora prima che dallo strumento, mette in gioco quello che sei, la tua sensibilità, che spesso diviene ansia, paura del giudizio, emozioni con le quali, a volte, ci confrontiamo quando suoniamo o cantiamo, dimenticandoci che quello che accade (essere insieme e sentirsi parte) è più importante della perfezione tecnica.

È stato interessante sentire anche il punto di vista di un compositore: la musica nella liturgia è a servizio delle parole, dei testi. Chi compone cerca di rendere ancora più intenso e vero quanto espresso dal testo, attraverso la scelta della melodia e dell’armonia.

Mentre Mauro lavorava con l’orchestra Marco seguiva il coro approfondendo gli aspetti della tecnica vocale ma anche del gesto del direttore. E come direttori io e Andrea ci siamo lasciati mettere in discussione ed è stata una occasione preziosa. È stato molto emozionante per tutti ritrovarsi ad unire le due parti, il coro e l’orchestra, in un unico gesto, in un’unica musica. Eravamo come in un unico abbraccio, in una sola risonanza.

Questo workshop ci ha lasciato molto: la voglia di continuare ad approfondire e a far crescere questo dono che è la musica per ciascuno di noi. Grazie Mauro, grazie Marco!».

Prego Nicoletta! Grazie a voi!

Mauro Tabasso
DIAPASON
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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