L’Italia che si fa carico

Publié le 12-04-2017

de Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - Il rischio è che ci si distragga, dopo essere stati impressionati ed anche un po’ smarriti di fronte a tutto quanto è capitato nel Centro Italia, ove il terremoto da agosto sta rendendo la vita impossibile, mentre si sono aggiunti poi i disagi forti e micidiali del freddo, del maltempo, della neve in misura inverosimile, del gelo, delle valanghe, dell’isolamento per le borgate… Una serie di eventi che hanno messo in ginocchio popolazioni già provate, finite sull'orlo della disperazione e dello sconforto, nel gestire il presente e nel guardare al futuro. Le tragedie si sono inanellate, in sequenze da brivido ed angoscia. Il cuore di tutti si è appesantito, e forse non ha avuto più voglia di sentire polemiche assortite, poi salite di tono sui media. Talora anche in misura stonata. Se saranno individuate responsabilità saranno perseguite. Ogni cosa a suo tempo.

Adesso restano le lacrime anche un po’ devastanti di chi ha sofferto e soffre per lutti, disagi, distruzione di case, cascine, allevamenti… Così come restano la dedizione, il sacrificio, la determinazione, la generosità instancabile di soccorritori eroici. C’è un’Italia ferita, c’è un’Italia che si fa carico. Sono momenti in cui un Paese dimostra la sua maturità, dandosi la mano, cercando di reggere insieme, affiancandosi perché non si finisca sull’orlo del baratro. Insomma c’è un’umanità che nella prova sa reagire in chiave solidale, non arrendendosi all’imprevisto distruttivo, coltivando una speranza condivisa ed espressa in gesti che fanno sentire prossimi, vincendo ogni indifferenza.

Questa Italia c’è, forse va sostenuta maggiormente, va resa ancora più visibile, va apprezzata ed incoraggiata. Anzi in questa altra Italia c’è posto per tutti, anche solo con un’iniziativa solidale, con un’offerta, con una preghiera, con una consapevolezza fattiva. Dalle nostre periferie, dai piccoli paesi della provincia, assistiamo ai tanti modi, ai vari espedienti, creando o sfruttando occasioni, per moltiplicare solidarietà in questo senso.

Ci si organizza, si coinvolgono associazioni e persino istituzioni, ma c’è pure tanta spontaneità dal basso da parte di singoli che si rimboccano le maniche. Fatti che forse sorprendono, in positivo. Una signora di un borgo di 500 anime, nel basso Piemonte, è riuscita a mobilitare amici e comunità, allestendo quattro tir di fieno ed altri aiuti per gli allevatori umbri e laziali penalizzati dal sisma. Gesti che rivelano una voglia di prossimità, anche attestata dal desiderio di andare personalmente sul posto del disastro per portare aiuti e soprattutto a stringere legami d’umanità e d’amicizia, battendo ogni depistante tentazione d’indifferenza.

Insomma il volto di un Paese che non è solo ombre o banalità, derive o stupidaggini. Ovvio che restano contraddizioni ed egoismi assortiti, tra sprechi e diseguaglianze. L’animo si incupisce a pensarci. Però c’è un buon rovescio di medaglia, a cui dare continuità feriale, persino un certo peso politico. Il cuore si appesantisce a pensarci. Però, a questo punto, anche la politica dovrà battere un colpo. E tutti si dovrebbe ritrovare una sobrietà più solidale.

Corrado Avagnina
QUARTA PAGINA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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