Non consegnate mai in bianco!

Publié le 14-09-2011

de Mauro Tabasso


Finite le vacanze? L’Arsenale della Pace non va mai in vacanza. L’estate, poi, è il momento in cui si riempie di giovani provenienti da tutta Italia…

a cura di Mauro Tabasso

 

 

Finite le vacanze? L’Arsenale della Pace non va mai in vacanza. L’estate, poi, è il suo periodo più bello e prolifico. È il momento in cui si riempie di giovani provenienti da tutta Italia che, ognuno con il suo fardello, accettano di condividere con l’Arsenale stesso una settimana di lavoro e di preghiera.

Per noi che ci viviamo e lavoriamo tutto l’anno è il “momento della verità”, l’ora del dialogo con persone ora aperte, ora chiuse, curiose, dubbiose, alla ricerca, che vengono per capire che tipo di vegetale è il Sermig, quali frutti produce, se sono commestibili e se possono entrare a far parte della dieta quotidiana, con quali conseguenze, danni o benefici...

Per quanto riguarda me, è il momento in cui mi pesa maggiormente la responsabilità di ciò che faccio e di ciò che dico. È il momento che mi svuota e mi arricchisce (grazie proprio ai giovani) più di ogni altro. Questo mese, perciò, vorrei proporvi il testo scritto da Elisa (Como) al termine di una settimana di campo-lavoro “musicale” condivisa con me ed altri amici. Tra l’altro, scrive molto meglio di me - so che ci vuole poco...

IMMAGINATE DI AVERE TRA LE MANI UN FOGLIO BIANCO...
Osservatelo: è uno spazio vuoto. A qualcuno ricorderà un’immagine di bambini, ad altri forse una bandiera che un giorno accoglierà un motto; ad altri ancora, farà paura e magari lo accartoccerà e se ne libererà il più in fretta possibile. Una persona tra tante invece, comincerà a scriverci sopra, senza pensare né chiedere permesso alcuno. Quella persona compie, in un gesto d’istinto, la genesi di un’opera d’arte. Non ha alcuna importanza ciò che ne deriverà dopo: fama, successo, denaro, gloria e celebrità oppure il più totale anonimato. Non avranno alcuna importanza.

Tutto è musica e per ogni musica qualcuno ha deciso di creare un’etichetta. Ma esiste in natura una forma di musica che nessuno ha ancora catalogato. Il salto di una cavalletta, lo scorrere dell’acqua, lo scoppiettio del fuoco, il canto dell’usignolo, il silenzio in una foresta rotto solo dal soffio del vento, la nenia di una madre che tiene il suo bambino tra le braccia…

I nostri accompagnatori, coloro che ci hanno guidato in questi giorni, i nostri maestri, i nostri allievi, hanno aperto una porta che ci ha mostrato un quadro vivente tutto ancora da dipingere. Non esiste una musica di serie c, non esistono luoghi in cui la musica non sia sempre al centro per chi la ama. Sforzo, impegno, passione, sono solo alcuni aggettivi capaci di descrivere il nostro modo di porci dinanzi alla musica.
Un giovane tra noi ha definito la musica come arte a 4 dimensioni. Chiediamoci cosa muove questa complessità. La musica è l’anticamera di Dio. Dio è musica.
Accogliere Dio dentro sé è compiere un atto di generosità e di grande umiltà. E così è per la musica. Il cammino verso Dio è giocoso, vivace, irrequieto, ma non per questo meno sofferto. La musica arricchisce e fa gioire, ma è capace di lasciare ferite profonde proprio come spesso accade nel rapporto con Dio. Un dialogo che si fa portavoce delle nostre incomprensioni e della nostra poca fedeltà a Lui.
Ricordate quel foglio bianco che vi abbiamo chiesto di immaginare? Come immaginate che Dio l’abbia utilizzato?
A noi piace pensare che, colto da un vortice d’amore, abbia creato la MUSICA - brevi, sole, anonime note. E intorno ad esse, tutta una serie di brocche, ricche di preziose gocce: una goccia per l’amore, una per la vita, una per la pace, una per la tristezza, una per la gioia, una per il dolore e una per la speranza; una per i giorni di nebbia e una per le notti stellate...
Gli amici dell’Arsenale hanno rappresentato i custodi di queste brocche. Hanno dispensato con passione gioia, affetto e saggezza, tante ricche gocce che ora non chiedono altro che poter diventare torrente che sgorga nei nostri cuori.
Un Dio che si fa musica e una musica che da Dio si lascia creare, plasmare, amare sopra ogni cosa. Ci hanno ripetuto spesso che sono sicuri che tra noi ci saranno: un Einstein, un Verdi, un Freddie Mercury, per citarne solo alcuni.

A noi, di rimando, basti pensare che se saremo quello che dobbiamo essere, metteremo fuoco in tutto il mondo. È stato questo un pensiero spesso ripreso, parafrasando le parole di uno dei più grandi amici dei giovani: Giovanni Paolo II.
Diventiamo testimoni di questo messaggio, raccogliamo a piene mani il mandato di riunire in una sacca le gocce e di partire, camminando per ogni via e paese, nella sola compagnia di un carretto con ruote ruvide, una musica ancora da comporre e un compositore da conoscere, incessantemente, in ogni istante: Dio.

All’Arsenale della Pace il Sermig propone week-end e settimane di formazione per permettere ai giovani di condividere vita e sogni della Fraternità della Speranza. L’esperienza è un cammino che prevede diversi momenti, tra i quali i Laboratori esperienziali e di approfondimento su vari temi: mondialità e restituzione, accoglienza, Giovani della Pace, spiritualità e Sacra Scrittura, musica e canto. I Laboratori sono un momento di confronto e di crescita a partire dall’esperienza dell’Arsenale della Pace e dei giovani che vi partecipano.

 

 

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