Rosaria Schifani all'Università del Dialogo
Publié le 21-05-2018
La bontà come direzione, la volontà di non rimanere prigionieri dell’odio e della vendetta, l’impegno a rispondere al male con il bene. Sono le scelte di vita di Rosaria Costa Schifani, vedova di Vito, uno degli agenti di scorta di Giovanni Falcone, morto nell’attentato di Capaci del 1992. All’epoca Rosaria aveva vent'anni e un figlio di appena sei mesi. Quella tragedia non fu solo uno shock per tutto il Paese, ma uno strappo che stravolse la vita di intere famiglie.
Ne ha parlato Rosaria ieri sera all'incontro dell’Università del Dialogo del Sermig. Un dialogo a tutto tondo sul tema “Scegliamo la bontà”. Al centro, l’esperienza dei primi anni, l’elaborazione della tragedia, ma anche la decisione di reagire dando una nuova famiglia al figlio Emanuele, oggi giovane finanziere. Al di là di tante parole, bontà e perdono che si sono intrecciate nella vita di ogni giorno.
foto: G. De Franceschi