MUSICA : Tu bi or not tu bi?

Publié le 31-08-2009

de Mauro Tabasso


Musica da vedere prima che da ascoltare... l’idea non è di oggi, ma alcune tecniche sono davvero strepitose!

di Mauro Tabasso

  
Sono del parere che una delle prime cose su cui un insegnante dovrebbe “edocere” l’allievo (sempre che entrambi sappiano e vogliano fare il loro mestiere…) è questa: ciò che si sente si ricorda in misura di circa il 30%; ciò che si vede e si sente, in misura di circa il 70%, oltre il doppio; ciò che si sente, si vede e si scrive, in misura di circa l’80%, quasi il triplo. Ecco perché serve prendere appunti quando il prof. spiega: a casa si studia di meno! Badate che sono dati scientifici, non deliri da musicista.

Siccome però, ormai da decenni, la vendita è una faccenda scientifica, basata, oltre che su questo ragionamento, su esperienze, statistiche, calcolo probabilistico e chi più ne ha più ne metta, anche la discografia ha fatto sue queste argomentazioni. Ormai non esce canzone con un certo target che non sia opportunamente accompagnata da un video, forse l’unica parola latina (video, vides, vidi, visum, videre) a essere finita anche sui vocabolari di inglese… Perché? Perché, come dimostrano i dati di cui sopra, i video veicolano la musica, e in misura così grande che spesso sono stati film, pubblicità o gli stessi video a lanciare certe hits.

Produrre un video costa spesso più della canzone che esso contiene/rappresenta. Oltre alla musica, che già di per sé è un costo, ci sono locations, costumi, trucco, luci, comparse, regia, post produzione, che per miseri che siano costano sempre. Chi non può, allora, che fa? Fa da sé, tentando di fare per tre, poi, da volenteroso bricoleur, si affida alla rete.
A tal proposito, oggi uno dei siti più cliccati in assoluto è www.youtube.com. “You” come tu-voi, “tube” come valvola termoionica, richiamo alla televisione, il caro vecchio tubo catodico con risoluzione a mattonella; ma anche come assonanza con “you too”, anche tu. Anche tu puoi vedere e farti vedere, questo è in sostanza il messaggio. “Broadcast yourself”, sottotitolo e motto del sito, significa proprio questo: mettiti in onda.

Su questo sito si trova veramente, ma veramente di tutto. Video musicali amatoriali, video che di musicale non hanno nulla e video che dovrebbero veramente essere censurati, come dimostra (senza stare a far polemica) la storia recente di questo e di altri siti (ma su questo non voglio soffermarmi). Chiunque può loggarsi e guardare, effettuare, oltre al tradizionale download, anche l’upload, cioè immettere nella rete del sito stesso ciò che ha da far vedere e sentire. Ma la cosa bella è che, accanto ad egregi Signor Nessuno, si trovano anche video di personaggi famosi, gli stessi che potete guardare sui canali di MTV o All-Music (non so se in modo proprio legale, non ho approfondito…).
Ad esempio, ci trovate tutte le recenti performances sanremesi di giovani e big.

Poi, a volte, si trovano autentiche chicche, confezionate più o meno in economia da gente che magari non ha la possibilità ma ha tante idee, fresche, nuove, cariche di energia buona. Sono rare, devo ammettere, ma ve ne suggerisco una per tutte: cercate con l’apposita finestra del sito questo gruppo: Stringfever Bolero. Forse un Bolero così l’avete già sentito, ma di certo non l’avete mai visto. Sono sicuro che anche Ravel sarebbe rimasto a bocca aperta, non tanto per la difficoltà dell’esecuzione in sè, quanto per l’idea di questi musicisti allegri e buontemponi, ma non vi dico altro…

Questo e altri siti rappresentano possibilità, mezzi per comunicarsi e comunicare, forse anche per mettersi in mostra, magari per diventare famosi, se volete, ma ancora una volta il problema vero per molti giovani e non più giovani è avere un progetto, un’idea da costruire, qualcosa di sensato da dire o la capacità di dirlo come nessuno ha fatto prima (vedi Bolero). Ci sono idee (musicali e non) che non so cosa darei per aver avuto io, e non per il gusto di primeggiare, ma per la gioia e l’energia che danno i sogni quando si materializzano. Tuttavia molto, molto spesso mi sono trovato a godere e a rallegrarmi grazie ai sogni altrui.

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