SANREMO 2007: canzoni con farcitura

Publié le 31-08-2009

de Mauro Tabasso


Inizia domani - 27 febbraio 2007 - il 57° Festival della Canzone Italiana a San Remo, inossidabile come il suo conduttore. Per mille e uno motivi.

di Mauro Tabasso
 
Che differenza c’è tra Sanremo e una purga? Beh, tanto per cominciare la purga si prende di solito per via orale, si compra in erboristeria o in farmacia, e se si è in possesso di una ricetta medica si paga solo il ticket anziché il canone Rai. Direi che qualche differenza c’è. Essendo però ancora piuttosto regolare di intestino e non necessitando di particolari aiutini (come dicono in tv, per non darti dello stitico) ecco che quasi tutti gli anni mi trovo più o meno a seguire il Festival se non altro per motivi professionali e deontologici. Così per vedere che c’è in giro (parliamo ovviamente solo dell’Italia). E tutti gli anni traggo le stesse conclusioni.
Si dedica più spazio ai cambi d’abito e alle pettinature della signorina di turno che alla musica (spesso la vera purga…), prima ragion d’essere e ispiratrice della manifestazione. Non voglio essere né polemico né tanto meno ipocrita. E tanto per essere chiari, se ne avessi la possibilità al festival ci andrei anche a piedi, di corsa o in autostop. È pur sempre una, se non l’unica o la più importante, vetrina del nostro Paese. Ma da molti, molti anni la musica non è che una scusa.
Quindi che cos’è esattamente il festival? Risposta scontata, lo sapete già tutti. È prima di ogni altra cosa un grosso evento televisivo. Per diversi anni (addietro) è stato il programma con maggiore audience, secondo, solo per intenderci, alla finale di un campionato del mondo di calcio con la nostra squadra finalista.

Un evento lungo una settimana, con ramificazioni significative su tutte le reti televisive e radiofoniche, su tutti i rotocalchi fisici e virtuali, importanti ospiti da pagare e prelibati spazi pubblicitari da vendere. La musica non è che un ingrediente, forse la base, ma quando fai una torta il pan di Spagna alla fin fine ti serve solo da supporto, perché il risalto maggiore lo dai alle cose che ci metti sopra e/o alle decorazioni. In ogni modo, che la musica stia in secondo piano frega poi poco o niente alla produzione dell’evento e al Comune di Sanremo, che di remo ha sempre ma sempre meno, dato che la barca più piccola ancorata al porticciolo della città è probabilmente il gommone bianco e blu delle Forze dell’Ordine… Negli ultimi dieci anni le cose sono filate più o meno così, fino all’anno scorso, quando il Festival di Giorgio Panariello, grande mattatore del sabato sera in altre occasioni, si è fatto soffiare il naso dalla simpaticissima combriccola di Zelig, perdendo un primato storico e ridando fiato, coraggio e speranza alla così detta contro-programmazione, che certo anche quest’anno, forte delle vittoria precedente, sarà molto agguerrita. Ecco allora che la Rai ricorre all’impeccabile e rassicurante professionismo di Pippo Baudo, piaccia o no, sempre all’altezza della situazione e sempre circondato da eccellenti e collaudati collaboratori. Obiettivo: riprendersi il primato degli ascolti di un tempo, come ha già fatto con Domenica In. Come conseguirlo? Scrivendo un programma adatto alle famiglie, comunque ancora il target più ampio. Come realizzarlo? Tirando in ballo personaggi di sicura presa e per tutti i gusti (da Cristicchi a Dorelli, dai Facchinetti ai Bella), di cui non si è mai smesso si parlare per un motivo (artistico) o per l’altro (gossip, ad esempio Al Bano);
non scontentando le case discografiche, che puntualmente contribuiscono mettendo in campo ospiti internazionali; trattando con la dirigenza Rai, spesso in disaccordo proprio con gli artisti e i discografici per motivi che vanno dai rimborsi spese, ai cachet, agli accordi per i diritti (S.I.A.E.); accomodando inevitabili favori politici (senatori, ministri, sottosegretari, ecc.) che la fanno ancora, sempre e comunque da padrone; barcamenandosi con gli sponsor cui interessa unicamente il profitto dell’operazione. Che dite, è roba da niente? Beh, bisogna avere un fegato di ghisa e dei provetti saltimbanchi per trovare tutti questi compromessi, ché di compromessi si tratta, ma l’esperienza in questo campo certo non manca al grande Pippo.
S. Cristicchi
Guardate le cose in questa prospettiva e vedrete che la musica… Musica? Quale musica? Ecco, tanti saluti al pan di Spagna, ve ne siete già scordati… Che peccato! Quanta fatica ancora dovranno fare tanti giovani bravi, ma veramente bravi per avere non dico il successo, ma appena la visibilità che meritano. Giovani che nel frattempo stanno già diventando adulti, poi maturi, quindi vecchi, magari stitici e bisognosi di un aiutino…
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