Progetto "Carmel school"
Publié le 14-06-2012
A scuola insieme
Paese: Israele
Partner: Padri Carmelitani Scalzi di Israele - Associazione Beit Ha-Ghefen
Località: Haifa
Periodo: 2002-2012 e a continuare
Contesto: La città di Haifa è la terza città dello Stato di Israele. È nota per il suo porto, per la raffineria, per le sue industrie, ma anche per essere la città israeliana con maggior presenza di popolazione araba (Nazareth è interamente araba): circa 35.000 persone di cui più di 25.000 sono cristiani delle diverse confessioni. La convivenza tra le diverse realtà è sempre stata buona, improntata a rispetto e collaborazione reciproca. Merito della tradizione culturale e sociale (di vecchio stampo socialista) delle amministrazioni politiche e dei vari soggetti, anche religiosi, operanti in essa.
La Chiesa con le sue istituzioni è presente come segno di convivenza e di tolleranza.
Finalità: La formazione dei ragazzi è strumento essenziale per consolidare la loro identità e nello stesso tempo far crescere una cultura di rispetto e tolleranza dell’altrui diversità, necessaria per favorire un’apertura alla convivenza e arginare l’emigrazione. La “Carmel School” opera secondo questo approccio, accogliendo 800 studenti di elementari e medie, nella quasi totalità arabi, cristiani e musulmani, senza distinzione e senza problemi relativi alla diversa appartenenza religiosa. Una particolare attenzione è data alla formazione culturale e scientifica dei ragazzi per aiutarli ad inserirsi con adeguati strumenti nel mondo del lavoro.
Realizzazioni:
- Sostegno attraverso borse di studio a ragazzi e ragazze di famiglie non in grado di far fronte alle sia pur contenute spese scolastiche, anche a causa della crisi economica indotta dalla situazione di conflitto in cui si trova tutto il Paese
- Sostegno alle iniziative di conoscenza reciproca e dialogo tra le varie componenti etniche e religiose della città
Erogazioni: Euro 114.980
Beneficiari: 90 ragazzi di famiglie bisognose
Per approfondire:
MEDIO ORIENTE TERRA AMICA
ISRAELE: la pace costa
SHOAH: per non dimenticare
La Porta di Jaffa