La nostra vita ha preso la strada del Signore
quando abbiamo incontrato la preghiera
e per prima cosa abbiamo capito
che non sapevamo pregare.
Da quel momento abbiamo desiderato
con tutto il nostro cuore,
con tutta la nostra mente,
con tutte le nostre forze,
di imparare a pregare
e la bontà del Signore ci è venuta incontro.
Pregare è restituire il tempo a Dio,
desiderare che Lui abiti nel nostro cuore,
pensare e volere ciò che a Lui piace.
Ci nutriamo ogni giorno della sua Parola,
la mangiamo e la portiamo sempre con noi.
L’Eucaristia ci dà la grazia di cibarci di Gesù.
La Liturgia delle Ore ci immerge pienamente
nella comunione dei santi.
Il rosario è il nostro affidarci a Maria,
alla sua tenerezza, alla sua maternità.
Ravviviamo così in noi
la presenza di Dio Padre,
Figlio e Spirito Santo.
Lo guardiamo e ci sentiamo guardati da Lui.
Maciniamo continuamente la sua lode:
« Sei buono Signore,
usami, aiutami, misericordia, misericordia ».
Così la nostra giornata
è segnata dalle ore di preghiera
che si intrecciano con la vita:
pregare e agire, pregare e amare,
pregare e tacere,
pregare e operare, pregare e ascoltare.
Altre presenze ci aiutano
a tenere viva la preghiera:
quella degli angeli, dei santi protettori,
di tanti amici buoni che in terra e in cielo
continuano a pregare con noi e per noi.
« Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto » (Lc 11,9).
« Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore » (Gv 15,9).