GERMANIA: il benvenuto del Rettore

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


Erasmus: un progetto che permette a studenti di vari Paesi UE di frequentare per un anno l’Università in un altro Paese. Un modo per allargare lo sguardo, come emerge dal racconto di questa esperienza tedesca.

di Francesco Laruffa


TUBINGA, CITTÀ-UNIVERSITÀ
Recita la mia guida della Germania: “Tubinga non ha un’università. Tubinga è un’università”. Ma andiamo per ordine: mi chiamo Francesco e sto frequentando un anno di università in Germania, a Tubinga, grazie al progetto Erasmus. Tradizionalmente, gli studenti tedeschi sono soliti frequentare l’università in un’altra città rispetto a quella dove vivono i genitori e da questa situazione, per noi italiani abbastanza anomala, derivano molte interessanti conseguenze. Non saprei fare un paragone per riuscire a trasmettervi l’aria che si respira qui. Forse Siena o Urbino… Comunque sia, l’atmosfera è decisamente particolare.
tubinga.jpg La cultura è ovunque. Una biblioteca gigantesca si erge nella via principale e sembra un tempio. Come migliaia di formiche, veloci e laboriose, entrano ed escono continuamente studenti con libri in mano. Tutto ruota intorno all’università, cuore della città. Senso della città. Basta che pensiate che Tubinga conta una popolazione di circa 83.000 abitanti, di cui più del 30% costituito da studenti. Notevole, non vi pare?

E in una città dove 3 persone su 10 sono studenti, non possono certo mancare innumerevoli offerte culturali: cinema, teatro, concerti, corsi di lingue, di musica, di teatro, viaggi e gite turistiche, il tutto a prezzi stracciati, per noi studenti spesso squattrinati!

Senza dimenticare che tutte queste attività rappresentano un bellissimo modo per conoscere gente e fare amicizia, soprattutto per chi, come me, viene da lontano. Le gite, in particolare, ti permettono di conoscere al tempo stesso luoghi e persone, di stare tutti insieme, di divertirsi, incontrando i ragazzi per davvero, condividendo momenti in semplicità, senza droghe e senza abusi.
Sono rimasto sconvolto da una cosa scoperta solo recentemente: qui, per tutti gli studenti, c’è un centro sportivo, a ingresso gratuito, che presenta una vastissima offerta di attività. Dal nuoto libero al tennis, dal calcio alla pallavolo, kayak, karatè, palestra, passando - volendo osare! - per ogni sorta di lezione di ballo. Tutto senza spendere un euro. “Sconvolgente” direte e dico io. Qui è assolutamente normale.

Quando sono arrivato a Tubinga, ho ricevuto la lettera del sindaco che mi dava il benvenuto e mi invitava ad un concerto. Come matricola, ho ricevuto i saluti ufficiali dal Rettore con l’augurio di un anno proficuo. Allegata alla lettera è arrivata una guida sull’organizzazione e il funzionamento dell’università, le offerte per gli studenti e le informazioni generali sulla città. Dopo i benvenuti, una serie infinita di feste di apertura dell’anno accademico, sempre a spese dell’università. Lo so che sono formalità, ma sentirsi accolto è un po’ come nascere e avere dei genitori che ti vogliono bene senza aver fatto nulla per meritarselo. Chissà se in Italia gli studenti stranieri sono accolti così bene... Pensare all’università in Italia mi rattrista molto… soprattutto perché so che le ragioni di questa diversità non stanno solo nella diversa ricchezza dei due Paesi. È una questione piuttosto di impostazione culturale. È l’atteggiamento delle persone che fa la differenza.

Dall’organizzazione dell’università si vede già che il dover essere e l’essere, in Germania, coincidono. Le leggi non sono soltanto dettami dall’esterno, ma vengono a costituire parte integrante dell’individuo stesso, che le sente giuste e quindi le rispetta in prima persona, le applica quasi istintivamente. I bus che spaccano il minuto, per esempio, qui non sono un’utopia perché nessuna - dico nessuna - macchina invade la corsia ad essi riservata.

TUBINGA, CITTÀ NEL VERDE
Il confine tra la città e la natura non è ben delineato. Pensate che nel bel mezzo della città si erge una collina tutta verde dove pascolano le pecore! Tutto intorno le case, i palazzi, ma lì nulla. La trovo bellissima, così immersa in questo paesaggio incantevole, dove passeggiare a piedi o in bicicletta.
Il mio quartiere mi piace sempre di più. È molto alternativo, con le case colorate e tanto verde. A due minuti a piedi da casa mia c’è la foresta, senza più traccia di costruzione umana. Vado spesso a passeggiare nel bosco in compagnia di un buon libro. C’è anche un gallo che canta tutte le mattine e una piccola fattoria, con le mucche. Di mattina esco molto presto e mi piace tantissimo. Non c’è nessuno in giro e i pochi che incontri li senti tuoi amici, compagni nella fatica dell’alzarsi presto.

MUSICA, LINGUAGGIO DI DIO
Qui la musica non manca. Pensate che ogni studentato è provvisto di una stanza della musica abitata dai più svariati strumenti per permettere agli studenti in trasferta di potersi allenare al proprio strumento. Chitarre, bassi, pianoforte, batteria a disposizione di tutti noi. Gratuitamente, inutile specificarlo. La musica in chiesa in Germania è qualcosa di eccezionale, ma più di tutto mi piace ascoltare il coro con le voci maschili e quelle femminili che si intrecciano in una armonia perfetta. In quei momenti, sembra che la guerra sia una stupida invenzione e che esista solo l’amore tra gli uomini. Tutti cantano la stessa cosa, ognuno contribuendo con le proprie capacità al risultato finale del tutto. E in questo equilibrio tra diversità e comune scopo risalta la bellezza della comunità che ha la sua forza nell’insieme ma che non dimentica l’importanza del singolo, del particolare. Davvero la musica è il linguaggio di Dio.

INCONTRI
Un po’ di sere fa sono stato in una chiesa avventista per andare ad ascoltare un mio amico che suonava il pianoforte. Dopo il concerto, sono stato invitato a rimanere per seguire una specie di gruppo biblico sul tema La donna nella Bibbia.
Mi è subito venuto in mente il gruppo biblico che frequento a Torino e mi sono accorto che, anche se in un Paese straniero, anche ascoltando una lingua diversa dalla mia, persino in un contesto religioso diverso, ci si può sentire a casa. Abbiamo pregato insieme e, di nuovo, ho vissuto la forte sensazione che in quel momento tutti lì appartenessimo alla razza umana, tutti figli dello stesso Dio.

LA MESSA E I SUOI PROTAGONISTI
Vale la pena raccontarvi un po’ della Messa… molte persone adulte, giovani coppie, papà e mamme si impegnano in prima persona per ricreare attraverso scenette dei passi del Vangelo o un messaggio da portarsi nel cuore. Qualche settimana fa, ad esempio, il tema era quello dell’immigrazione e dell’indifferenza con cui si chiudono molte porte agli immigrati. Dopodiché sono stati presentati alcuni progetti di accoglienza, esempi di alcuni centri nella città che si occupano di integrazione ed ospitalità. È un bel modo, secondo me, perché il messaggio resti ben impresso una volta tornati a casa. Il tutto, ovviamente, condito con tanta buona musica! È una gioia, è incoraggiante. Penso proprio che, per molti aspetti, abbiamo parecchio da imparare dagli abitanti di questa nazione…

Francesco Laruffa
da Nuovo Progetto gennaio 2009

 

 

 

 

 

 

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