Non mimose ma proteste

Publié le 31-08-2009

de Redazione Sermig


“Vorrei che la donna fosse amata e rispettata come persona in Iraq e in Svezia, in Russia e in Iran.
Non è il velo che fa la donna, come non è l’abito che fa il monaco".

di Ernesto Olivero

 

Un giorno un amico mi scrisse che all’Arsenale della Pace aveva incontrato l’amore, persone che si vogliono bene e vogliono bene agli altri, e poi ironicamente continuava: “Può darsi che siano controcorrente, ma è il verso giusto”.
Il verso non giusto è imbrogliare, è rubare, ed è sbagliato anche se ci giustifichiamo con un: fanno tutti così. Ogni tanto qualcuno che fa solo il proprio dovere riceve un premio, una medaglia per sottolineare un gesto, un progetto.
A volte assegnando questi riconoscimenti qualcuno cerca di sdoganare la propria cattiva coscienza, un contentino per mettersi in buona luce che non vuole cambiare niente, né comportamenti, né situazioni.
festadonna

La festa della donna mi sembra il contentino che si dà alle donne, mi sembra inadeguata oggi ad affermare la dignità ed il ruolo di cui la donna è portatrice in tutti gli ambiti della vita sociale, culturale, scientifica, politica; mi chiedo a cosa serve distribuire mimose alle donne una volta all’anno per continuare poi ad ignorarle i restanti 364 giorni.
Penso a tutte le donne che in tanti paesi del mondo soffrono e sono usate per il sesso, per il lavoro, rese schiave in casa, private dei diritti più elementari, abbandonate quando non servono più. Non sono fatti che accadono lontano da noi, tante di loro arrivano qui e bussano alle nostre porte in cerca di un rifugio e di una speranza di vita.

Ho una grande considerazione della donna. Per me è più forte, più docile, “sa perdere” per portare armonia. Sarà perché mia mamma Ester e le mie sorelle me l’hanno dimostrato con la loro vita. Sarà perché sono sicuro che Dio non ha voluto fare discriminazioni tra uomo e donna. Ecco perché vorrei che le donne protestassero quando ci fanno credere che la loro massima aspirazione è diventare veline, sempre costantemente svestite.
Dentro di me reagirei se vedessi in tv, a fianco di una conduttrice, degli uomini costantemente in mutande, e vorrei che altrettanto facessero le donne, è un fatto di dignità e non di puritanesimo.
Per lo stesso motivo vorrei che nelle elezioni le donne non avessero quote rosa, ma fossero in maggioranza, rispecchiando così la realtà dei numeri, dato che al mondo ci sono più donne che uomini.

Vorrei che la donna fosse amata e rispettata come persona in Iraq e in Svezia, in Russia e in Iran. Non è il velo che fa la donna, come non è l’abito che fa il monaco.


Ernesto Olivero
 

 

 

 

 

 

 

 

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