Smart Meters
Publié le 27-04-2021
L'agenda energetica 2030 ed il Green Deal europeo promuovono diversi strumenti per la transizione verso società a basso contenuto di carbonio: la tassa sulle risorse energetiche che emettono diossido di carbonio nell'atmosfera, incentivi all'uso di energie rinnovabili o a bassa emissione di carbonio…
Le compagnie fornitrici di gas ed elettricità si stanno muovendo in questa direzione, prendendo di mira il comportamento delle famiglie con l'obiettivo di limitare il consumo di energia e/o "spostarlo" in altre fasce orarie. Questo permetterebbe ai cittadini di risparmiare sulle bollette e alle aziende di limitare la costosa produzione di energia in orari di picco o di investire in reti ed impianti che possano far fronte a futuri picchi di domanda.
Nella maggior parte dei casi, però, le famiglie sono all'oscuro riguardo i propri consumi reali. Un modo efficace e a basso costo per farvi fronte è quello di fornire feedback istantanei attraverso l'istallazione di "smart meters", dispositivi elettronici che registrano il consumo di energia in tempo reale e ne danno feedback immediato ai fini di monitoraggio e fatturazione. Abbiamo già parlato in articoli precedenti di "nudging ambientale" e di applicazioni in questo senso. Gli smart meters ne sono un chiaro esempio, che si sta diffondendo velocemente: ci si aspetta che 225 milioni di dispositivi vengano installati in Europa entro il 2024 (per un giro d'affari di 47 miliardi), permettendo ai consumatori di conoscere il consumo di energia (ad intervalli di 15m o meno).
Un recente articolo scientifico di autori italiani (Marangoni e Tavoni) è di particolare interesse, soprattutto perché è uno dei pochi studi che prende in analisi il caso italiano. Gli autori testano l'effetto di questi dispositivi sulle scelte di consumo energetico, in particolare valutando se gli smart meters promuovono un risparmio energetico, se questi effetti sono persistenti nel tempo ed in che misura essi modificano il consumo energetico nell'arco della giornata (spostandolo da fasce di picco ad altri orari).
Nell'ambito di un progetto europeo pilota nell'area di Isernia, una grande azienda europea pubblicizzò ed installò gratuitamente degli smart meters, raggiungendo più di un migliaio di famiglie residenti nella città e nei suoi immediati dintorni. I dispositivi fornivano informazioni sul consumo di energia istantaneo, la fascia oraria di fatturazione ed il costo monetario ricavato da queste due informazioni. Gli utenti potevano anche programmare dei target di consumo e venivano avvisati da un segnale acustico quando il proprio consumo eccedeva quello contrattualizzato (3 kW).
I risultati, basati sulla comparazione di consumo tra coloro che avevano ricevuto gli smart meters prima con coloro che l'avevano avuto dopo, mostrano una riduzione di consumo energetico che non decade nel tempo: le famiglie sembrano abituarsi a vivere consumando meno energia. La diminuzione di consumo sembra comunque limitata: si parla di una riduzione di 0,5-1,9%. Il perché di questo scarso impatto è ascrivibile a diversi fattori legati al contesto dello studio, come ad esempio l'assenza di incentivi monetari o messaggi legati alla promozione dell'ambiente, la base volontaria del programma, cui hanno partecipato persone probabilmente già sensibili al tema.
Futuri studi potranno testare più nel dettaglio e su un campione più rappresentativo del Paese la reale portata di questi dispositivi. Per ora, anche alla luce del loro costo contenuto, sembrano un valido strumento per rendere i cittadini protagonisti dei cambiamenti verso cui molti Stati stanno andando, in cui ciascuno di noi è chiamato a fare la sua parte.
Pierluigi Conzo
NP febbraio 2021