Tassi di mortalità

Publié le 10-09-2019

de Pierluigi Conzo

di Pierluigi Conzo - In aumento negli USA fra i cinquantenni.
Mentre nella maggior parte dei Paesi sviluppati i tassi di mortalità continuano a diminuire, negli Stati Uniti questo avviene solo per i bianchi di mezza età più istruiti e per i neri e gli ispanici indipendentemente dal loro livello di istruzione. Per i bianchi di mezza età con un basso livello di istruzione i tassi di mortalità sono in aumento dalla fine degli anni ’90, a causa – secondo due influenti autori di Princeton – dell’aumento delle “morti per disperazione” e degli scarsi progressi raggiunti nella cura del cancro e malattie cardiache.

Recenti studi di due famosi professori di Princeton, Anne Case e Angus Deaton (Nobel per l’economia nel 2015) mostrano allarmanti cifre relative all’aumento nei tassi di mortalità di uomini e donne bianchi e di mezza età (50-54 anni). Rispetto ad altri Paesi sviluppati in cui si osserva una generale diminuzione della mortalità per tutte le fasce della popolazione, questa categoria ha subito negli ultimi 20 anni un aumento di mortalità ed un peggioramento nelle condizioni di salute reali e percepite. Mentre in altri Paesi sviluppati la mortalità tra i 50 ed i 54 anni è diminuita del 1.9 per cento all’anno in media tra il 1999 ed il 2014, negli Stati Uniti per i bianchi non ispanici la mortalità è cresciuta del 0.5 per cento. Tale aumento di mortalità (o la sua mancata diminuzione) è ancora più marcato se si considerano le differenze nei livelli di istruzione: in età compresa tra 25 a 59 anni, il tasso di mortalità di chi è senza laurea è aumentato, mentre si è ridotto per coloro con un titolo di studio universitario.

Secondo gli autori, questo trend riflette l’incremento delle cosiddette “morti per disperazione” (overdose, suicidi e malattie legate all’abuso di alcol) ed è affiancato dal rallentamento nel progresso sul cancro e sulle malattie cardiovascolari, principali cause di mortalità tra i cinquantenni. Rispetto a Francia, Germania e Svezia, negli Stati Uniti i bianchi di mezza età avevano nel 1990 una più bassa mortalità per droga, alcol e suicidio. Tuttavia, mentre gli altri Paesi hanno raggiunto il livello di 40 morti ogni 100 mila abitanti dopo il 2000, negli Stati Uniti la mortalità per disperazione è cresciuta principalmente per i bianchi di mezza età (80 morti).
Gli autori associano l’aumento di mortalità tra i bianchi di mezza età ad un processo storico che ha portato i meno istruiti ad accumulare una serie di svantaggi lavorativi, familiari e sociali. A trarre maggior beneficio dai processi di cambiamento tecnologico e dalla globalizzazione a partire dagli anni ’70 furono i laureati, per i quali l’investimento in istruzione terziaria cominciava a “pagare” in termini di stipendio. Il lento deterioramento delle prospettive occupazionali e salariali per i meno istruiti stimolò il loro graduale ritiro dal mercato del lavoro e, di conseguenza, peggiori risultati in termini di reddito.

Tali cambiamenti macroeconomici furono accompagnati anche da cambiamenti sociali e familiari che resero più difficile la vita per i non laureati. Le strutture tradizionali di supporto economico e sociale lentamente si andavano indebolendo. Se questa fragilità era “liberante” quando conduceva a scelte di successo, quando si traduceva invece in risultati fallimentari l’individuo ne era l’unico responsabile: incapace di realizzare le aspettative sociali e familiari e privo delle strutture “di senso” proprie delle precedenti generazioni, vedeva nel suicidio l’unica via di fuga.
A tutto questo occorre associare, secondo gli autori, il graduale declino nelle condizioni di salute percepite dai bianchi meno istruiti e l’aumento nelle prescrizioni di farmaci oppioidi. Secondo un influente economista di Princeton – di recente trovato morto per probabile suicidio - un disoccupato su due negli Stati Uniti fa uso di farmaci analgesici oppiacei. Questi farmaci, regolarmente prescritti dai medici, sono stati la causa di circa 200 mila morti per overdose negli ultimi 18 anni.

Pierluigi Conzo
ECOFELICITA'
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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