Una di noi

Publié le 08-05-2014

de Flaminia Morandi

Federico Barocci, Studio per la Vergine Maria per l’Annunciazionedi Flaminia Morandi - Maria ce la fanno vedere inaccessibile, e invece bisogna farla vedere imitabile, dire che viveva di fede come noi!

Nei Vangeli Maria parla solo cinque volte e una volta canta. Fa una domanda razionale all’angelo, perché non capisce il senso delle sue parole: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Poi ascolta e risponde lucidamente: “Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”.
Nei primi secoli gli autori dicevano che Maria era stata fecondata dall’orecchio: è l’ascolto che permette l’ingresso in lei di tutta la grazia. Alla benedizione di Elisabetta risponde cantando il Magnificat, una preghiera in uso tra gli ebrei poveri: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.

Quando ritrova a Gerusalemme il figlio giovinetto rimasto nel Tempio con i dottori della legge, non lo rimprovera. Dice: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. All’inizio della vita pubblica di Gesù, a un matrimonio di amici a cui si è recata per prima, avverte il figlio di un bisogno concreto dei padroni di casa: “Non hanno vino”. E dopo la risposta apparentemente dura di Gesù, dice tranquillamente: “Fate quello che lui vi dirà”. È l’ultima frase che Maria dice nei Vangeli. A noi.
Parole umanissime che ce la fanno sorella, diceva Paolo VI. È proprio questa umanità la sua grandezza, il suo non dire tante parole perché una sola è la sua parola, la Parola di Dio fatta carne in lei: il suo sì, fiat, è il punto di arrivo di un percorso spirituale che passa attraverso il turbamento, il dubbio, la richiesta di spiegazione, l’assenso, un’accettazione che diventa un sì gioioso ed esultante. Santa Teresina di Lisieux diceva: “Quanto avrei voluto essere un sacerdote per parlare della santa Vergine!”.

Ce la fanno vedere inaccessibile, e invece bisogna farla vedere imitabile, dire che viveva di fede come noi! E può succedere che qualcuno arrivi perfino a sentirsi quasi allontanato di fronte a una creatura così eccelsa e a dire: “Se le cose stanno così, allora vale la pena di restarsene nel proprio cantuccio”. È il contrario di quello che vuol dirci Maria: “Sono una di voi, fate come me, uscite da voi stessi e rendete visibile la via del cielo”.
L’Oriente cristiano è convinto dell’assoluta santità di Maria ma ignora il dogma dell’Immacolata Concezione: perché Maria è una di noi, libera di dire sì o no, e la sua grandezza è nella scelta di dire sì. Dio ha bisogno del suo sì per incarnarsi.

Ha un senso profondo che Dio si rivolga a una donna per realizzare il suo progetto d’amore, dice Olivier Clément. La volontà di potenza e di possesso dell’uomo ignora il mistero della terra e della vita. La donna conosce il segreto della sapienzialità delle cose e sa esprimere in un linguaggio di silenzio il mistero della maternità, autentica fede che in seguito rivela un volto. Il mondo comincia in Adamo-uomo e si compie in Eva-Madre di Dio. Forse in quest’epoca in cui la ricerca della madre diventa straziante, la donna è chiamata, in comunione con lo Spirito, a partorire il mistero dell’anima dell’umanità.

Flaminia Morandi, MINIMA – Rubrica di Nuovo Progetto

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