La cura-caramella

Publié le 23-11-2020

de Arsenale della Piazza



4 K ha portato un po’ di legna, perché non si sa mai, Paereo sotto il braccio ha un piccolo atlante colorato, Madame Coccodè arriva un po’ spettinata, piume al vento, con la sua solita cartella piena di compiti, sempre gli stessi, da correggere, il dottor Bellacresta parla sottovoce al cellulare “tachipirina, 30 gocce di menta glicerofosfata, sciarpa e colluttorio”. In questo periodo lo chiamano in tanti e lui risponde a tutti.
Dino Conta segna sul calendario da quante ore porta la mascherina, fa calcoli complicati, l’aria che avrebbe dovuto respirare sottratta dal filtro della mascherina per il volume dei polmoni e sostiene che i conti non tornano.
“Poco male” dice il maresciallo Bellavista “se i conti non tornano la colazione basterà per tutti”. Carboncino come al solito arriva per ultimo, con gli occhi incollati e le scarpe slacciate, è silenzioso, cosa strana, è un po’ di giorni che non fa dispetti a nessuno, non fischia, non disturba, è strano. Come è strana la vita nella casa del bosco, ognuno è per conto suo, distanziati da uno nuovo concetto di tempo-spazio-relazionale.

Bababit arriva con un bidone colorato con una grande scritta "TEMPO".
“Ecco” dice indicando il bidone colorato, “Questo è il nostro tempo. Scrivete un pensiero di cosa più vi manca in questo tempo e mettete il foglio qui dentro”.
“Quanto tempo abbiamo”? chiede confuso 4 K.
“Tutto il tempo che ti serve” risponde Bababit.

Paereo non ha dubbi e subito comincia a scrivere, Madame Coccodè si sistema le piume e scrive, Bellacresta spegne un attimo il cellulare e scrive, Dino Conta pensa di sintetizzare il suo pensiero con una proporzione: il tempo di oggi sta alla noia come il tempo nuovo starà alla gioia, Bellavista scrive con una lente di “grandimento”. Carboncino fa finta di non aver capito e non scrive, non gli è mai piaciuto scrivere.

Ora leggeremo i pensieri e dopo faremo un gran falò perché possano arrivare in Cielo. Chiediamo un TEMPO NUOVO per tornare a stare insieme e fare tutto quello che facevamo prima, tutto, tutto nello stesso modo, CON RINNOVATA. Abbiamo capito quanto era importante, abbiamo capito quanto sarà importante” Dice Bababitt e comincia a leggere:

“Mi mancano gli Amici bambini, mi manca la scuola, fare l’appello, fare i compiti insieme, scrivere alla lavagna e dare comunque 10 anche a chi tra i 7 re di Roma ci mette pure qualche imperatore.”

“Mi mancano i viaggi, partire per non so dove, arrivare non si sa come, conoscere storie segrete antiche e storie segrete moderne, tanto sono uguali. Mi manca viaggiare con la fantasia con gli Amici bambini”

“Mi mancano gli Amici bambini, contare i loro abbracci, contare i sorrisi, contare i gra-zie delle caramelle che qualche volta sono di meno, qualche volta sono di più, delle caramelle stesse”

“Mi mancano gli Amici bambini e le indagini per scoprire chi è il bambino che ha pianto e ridargli subito  il sorriso perduto. Mi manca ricordare a tutti, cantando come un gran tenore, che qui non vincono le botte e chi sbaglia chiede scusa. Volete sentire?”

“Mi manca la Sapienza, vorrei trovare una cura che cura tutto e tutti, la metterei dentro una caramella, una cura-caramella, la darei a tutti gli amici bambini del mondo all’ingresso della scuola, e se non c’è la scuola, la costruisco”

“Manca il mio” dice Carboncino. “Mi manca il girotondo, quello che imparano i piccoli quando arrivano a Felicizia: PER ESSERE FELICI BISOGNA STARE UNITI E PER RESTARE UNITI BISOGNA VOLERSI BENE”

“Bravo Carboncino!!” e tutti si uniscono in un grande applauso facendo il girotondo intorno al fuoco.

Onofrio Colella

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