Grazie ad Astelav sono state evitate quasi 200 tonnellate di rifiuti in due anni

Publié le 17-10-2019

de Redazione Sermig

da LA STAMPA

Più di tremila elettrodomestici recuperati: a Torino un’azienda insegna al riuso dei rifiuti elettronici

Grazie ad Astelav sono state evitate quasi 200 tonnellate di rifiuti in due anni

 

In soli due anni la società torinese Astelav ha rigenerato più di 3.000 elettrodomestici, evitando quasi 200 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il progetto Ri-Generation era nato nel 2007 e grazie a questo la società di Vinovo ha dato nuova vita a lavatrici, forni, lavastoviglie e frigoriferi ormai destinati alla discarica con un duplice obiettivo: rispettare l’ambiente e creare posti di lavoro basati sull’inclusione di persone svantaggiate. Ogni mese, da due anni a questa parte, la crescita di elettrodomestici recuperati è stata del 30% e questi sonoi stati rimessi in vendita ad un prezzo del 50% inferiore rispetto al mercato.

Il circuito del recupero si basa sul sistema del cosiddetto uno contro uno, ovvero la possibilità data al consumatore di consegnare l’elettrodomestico vecchio al rivenditore (RAEE) nel momento dell’acquisto di uno nuovo, oppure tramite donazioni nella zona di Torino e provincia. Gli elettrodomestici poi vengono scelti sulla base di alcune caratteristiche di qualità e anzianità e dopo un accurato screening vengono riparati utilizzando ricambi originali. In seguito vengono collaudati e sanificati nel laboratorio Ri-generation di Astelav da un team di tecnici specializzati e una volta verificato il perfetto funzionamento, vengono messi in vendita. La garanzia è di 12 mesi e utilizza la rete di distribuzione Astelav che copre tutto il territorio nazionale. 

L’attività di recupero della società di Vinovo si inserisce in un contesto piuttosto scoraggiante a livello nazionale: secondo un rapporto di Altroconsumo presentato lunedì a Roma, il 39% degli elettrodomestici dismessi dai cittadini italiani non arriva mai agli impianti di trattamento autorizzati. Su un campione valido di 174 RAEE, monitorati tramite la tecnologia GPS, solo 107 esemplari (pari al 61% del totale) sono effettivamente approdati in impianti autorizzati, in grado di garantire un trattamento corretto dal punto di vista ambientale. Gli altri 67 (il 39% del totale) ivece sono stati sottratti alla filiera formale, finendo in impianti non autorizzati oppure in mercatini dell’usato o in abitazioni private.

«Siamo partiti con due persone impiegate in questo progetto e oggi ne contiamo 11» racconta Ernesto Bertolino, referente marketing di Ri-generation e amministratore di Astelav società di Vinovo (TO) leader nel settore dei ricambi per gli elettrodomestici con alle spalle quasi sessanta anni storia e una presenza in ottanta Paesi nel mondo. «Abbiamo messo la nostra conoscenza degli elettrodomestici e la disponibilità dei ricambi al servizio dell’economia circolare, uscendo da quella mentalità dell’usa e getta che è sempre più diffusa – continua Bertolino –  Nel contempo, abbiamo dato valore ad importanti risvolti sociali offrendo, in collaborazione con il Sermig (Servizio Missionario Giovani), una seconda possibilità a quanti sono stati emarginati dal mondo del lavoro e trasferendo competenze a giovani provenienti da contesti sociali difficili. Recupero dei rifiuti, reinserimento lavorativo e formazione dei ragazzi: è un circuito che fa bene». Il sistema di recupero e vendita si può trovare sul sito di e-commerce www.ri-generation.com e in due negozi di Torino (via Mameli 14 e via Saluzzo 39/A).

Un altro aspetto importante dell'ìniziativa è quello umano perché è stata data una seconda possibilità a coloro che avevano maturato delle competenze nel settore ma erano stati esclusi dal mercato del lavoroe anche giovani con alle spalle contesti sociali difficili. Non solo: con la collaborazione dei Salesiani di Torino, Astelav propone ai ragazzi corsi di formazione per trasmettere le conoscenze sul tema. Spiega: «Sono 100 ore rivolte a ragazzi minori non accompagnati, anche migranti, a scopo formativo ed educativo per acquisire maggiori conoscenze e strumenti concreti che possano facilitare un reinserimento sociale al termine degli studi. Alle 30 ore di teoria, si aggiungono le 70 di pratica. Al termine c’è la possibilità di fare un tirocinio di tre mesi nel nostro laboratorio» conclude Bertolino. 

foto: Andrea Quaranta

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