Aggiornamenti dalla Siria

Publié le 24-04-2023

 


 


AGGIORNAMENTO

23 aprile 2023

                        

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DALLA SIRIA
a due mesi dal terremoto

Il contesto attuale
Sono passati quasi due mesi dal terremoto in Siria. Il momento del panico, la disperazione e lo sconforto ha lasciato il passo alla voglia di ripartire, di rientrare nelle proprie case, di riprendere a lavorare.
Gli sfollati sono ancora migliaia, ma chiese, conventi e moschee sono diventate rifugi attrezzati, dove ancora migliaia di famiglie dormono e mangiano.
Del terremoto se ne parla ancora, certo, ma c’è chi prova a guardare avanti, come hanno fatto sempre.
Anche se è sempre più difficile. Ci sono quelle vittime ancora sotto le macerie. Già, perché i mezzi per levarle da sotto non sono ancora arrivati. Le sanzioni internazionali bloccano ancora ogni forma di aiuto (anche se non formalmente). Intanto i topi sbucano da ogni parte, e vanno banchettare coi corpi senza vita schiacciati dai muri dei palazzi.

Grazie al vostro aiuto

La mensa di Aleppo
La nostra mensa nel quartiere di Azizieh ad Aleppo ha distribuito pasti caldi fino a 4000 persone ogni giorno, per tutti gli abitanti della città. Per le persone che non potevano raggiungere direttamente la mensa, circa 500, abbiamo attivato anche un servizio di distribuzione porta a porta per portare il pasto direttamente a casa

Il Terra Sancta College
Il Terra Sancta college, la struttura che ospita il Franciscan Care Center, è diventato un vero e proprio centro di accoglienza, che nei primi giorni ha accolto fino a 5000 persone sfollate.
Famiglie con bambini, anziani, tutti coloro che avevano la casa gravemente danneggiata. Per ogni persona è stato fornito un materasso e delle coperte per proteggerli dal freddo, che nel primo periodo era davvero intenso. Ad oggi rimangono nel centro circa 500 persone, a cui si fornisce cibo e beni di prima necessità, mentre la maggior parte delle persone sono tornate nelle case.

Le case danneggiate
Proprio sul tema delle case danneggiate, si stima che su 5000 edifici danneggiati dal terremoto ad Aleppo circa il 30% sia inagibile. Per questo siamo certi che almeno 1500 persone siano ancora in grave pericolo. Un gruppo di ingegneri sta facendo le prime ricognizioni proprio in questi giorni per controllare gli edifici più danneggiati, circa 300, e programmare al più presto la ricostruzione.

Il supporto psicologico
Infine, i bambini. Sono circa 1500 quelli che hanno subito traumi dopo il terremoto e che hanno paura a fare tutto, soprattutto a rimanere da soli.
Ad Aleppo Est abbiamo mobilitato la nostra squadra di psicologi ed educatori per iniziare un percorso di cura

La storia di Fadia
“Non siamo sicuri che la nostra casa sia agibile e ci sono i topi che girano per le tubature. Stanno sbucando ovunque e abbiamo paura di nuove malattie, però non sappiamo dove andare”.
Le farmacie stanno finendo le medicine e l’emergenza sanitaria sta diventando un pericolo concreto. “Sogno di finire i miei studi universitari, per poter servire la gente e il mio paese” continua Fadia, che è tra i pochi giovani a voler restare.
Fadia e la sua famiglia sono rimasti fuori qualche giorno. Anche se la paura di tornare era grande, non avevano molte alternative. “Qui non sono arrivati gli ingegneri per capire se le case sono tornate a essere agibili o meno. Stiamo qui, e aspettiamo che qualcuno ci ascolti”. Fadia non molla, e spera di continuare a studiare, di laurearsi e iniziare a lavorare per aiutare la sua famiglia. E di non lasciare il suo paese. “Non potrei mai lasciare la mia famiglia. Mia nonna ha diversi problemi mentali dopo quello che ha vissuto, e mia madre è da sola”.

Non lasciamoli soli!
Rimaniamo vicini a chi si trova in difficoltà, ma anche a chi crede nel suo paese ed è pronto a fare la sua parte, come Basel, un giovane ingegnere che ha deciso di dedicare del tempo gratuitamente per la ricognizione di alcune case distrutte. Si è unito a un gruppo di specialisti italiani durante una missione organizzata da pro Terra Sancta.
“Quando l’ho saputo, ho subito cercato di unirmi al gruppo. Voglio dare una mano a ricostruire il mio paese, io sono stato fortunato nella vita. Ho potuto studiare, fare una bella università e ho buone possibilità di fare un bel lavoro. Voglio restituire un po’ quello che mi è stato. Con i miei amici, per le persone che vivono ancora qui. E con l’aiuto di Dio, sono sicuro che ce la faremo”.


GRAZIE!


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Piazza Borgo Dora 61 – 10152 Torino

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Causale: Terremoto in SIRIA e TURCHIA
 
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