La pace? Si costruisce coi fatti - L'estate dei giovani per l'Ucraina

Publié le 15-08-2022

 

Avvenire.it - di Andrea Zaghi - lunedì 15 agosto 2022
La pace? Si costruisce coi fatti - L'estate dei giovani per l'Ucraina 

Qui si costruisce la pace. Pace per davvero. E a costruirla sono soprattutto i giovani che arrivano, lavorano, faticano, pregano e sono felici.
Anche in agosto. Anche se ci sono 35 gradi in una città semideserta, anche se in Italia c'è una assurda crisi di governo e in Europa una guerra devastante.
Così, se sempre di più pace sembra essere una parola senza senso e senza prospettive, qui, al Sermig, pace è passato, presente e soprattutto futuro. È tutto. E lo si coglie subito, dai sorrisi di chi si incontra.

Se arrivi all'Arsenale della Pace e hai bisogno di aiuto, non ti viene chiesto se sei cristiano e tantomeno qual è il tuo partito, basta che tu abbia rispetto per gli altri. Ugualmente, se scegli di dare una mano, non devi dichiarare a quale Dio credi: basta arrivare, rimboccarsi le maniche e mettersi ad aiutare gli altri. I giovani lo sanno, lo hanno capito. E arrivano, incessantemente. Quasi sempre spinti dal passaparola. Che quest'anno ha una motivazione in più: si chiama Ucraina. Li chiamano "Campi di condivisione". Don Andrea, che da oltre vent'anni vive nella Fraternità del Sermig, dice che i "Campi" possono durare una settimana, quindici giorni, un mese, un anno. Si inizia il lunedì e si va avanti a lavorare ogni giorno eccetto il venerd1, quando si incontra Ernesto 0livero, liberi di fargli qualsiasi domanda.

Scatoloni, raccolta viveri e abbigliamento, attività «Prima del Covid - spiega don Andrea-, ogni anno passavano anche l00mila giovani, adesso in numeri sono molto più bassi ma si tratta pur sempre di diverse centinaia ogni settimana». Anche in agosto, naturalmente. «Sono qui - racconta Gloria, 21 anni da Venezia - , perché credo che occorra prendersi cura di noi stessi ma anche degli altri. Non è la prima volta che vengo. Andrò via con un grande senso di gratitudine, ricordandomi dei volti felici delle persone che ho aiutato ». Mentre Chiara, che ha 25 anni e arriva da Piacenza, al suo secondo giorno di Sermig aggiunge: ,,Pregare è aiutare gli altri. Qui il Vangelo è fare qualcosa di concreto per gli altri».

E Stefano - capo scout di 28 anni da Firenze, all'Arsenale con il suo clan, spiega deciso: «Al Sermig si capisce che si può costruire la pace concretamente, si può produrre la pace». La straordinaria esperienza delle 1.500 tonnellate di aiuti per l'Ucraina e dei quasi 90 Tir inviati è n a dimostrarlo.
Ancora oggi i giovani volontari continuano a lavorare accanto agli adulti per aiutare e sostenere famiglie ucraine attraverso beni di prima necessità, kit scolastici, supporti sanitari, servizi per l'infanzia.

Senza contare l'ospitalità offerta a decine di famiglie di profughi che hanno soggiornato e soggiornano al Sermig. E li vedi, questi giovani, intenti a smistare nel grande cortile coperto gli zaini muniti di tutto ciò che occorre per la scuola: pronti per aiutare i bambini che tra poche settimane inizieranno le elementari e le medie. E ne vedi altri, poco più in là che selezionano i vestiti. E altri ancora nella falegnameria a mettere a nuovo alcuni mobili. Al mattino, invece, sempre i giovani aiutano nella Scuola di italiano offerta anche in agosto, non solo per gli ucraini. Altri, invece, lavorano al "Laboratorio di tutto un po'", che recupera ciò che altrove finirebbe in discarica. Mentre un gruppo aiuta a fare le pulizie al "Centro come noi ", dedicato all' ospitalità notturna.

Arrivano da tutta Italia e non solo, i giovani del Sermig. In questi giorni da Puglia, Sardegna, Sicilia, Lazio, Toscana e Veneto. Alcuni da soli, altri in coppia, piccoli gruppi di amici, famiglie.
«Cercano qualcosa, ma spesso non sanno esprimere esattamente cosa» racconta don Andrea Ogni giovane viene affidato ad un componente della Fraternità. Si segue la vita dell'Arsenale: 8.30 le Lodi, poi si lavora, alle 12 la Messa, poi il pranzo, poi ancora lavoro, fino alle 18 quando tutti ascoltano un passo del Vangelo. Spiagge e discoteche sono altrove, alla pace si può dedicare un'estate (e poi la vita).


Andrea Zaghi
avvenire.it

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